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Tamponi per il Green Pass, Zaia: ''Non riusciremo a garantirli a tutti''. Il sistema (tra farmacie e ambulatori) rischia il collasso per garantire ai no vax i test
Il governatore del Veneto lancia l'allarme: ''In Veneto i no vax sono circa 590mila, nella fascia compresa tra i 18 e i 69 anni. Poniamo che la metà di loro lavori. Ebbene, noi, facciamo circa 60mila test al giorno. Non c’è la capacità di controllare tutti i non vaccinati ogni 48 ore''. Si annuncia uno sforzo enorme del sistema per andare incontro a chi non si è vaccinato. Ecco la proposta di Zaia

VENEZIA. Cambiare la legge sul Green pass obbligatorio per lavorare: questa la richiesta che arriva, un po' a sorpresa e probabilmente in ritardo, dal Veneto dal presidente della regione Luca Zaia. La paura? Il 15 ottobre ''non saremo in grado di offrire a tutti i non vaccinati un tampone ogni 48 ore''.
Un mantra che negli ultimi giorni sta ripetendo da più parti, non ultima in un'intervista a Repubblica, ribadendo che in Veneto ''i no vax sono circa 590mila, nella fascia compresa tra i 18 e i 69 anni. Poniamo che la metà di loro lavori. Ebbene, noi, facciamo circa 50mila tamponi al giorno per i positivi e i loro contatti stretti, più altri 11 mila nelle farmacie. Sono 60mila test. Come può vedere non c’è la capacità di controllare tutti i non vaccinati ogni due giorni''. Un problema che il governatore Zaia crede avranno anche altre regioni ed è chiaro che sarà così perché la mole di persone che ancora non si è vaccinata pur essendo minoritaria è in proporzione altissima essendoci ancora il 24% della popolazione che non ha nemmeno una dose.
A causa di questi irriducibili no vax si annunciano disagi e problemi a non finire nei mesi a venire tutto pur di non farsi il vaccino e saranno pesantissime le ricadute sul sistema perché impegneranno farmacie, personale, medici a far loro tamponi su tamponi distraendoli da tutti quei lavori fondamentali a garantire la salute pubblica. Purtroppo, però, la pandemia ha insegnato poco a questa fetta di popolazione (e qualcuno sosteneva anche ne saremmo usciti migliori) e appellandosi al principio della cosiddetta ''libertà di scelta'' dimostrano di non aver ancora capito che la loro ''scelta'' ha ricadute pesantissime sul sistema sia in termini sanitari che sociali che economici.
Ma tant'è. Il sistema faticherà a ripartire con slancio perché dovrà fare i conti con le paure e le (s)convinzioni di queste persone ma dovrà essere in grado di assicurare loro i tamponi avendo previsto in legge che il Green pass venga rilasciato anche in questo modo, pena il rischi di passare dalla parte del torto (e di ricorsi su ricorsi). Zaia allora ha proposto di fare ''i test fai da sé nelle aziende, con la sorveglianza delle imprese''. ''I tamponi nasali sono certificati e diffusi in tutto il mondo. I controlli in questo caso si farebbero direttamente in azienda''. E i costi rimarrebbero ''comunque a carico dei lavoratori. Se poi ci sono imprenditori che vogliono concorrere al sostegno della spesa - ha completato Zaia - ciò rappresenta una libera scelta aziendale. Tra gli imprenditori c’è chi è anche disposto a pagarli di tasca sua. Se acquistati in grandi stock possono costare dai 4 ai 7 euro''.
E un caso di imprenditore che assicurerà i tamponi ai suoi dipendenti, anche quelli vaccinati, lo abbiamo raccontato pochi giorni fa anche su il Dolomiti (QUI ARTICOLO).