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Valanga di ghiaccio sulla Marmolada, le guide alpine: "Evento catastrofico altamente imprevedibile su un itinerario ad alta frequentazione"
Il presidente Peterlongo: "La salita alla Punta Penia è l’itinerario classico di alta montagna delle Dolomiti, quindi gode di una popolarità e di una frequentazione molto elevate. Non è ragionevole abbandonare la frequentazione delle montagne in senso assoluto, ma bisogna seguire i criteri della prudenza, della conoscenza delle condizioni degli itinerari"

TRENTO. "L’evento catastrofico era altamente imprevedibile, anche perché se così non fosse stato non si spiegherebbe come mai c’erano sul posto tante persone, fra cui diverse guide alpine". Così si esprime il presidente delle guide alpine italiane Martino Peterlongo in merito alla tragedia avvenuta il 3 luglio sulla Marmolada, che ha visto la morte di 7 persone, lasciando 8 feriti, mentre sono in corso le operazioni di ricerca per altre 8 ancora disperse.
"La salita alla Punta Penia è l’itinerario classico di alta montagna delle Dolomiti, - aggiunge il presidente - sulla cima più alta, quindi gode di una popolarità e di una frequentazione molto elevate. Si è verificata una terribile coincidenza di un evento imprevedibile capitato su un itinerario ad alta frequentazione. Se il distacco fosse avvenuto di notte avremmo avuto probabilmente solo un report e nessuna persona coinvolta".
Le condoglianze arrivano quindi da parte di tutte le guide alpine italiane, "alle famiglie dei colleghi e di tutte le vittime coinvolte nella tragedia - sostiene - nell’incidente anche la guida alpina Davide Miotti e sua moglie, che risulta ancora dispersa, come il collega Paolo Dani. Tuttavia le ricerche continuano, non tutti i corpi sono stati ritrovati o identificati".
Da tenere presente, sottolinea Peterlongo, che "l’alta montagna è soggetta, a cadenza assolutamente imprevedibile, a eventi catastrofici come questo, che si verificano anche (ma certamente non solo) su cime famose e molto frequentate. Ma altrettanti distacchi capitano anche su montagne poco frequentate e in momenti in cui non ci sono persone".
Questo per dire che "non è ragionevole abbandonare la frequentazione delle montagne in senso assoluto, mentre bisogna se mai pensare alla frequentazione con i criteri della prudenza, della conoscenza delle condizioni degli itinerari. Il caso della Marmolada tuttavia non rientrava nelle situazioni di prevedibilità, nessuno avrebbe potuto sospettare l’eventualità di un incidente di questa portata".
Infine, l’incidenza dell’innalzamento delle temperature sulle montagne è cosa nota da tempo alle guide alpine, che hanno ben presente il problema e, nei limiti delle conoscenze possibili, "valutano le condizioni - conclude il presidente - e prendono decisioni di carattere puntiforme e puntuale (sugli specifici itinerari e sul momento preciso) per minimizzare i rischi, trovando vie d’accesso alle cime delle montagne al riparo dai pericoli più evidenti".