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Guerra in Ucraina, il Trentino si prepara per l’emergenza nucleare: “La iodoprofilassi andrebbe somministrata entro 2 ore e mezza a tutta la popolazione”

Nelle scorse ore il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti ha preso parte alla conferenza Stato-Regioni per la stesura del piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari. Segnana: “Per il momento stiamo effettuando una ricognizione di quanta terapia di iodoprofilassi abbiamo in casa”

Di Tiziano Grottolo - 11 marzo 2022 - 13:30

TRENTO. Si tratta di un’ipotesi ma con l’escalation dei combattimenti in Ucraina anche in Italia preoccupa la possibilità di un conflitto nucleare, o più semplicemente che una delle centrali di Kyiv venga danneggiata durante gli scontri armati.

 

Nelle scorse ore il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti ha preso parte alla conferenza Stato-Regioni per la ridefinizione del piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari. Si tratta del documento che individua e disciplina le misure necessarie per fronteggiare gli incidenti che avvengono in impianti nucleari (ma in questo caso il pericolo è rappresentato anche dalla guerra) al di fuori del territorio nazionale, tali da richiedere azioni di intervento coordinate a livello nazionale. Nel merito si è discusso di un aggiornamento dei presupposti tecnici del piano emergenziale che risalivano al 2006.

 

“La protezione civile provinciale è in collegamento con quella nazionale – conferma l’assessora alla salute Stefania Segnana – per il momento stiamo effettuando una ricognizione di quanta terapia di iodoprofilassi abbiamo in casa, la stessa andrebbe somministrata a tutta la popolazione entro due ore e mezza”.

 

Come riportato nella bozza del Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari “la iodoprofilassi è una efficace misura di intervento per la protezione della tiroide, inibendo o riducendo l’assorbimento di iodio radioattivo, nei gruppi sensibili della popolazione, per prevenire gli effetti deterministici (morte delle cellule, pesanti disfunzioni cellulari, ecc.) e stocastici (neoplasie, malattie ereditarie, mutazione delle cellule somatiche o di quelle riproduttive, ecc.)”.

 

Secondo gli esperti il periodo ottimale di somministrazione di iodio stabile è meno di 24 ore prima e fino a due ore dopo l’inizio previsto dell’esposizione. Risulta ancora ragionevole somministrare lo iodio stabile fino a otto ore dopo l’inizio stimato dell’esposizione. Da evidenziare che somministrare lo iodio stabile dopo le 24 ore successive all’esposizione può causare più danni che benefici.

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