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Infortuni sul lavoro, i sindacati: “Nel primo trimestre registrate il 22,5% in più di denunce rispetto al 2021”
La questione, dicono Cgil, Cisl e Uil: “Non è aprire tavoli tra organizzazioni dei lavoratori e rappresentati delle imprese. Noi siamo prontissimi a farlo e mai è mancata la nostra disponibilità. La questione è un'altra: i tavoli bisogna poi farli lavorare, avanzando richieste, mettendo nero su bianco proposte e risorse”

TRENTO. “Non basta dire che la ripresa è in atto, si lavora di più e quindi aumenta anche il rischio di infortunio, è ora di cominciare a fare realmente qualcosa per invertire la rotta”. Sono queste le parole con cui i responsabili per la salute e sicurezza di Cigl, Cisl e Uil Manuela Faggioni, Katia Negri e Alan Tancredi, commentano i dati Inail per gli infortuni sul lavoro in Trentino, che vedono nel primo trimestre del 2022 un aumento del 22,5% delle denunce rispetto al 2021.
Sono 2.189 in tutte le denunce di infortunio sul lavoro registrate sul territorio provinciale nei primi 3 mesi del 2022 ma purtroppo, continuano i sindacati: “Al di là delle belle parole, né dalla Provincia né dal mondo delle imprese abbiamo ricevuto segnali concreti in questa direzione”. La crescita del dato è stata sottolineata proprio nel Giornata per la salute e la sicurezza sul lavoro ed i sindacati hanno deciso di rispondere “a muso duro” alle critiche avanzate dal presidente degli industriali trentini Fausto Manzana.
“La questione – dicono Cgil, Cisl e Uil – non è aprire tavoli tra organizzazioni dei lavoratori e rappresentati delle imprese. Noi siamo prontissimi a farlo e mai è mancata la nostra disponibilità. La questione è un'altra: i tavoli bisogna poi farli lavorare, avanzando richieste, mettendo nero su bianco proposte e risorse. Niente di tutto ciò è stato fatto dalle imprese. I sindacati fino ad oggi si sono sempre ritrovati da soli al Tavolo di coordinamento provinciale nel confronto con la Giunta. Se di decide di cambiare noi però ci siamo e siamo pronti a metterci subito al lavoro”.
Per le sigle sindacali insomma, l'obiettivo deve essere quello di partecipare concretamente ai tavoli condivisi con proposte e risorse. Un primo banco di prova, continuano, dovrebbe essere quello di favorire la presenza dei rappresentati dei lavoratori per la sicurezza territoriali. “Moltissime aziende – dicono Faggioni, Negri e Tancredi – soprattutto quelle di piccole dimensioni, in tutti i settori, non hanno questa figura, molto importante per monitorare la situazione nei luoghi di lavoro. Le imprese hanno sempre ostinatamente rifiutato di muoversi in questa direzione, eccezion fatta per i recenti accordi per commercio e turismo”.
Nonostante le richieste, sottolineano i sindacati: “Anche Confindustria sta bellamente evitando di dare seguito a quanto previsto in tal senso dal 'Patto per la fabbrica'”. Entrando nel dettaglio del rapporto mensile Inail, si è verificato un incremento degli infortuni nell'ambito industriale e dei servizi, con le denunce che sono passate da 1.447 a 1.739. “In particolare – concludono Cigl, Cisl e Uil – cresce il comparto manifatturiero, le costruzioni, il trasporto e magazzinaggio. Stabili gli infortuni nel turismo e in agricoltura, mentre si continua a ridurre in sanità, segno che l'impennata di denunce legate al Covid è in esaurimento, grazie alla campagna di vaccinazione”.