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Coronavirus, Fondazione Gimbe: ''In ospedale i ricoverati sono quasi tutti non vaccinati''. In Trentino ciclo completo per il 66% della popolazione

I dati pubblicati da Fondazione Gimbe confermano l'efficacia dei vaccini nel ridurre decessi (96,3%), ricoveri ordinari (93,4%) e in terapia intensiva (95,7%): "Ma con l'arrivo dell'autunno e la riapertura delle scuole, gli oltre 9 milioni di non vaccinati alimenteranno la circolazione del virus e l'aumento delle ospedalizzazioni". I numeri trentini in linea con quelli nazionali

Di L.A. - 16 settembre 2021 - 20:26

TRENTO. Tutti dati in calo nella settimana 8-14 settembre sul fronte dell'emergenza sanitaria Covid-19. I numeri scendono rispetto a 7 giorni prima. Negli ospedali c'è un calo dei ricoveri, i pazienti sono quasi tutti non vaccinati. Questo quanto emerge nell'ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe

 

I dati confermano, spiega Fondazione Gimbe, l'efficacia dei vaccini nel ridurre decessi (96,3%), ricoveri ordinari (93,4%) e in terapia intensiva (95,7%). "Ma con l'arrivo dell'autunno e la riapertura delle scuole, gli oltre 9 milioni di non vaccinati alimenteranno la circolazione del virus e l'aumento delle ospedalizzazioni". Per questo è "inaccettabile presa di posizione sulle 'cure domiciliari' di personaggi pubblici tra cui medici e politici che, sovvertendo il metodo scientifico, inducono le persone a rifiutare vaccini efficaci e sicuri e a fidarsi di protocolli terapeutici non autorizzati o di farmaci dannosi e controindicati".

 

In Trentino la copertura vaccinale della popolazione si attesta al 66%, leggermente inferiore alla media nazionale. Il dato degli over 50 è praticamente in linea con quello italiano, un po' più basso (4 punti percentuali) quello relativo alla copertura della fascia 12-19 anni. Basse, fortunatamente, le ospedalizzazioni. Un paziente affetto da Covid in terapia intensiva sul territorio provinciale, un 70enne non vaccinato (Qui articolo). 

 

I numeri per quanto riguarda il territorio appaiono seguire il trend nazionale, anche se nelle ultime ore è emerso un focolaio in gruppo di anziani andati in vacanza in Emilia-Romagna e c'è già una classe di una scuola primaria dell'Alto Garda in quarantena. Emergono più criticità sulla campagna vaccinale e sull'incidenza se si analizzano i dati dell'Alto Adige.

 

In Italia scendono i nuovi casi (33.712 vs 39.511), i decessi (389 vs 417), le persone attualmente positive (122.340 vs 133.787), quelle in isolamento domiciliare (117.621 vs 128.917), i ricoveri con sintomi (4.165 vs 4.307) e le terapie intensive (554 vs 563). Nel dettaglio la Fondazione Gimbe registra diverse variazioni con segno meno per quanto riguarda i decessi (389 e -6,7%), di cui 52 riferiti a periodi precedenti; terapia intensiva (-9 e -1,6%); ricoverati con sintomi (-142 e -3,3%); isolamento domiciliare (-11.296 e -8,8%); nuovi casi (33.712 e -14,7%) e casi attualmente positivi (-11.447 e -8,6%).


"Continuano a diminuire i nuovi casi settimanali – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 4.816". Nella settimana 8-14 settembre, rispetto alla precedente, 4 Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi e in sole 2 Regioni crescono i casi attualmente positivi.

 

Scendono a 56 le Province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Sicilia e Umbria tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. Solo in 2 Province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Siracusa (178) e Messina (168). In calo anche i decessi: 389 negli ultimi 7 giorni (di cui 52 riferiti a periodi precedenti), con una media giornaliera di 56 rispetto ai 60 della settimana precedente.


"Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – dopo 8 settimane di aumento si registra una lieve riduzione dei posti letto occupati da pazienti Covid, che scendono del 3,3% in area medica e dell’1,6% in terapia intensiva".

 

A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (7% in area medica e 6% in area critica), anche se persistono notevoli differenze regionali: per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Sicilia (21%) e Calabria (17%); per l’area critica sopra la soglia del 10% Marche (13%), Sicilia (11%) e Sardegna (11%). "Iniziano a scendere anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – dice Marco Mosti, direttore Operativo della Fondazione Gimbe – con una media mobile a 7 giorni di 36 ingressi/die rispetto ai 42 della settimana precedente".


