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"Fredda, apatica e con la felpa satanista": le dichiarazioni choc del consigliere veneto sulla sorella di Giulia Cecchettin. E su facebook nasce una pagina pro Turetta

In realtà la felpa indossata dalla sorella di Giulia Cecchettin riporta il marchio di Thrasher, una delle più note riviste mondiali di skate con sede a San Francisco. Valdegamberi, eletto con la lista Zaia e poi passato al gruppo misto, auspica anche l'intervento della magistratura per "fare chiarezza". Sulla pagina a sostegno di Turretta pochi i followers (per fortuna) ma tantissimi i messaggi indignati degli utenti. E c'è chi invoca l'intervento dell'autorità 

Di Daniele Loss - 20 novembre 2023 - 19:19

TRENTO. Sembra paradossale, ma un consigliere regionale veneto, Stefano Valdegamberi, eletto nella lista Zaia e poi trasferitosi nel gruppo misto, con un post sulla propria pagina facebook, attacca duramente la sorella Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, definendo le sue dichiarazioni "fredde e apatiche" e invocando, addirittura l'intervento della magistratura.

 

E poi lo stesso Valdegamberi, lanciandosi in un'improvvida affermazione parla di "felpa con certi simboli satanici" che, a dire del consigliere "aiuta a capire molto". Sicuramente non l'origine della felpa indossata da Elena Cecchettin durante l'intervista con l'inviata di "Dritto e Rovescio, recante semplicemente il marchio di Thrasher, una delle più note riviste mondiali di skate con sede a San Francisco.

 

Inquietante risulta addirittura la frase nella quale il consigliere regionale afferma: "Spero che le indagini facciano chiarezza. Società patriarcale?? Cultura dello stupro?? Qui c'è dell'altro?? Basta andare a vedere i suoi social e i dubbi diventano certezze".

 

La domanda, a questo punto, è quali siano le certezze di Valdegamberi.

 

 

Il post pubblicato sulla propria pagina da Valdegamberi ha ovviamente scatenato una miriade di reazioni indignate con richiesta di presentare le dimissioni.

 

Angelo Bonelli, coportavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra definisce Valdegamberi "semplicemente indecente: nutre sospetti sulla sorella di Giulia Cecchettin, Elena, dopo la sua intervista. Secondo lui, sarebbe troppo fredda e apatica, tanto che dovrebbe indagare la magistratura. Sospetti che si trasformano in certezza quando il consigliere visita il sito web della ragazza. In base a quale elemento la magistratura dovrebbe indagare su Elena Cecchettin, sorella di Giulia? Perché fredda? Perché non si veste secondo i gusti del consigliere regionale? Le insinuazioni dell'esponente della maggioranza di Zaia in Veneto sono gravissime e per questo presenterò un'interrogazione parlamentare indirizzata alla premier Meloni: sui femminicidi non è ammissibile che esponenti istituzionali possano avere simili comportamenti".

 

"Un abbraccio a Elena Cecchettin per l'oltraggioso e delirante attacco del leghista Valdegamberi - scrive invece su X il responsabile diritti del Partito Democratico Alessandro Zan -. È inconcepibile che al dolore si aggiunga violenza istituzionale per aver ribadito la sacrosanta verità che a quanto pare destabilizza chi alimenta questo sistema tossico patriarcale". 

 

La deputata trevigiana del Pd Rachele Scarpa ha chiesto le immediate dimissioni di Valgamberi.

 

Durissimo, a riguardo, è il commento del presidente veneto Luca Zaia.

"Ho avuto modo solo in questo momento di leggere quanto scritto dal consigliere regionale Stefano Valdegamberi nelle sue pagine social. Sono parole dalle quali mi dissocio totalmente, nei concetti espressi e nelle modalità. Penso che sia solamente il momento del dolore e del suo rispetto, non certo quello di invocare l'intervento di magistrati sulle dichiarazioni personali della sorella di una ragazza che ha perso la vita in questo modo tragico" commenta Zaia.

 

Poi il Governatore veneto rincara la dose nei confronti dei Valdegamberi.

"I social sono lo specchio della società - prosegue -. Prima le stupidaggini si dicevano davanti al banco del bar, oggi qualcuno riesce a metterle nero su bianco, molto spesso in un italiano zoppicante, si sente premio Nobel e ha il suo momento di gloria. La sorella di Giulia sta vivendo un momento di assoluta difficoltà  e di dolore, che va rispettato e compreso fino in fondo. La famiglia ci avrà sempre al suo fianco".

 

Il caso di Giulia Cecchettin ha fatto praticamente il giro del mondo e, nell'orrendo (in questo caso) mondo dei social, arrivano anche gli sciacalli o i troll, ma resta il fatto che nei giorni scorsi su facebook è nata una pagina di sostegno a Filippo Turretta, contenente post che definire deliranti è puro eufemismo. Trattasi di un modo indegno di "sfruttare" questo tragico caso di cronaca nera cui purtroppo un utilizzo distorto dei social può condurre.

 

Insomma c'è anche chi ha deciso di speculare sulla vicenda: "Per confutare le illazioni su un bravo ragazzo vittima del pressappochismo dei media" è il titolo della pagina "Filippo Turetta ragazzo modello", nel quale si paragona la figura del 22enne, accusato di omicidio volontario e sequestro di persona, a quella di Enzo Tortora, Raffaele Sollecito e Amanda KnoxLa pagina, ad oggi, conta pochi followers, ma sono centinaia i commenti indignati da parte degli utenti nei confronti dell'ideatore o degli ideatori della pagina. Che interagiscono con gli utenti.

 

 

Umberto Eco, nel 2015, al momento del conferimento della laurea honoris causa in "Comunicazione e cultura dei media" da parte dell'università di Torino si espresse così: "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. E' l'invasione degli imbecilli".

 

 

Parole che oggi, più che mai, appaiono tristemente profetiche e adeguate.

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