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Peste suina africana, dall'azienda trentina Gpi arriva l'app per monitorare il territorio e segnalare le carcasse con fotografie e geolocalizzazione automatica
L'app è acquistabile da Regioni, istituti zooprofilattici, aziende sanitarie e Comuni, che a loro volta possono metterla a disposizione di cacciatori, operatori forestali o escursionisti per creare una vera e propria rete di segnalazioni sul territorio

TRENTO. L'app si chiama “Soverglianza passiva” ed è la strumento realizzato dal gruppo Gpi per segnalare facilmente alle autorità gli animali che vengono trovati morti sul territorio a causa della peste suina africana. Come ha spiegato a il Dolomiti il professor Ferroglio direttore della Scuola di Agraria e Medicina veterinaria dell'Università degli Studi di Torino (Qui Articolo), dopo i ritrovamenti di diverse carcasse risultate positive al virus tra Piemonte e Liguria (Qui Articolo), in questa fase il monitoraggio del territorio è una componente fondamentale per cercare di circoscrivere il contagio e ridurre la possibilità di fuoriuscita. Un'ipotesi che, anche in Trentino, ha portato gli allevatori ad alzare il livello d'allerta (Qui Articolo).
Ed è proprio in questa direzione che si è mosso Gpi, mettendo a punto un'app che, come spiega il gruppo: “E' acquistabile da parte di enti pubblici come Regioni, istituti zooprofilattici, aziende sanitarie e comuni”. A loro volta poi, questi soggetti potranno “metterla a disposizione di tutte le persone che frequentano abitualmente ambienti rurali (cacciatori, operatori forestali o escursionisti) e che potenzialmente possono rinvenire carcasse o resti di animali”.
Un modo insomma per costruire una rete sul territorio, in grado di collaborare per segnalare al più presto possibili situazioni di rischio. “Per mezzo di questo strumento – continua Gpi in una nota – l'utilizzatore con pochi e semplici passaggi è in grado di effettuare una segnalazione completa della geo-localizzazione (automatica) del sito di rinvenimento e fornire le foto realizzate sul luogo del ritrovamento. Le segnalazioni così raccolte vengono recepite dai servizi competenti tramite apposito applicativo, parte integrante della fornitura dell'app”.
“In questo momento – aveva spiegato il professor Ferroglio – a mio parere è fondamentale da un lato evitare una sorta di 'malattia mediatica' e dall'altro mettersi piuttosto al lavoro per segnalare tutte le carcasse di cinghiali sul territorio, per delimitare al meglio l'area colpita e bloccare sul nascere eventuali fuoriuscite del virus”. E proprio per questo una soluzione simile a quella sviluppata da Gpi è stata attivata anche da un consorzio di ricerca finanziato dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare. “Statisticamente – aveva sottolineato Ferroglio – per ogni carcassa trovata positiva al virus ce ne sono altre 32 che non vengono individuate, quindi è fondamentale agire ora”.
“Il nostro team – ha detto Marco Gambarini, responsabile dell'Area veterinaria del gruppo Gpi – si occupa di sanità pubblica veterinaria da più di trent'anni, sviluppando soluzioni informatiche all'avanguardia, con uno sguardo alle esigenze presenti e future dei nostri clienti. Con questo spirito, anche questa volta, vogliamo dare il nostro contributo mettendo a disposizione una soluzione mobile che faciliti le segnalazioni del territorio verso le istituzioni”.