Campagna vaccinale. Al 15 settembre (aggiornamento alle 06:09) il 74,1% della popolazione (43.924.031) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+552.102 rispetto alla settimana precedente) e il 68% (n. 40.295.980) ha completato il ciclo vaccinale (+1.223.873). In calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (1.720.055), con una media mobile a 7 giorni di 234.183 somministrazioni/die.

 

"Nonostante la considerevole disponibilità di dosi – commenta Cartabellotta – il numero di prime somministrazioni, dopo tre settimane di stabilità intorno a quota 720-750 mila, nell’ultima settimana è sceso a 525 mila. In attesa di conoscere gli effetti dell’estensione dell’obbligo del green pass, è evidente che le attuali strategie della campagna non riescono a contrastare l’esitazione della popolazione ancora non vaccinata".


Vaccini: copertura degli over 50. L’88,9% della popolazione over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino (+0,5% rispetto alla settimana precedente) con nette differenze regionali: dal 93,3% della Puglia all’83% della Calabria.

 

In dettaglio: Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.205.980 (93,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 102.620 (2,3%) hanno ricevuto solo la prima dose; fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 5.353.137 (89,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 133.144 (2,2%) hanno ricevuto solo la prima dose; fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 6.376.274 (85,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 219.502 (2,9%) hanno ricevuto solo la prima dose; fascia 50-59 anni: degli oltre 9,4 milioni, 7.491.811 (79,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 440.596 (4,7%) hanno ricevuto solo la prima dose.


Complessivamente 3,9 milioni di over 50 (14,4%) non hanno ancora completato il ciclo vaccinale, con rilevanti differenze regionali (dal 17% della Calabria al 6,7% della Puglia): di questi, 3,03 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose. A fronte di un sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in questa fascia di età, continuano a salire le curve degli under 50, in particolare delle fasce 12-19 e 20-29 anni che hanno superato le fasce 30-39 e 40-49 anni.

 

L’efficacia del vaccino da aprile ad oggi si conferma stabile e molto elevata nel ridurre i decessi (96,3%) e le forme severe di malattia che necessitano di ricovero in area medica (93,4%) e in terapia intensiva (95,7%).


Relativamente alle diagnosi di Covid, invece, l’efficacia si è ridotta dall’88,5% (periodo 4 aprile-11 luglio) al 77,3% (periodo 4 aprile-5 settembre), in misura inversamente proporzionale all’età: infatti, nella fascia 12-39 anni l’efficacia è scesa fino al 67,2% nelle scorse settimane, e ora dopo una stabilizzazione sembra risalire.

 

"Questo conferma – spiega Cartabellotta – che durante il periodo estivo tra i più giovani deve aver influito l’incremento dei contatti sociali e la minore attenzione ai comportamenti individuali, fondamentali per prevenire il contagio anche nelle persone vaccinate". Nelle persone vaccinate con ciclo completo, rispetto ai non vaccinati, si registra un netto calo dell’incidenza di diagnosi e soprattutto di malattia severa che porta ad ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva o decesso: nelle varie fasce di età, le diagnosi si riducono infatti del 77,8-80,7%, i ricoveri ordinari dell’88,8-95,6%, quelli in terapia intensiva del 92,5-97,4% e i decessi del 93,4-100%.


"Il progressivo aumento delle coperture vaccinali e l’adesione ai comportamenti individuali – conclude Cartabellotta – hanno permesso di contenere la quarta ondata e i nuovi casi e i ricoveri hanno finalmente iniziato a scendere. Tuttavia con l’autunno alle porte, la riapertura delle scuole e i 9,4 milioni di persone, oltre agli under 12, che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, si rischia una ripresa della circolazione del virus e un aumento delle ospedalizzazioni con conseguenti limitazioni nell’assistenza ai pazienti non Covid. In questo contesto, è inaccettabile la presa di posizione di personaggi pubblici, tra cui medici e politici, che, sovvertendo la metodologia della ricerca scientifica, alimentano la disinformazione mettendo a rischio la salute delle persone. Soprattutto di quelle indecise, che rifiutano vaccini efficaci e sicuri confidando in protocolli di terapia domiciliare non autorizzati o addirittura in farmaci dannosi e controindicati".

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