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Vaccini, Fugatti segue Zaia: "I canali del Veneto sull'acquisto di altre dosi sono ufficiali. Se l'Europa non lo permette ci dia quelle sul mercato"
Il presidente Maurizio Fugatti e il direttore del Dipartimento prevenzione dell'Apss hanno fatto il punto sulla situazione dei vaccini in Trentino. E sui casi di "fallimento vaccinale" tra i sanitari: "Abbiamo avuto qualche caso, ma da quando è stato raggiunto il 60% di copertura si sono azzerati"

TRENTO. Sul fronte del contrasto al Coronavirus, con l'incognita sulle varianti che si fa sempre più strada in queste ore (anche in Trentino), le vaccinazioni procedono con tutti gli ostacoli del caso. Per questo, Veneto in testa, sono state diverse le realtà che stanno sondando la possibilità di approvvigionarsi con nuove dosi per accelerare così la campagna e uscire al più presto dall'emergenza.
E mentre Venezia, ma anche Bologna, Trieste e Bolzano non hanno affatto nascosto la volontà di acquistare dosi aggiuntive, laddove permesso dal piano nazionale, anche Trento pare avere le antenne recettive a questo tipo di opportunità. A dirlo è lo stesso presidente Maurizio Fugatti, che nella conferenza stampa sulla situazione della pandemia in provincia ha spiegato la posizione della giunta trentina.
“Noi abbiamo avuto contatti con il Veneto, che in questo fa da apripista – ha spiegato – sono contatti reali quelli che hanno avuto, ma se l'Europa e von der Leyen hanno detto che non ci sono garanzie al di fuori dei piani europei, è bene che arrivino quelli stabiliti dall'Europa. L'Europa deve agire prima che altri canali si attivino, se no diventa difficile per noi spiegarlo ai cittadini. I canali trovati dal Veneto sono ufficiali e sotto l'aspetto tecnico-scientifico sono ligi come devono essere. Se l'Europa non permette di approvvigionarsi, è importante che ci dia le dosi che ci sono presenti sul mercato”.
L'approvvigionamento, d'altronde, va a rilento. “Purtroppo del vaccino Moderna ci sono arrivate delle prime 600 dosi, poi 1100 settimana scorsa, nulla questa e 2100 entro fine mese. Niente secondo il piano iniziale, quindi”, ha spiegato l'assessora alla Salute Stefania Segnana. Così le previsioni sull'uscita dall'emergenza fatte alla vigilia della campagna sono saltate. “Avevo previsto in base a quanto detto dal governo che avremmo raggiunto l'immunità di gregge entro settembre, ma poi gli arrivi che dovevano arrivare non sono arrivati – ha chiuso la conferenza Fugatti – come detto da Zaia, penso a questo punto che per raggiungerla si possa necessitare di un anno”.
Sull'avvio della vaccinazione degli insegnanti, e sulla possibile diffidenza nei suoi confronti, Fugatti ha affermato: “Non sappiamo cosa ne pensa l'insegnate medio di questo vaccino. Abbiamo fatto un accordo con i medici di base che permetterà di vaccinarsi senza andare nei punti vaccino, ma stando più vicino a casa. L'Apss sta preallertando tutti gli istituti scolastici, ora sta alle messa in comunicazione tra i medici e i propri clienti. L'invito a tutti è di fare le vaccinazioni”.
“Sono molte le notizie riguardanti questo vaccino – gli ha fatto eco il direttore del Dipartimento prevenzione Antonio Ferro – che la Germania non li somministri più non è notizia che viene da una fonte ufficiale, semmai è stato segnalato che ha avuto delle reazioni collaterali. Stiamo cercando di capire. La copertura che dà comunque, secondo i dati, è alta. E il fatto che dovrebbe essere sdoganato l'utilizzo anche fino ai 65 anni è positivo. Ritengo che sia soluzione e impegno che anche da punto di vista organizzativo favorirà la vaccinazione di massa della nostra popolazione e di quella italiana”.
Sul procedere e le complicazioni della campagna vaccinale, Ferro ha poi spiegato: “Abbiamo avuto qualche caso di cosiddetti 'fallimenti vaccinali', che abbiamo girato a Roma. Ad ogni modo, da quando è stato raggiunto il 60% di copertura sui sanitari i casi si sono pressoché azzerati. Partivamo da una situazione di difficoltà e invece ora 65% soggetti e operatori si sono vaccinati. Scorporandoli, emergono dei dati molto interessati. Le fasce basse e alte di età hanno una copertura attorno al 70-75%, più basso tra 30-59 anni. I maschi al 74%, le donne al 62%. Altro elemento che fa riflettere è che mentre abbiamo percentuale di 80% di copertura nei dirigenti medici, è del 65% tra gli infermieri, solo del 50% tra gli operatori di supporto”.

“C'è necessità di aumentare. A queste coperture dobbiamo aggiungere il 9-10% che hanno avuto malattia nelle ultimi 3 mesi. Quindi copertura è più alta. Intanto abbiamo riaperto la campagna per convincere chi non l'ha fatto a vaccinarsi. Vedete come di fatto la vaccinazione è utile per bloccare la malattia, e i pochissimi casi di fallimento sono paucisintomatici. Non perdete questa occasione”, ha concluso.
Sulla “road map” dei vaccini, dopo la partenza un po' complicata con gli over80, il presidente Fugatti conclude: “Per partire con gli over 70 e gli over60? Vediamo quale sarà reale adesione su ultra80enni. I posti per prenotarsi ci sono”.