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Il 2023 è l'anno nero per gli orsi trentini tra morti "misteriose" e ritrovamenti di carcasse di quelli ricercati dalla Provincia. De Guelmi: "Decessi sopra la media"

Nelle scorse ore F36 è stata trovata morta. L'ex veterinario responsabile del benessere e dell'anestesia degli orsi, Alessandro De Guelmi: "Siamo sopra la media e questo dato dovrebbe far riflettere. La carcassa è stata trovata subito perché il radiocollare segnala la mortalità. Rispetto agli altri casi non ci sono scusanti sull'informazione e ci si può fidare dell'Istituto zooprofilattico"

Di Luca Andreazza - 29 settembre 2023 - 12:25

TRENTO. Tre orsi trovati morti in val di Sole, sul Monte Peller e nella zona di Cavedago. Poi M62 (ricercato dalla Provincia) ucciso da un altro esemplare; Jj4 rinchiusa al Casteller. L'orsetto M89 recuperato in gravissime condizioni, curato ma non rimesso in libertà per volontà delle istituzione. Il decreto di cattura su Mj5, ancora ricercato, e infine il decesso di F36. Un 2023 nero per i plantigradi presenti in Trentino. 

 

Nelle scorse ore F36 è stata trovata, infatti, morta in val Bondone (Qui articolo). Un plantigrado finito nel mirino della Provincia dopo gli episodi di falso attacco nei boschi che circondano l'abitato di Roncone. L'orsa, accompagnata da un cucciolo, è ritenuta responsabile del caso avvenuto il 30 luglio scorso nei confronti di due escursionisti in località Mandrel nei boschi della val Giudicarie. Una settimana dopo, il 6 agosto, poi il falso attacco nei confronti di una coppia impegnata in un'escursione in località Dos del Gal, sempre sul territorio di Sella Giudicarie.

 

Esemplare di 6 anni il cui codice identificativo compare nei monitoraggi del Corpo forestale trentinonon aveva assunto comportamenti classificabili come problematici fino ai due episodi di Roncone. Un plantigrado che già aveva avuto il radiocollare. Il rapporto grandi carnivori specifica che il 12 settembre 2019 ''a malga Rosa è stata catturata F36 (giovane femmina di 2,5 anni). Anche in questo caso l’animale, al quale è stato tolto il radiocollare, è stato liberato subito senza anestesia, in quanto il collare si è staccato autonomamente all’interno della trappola a tubo; il sistema di drop off ha infatti funzionato una volta sollecitato a distanza ravvicinata. In questo caso l’attività di cattura ha impegnato la squadra per 59 giornate trappola (2/3 trappole attive contemporaneamente h24)''.

 

Dopo i due casi in 7 giorni, la Provincia aveva disposto prima la procedura per radiocollarare e monitorare F36, comparsa improvvisamente sulla mappa dei grandi carnivori, e poi per l'abbattimento dell'esemplare, entrambe le volte senza comunicazioni rese pubbliche (Qui articolo). Inevitabile la battaglia di carte bollate tra piazza Dante e le associazioni animaliste sul decreto di rimozione firmato dal presidente Maurizio Fugatti (Qui articolo). Un provvedimento di abbattimento sospeso dal tribunale. I dubbi dei giudici (e non sulla cattura, possibilità lasciata operativa) partivano in particolare dal primo caso, quello di luglio (Qui articolo). Nella serata di mercoledì 27 settembre il ritrovamento dell'orsa morta.

 

"E' un evento grave e potrebbe esserci una grande responsabilità della politica". A dirlo Alessandro De Guelmi, l’ex veterinario che è stato responsabile del benessere e dell'anestesia degli orsi durante le fasi di cattura in Trentino. "La prevenzione, l'informazione e la formazione sono fondamentali. Se la popolazione perde fiducia nelle istituzioni, il rischio è quello che i cittadini pensino alla giustizia fai-da-te, con enormi pericoli e ripercussioni anche in termini di sicurezza pubblica".

 

Un esemplare conosciuto molto bene da De Guelmi, "L'ho incontrata due volte, l'orsa più nervosa che ho incrociato" (Qui articolo). La carcassa è stata trovata in val Bondone sul territorio comunale di Sella Giudicarie. A intervenire per gli accertamenti il Corpo forestale del Trentino, si sono mossi in seguito all'attivazione del sensore di mortalità di cui è dotato il radiocollare.

 

L'abbattimento era sospeso ma non la cattura. Ma in queste settimane non si è arrivati alla captivazione dell'orsa. Una morte che verrà approfondita nelle prossime settimane. "E' un esemplare giovane - prosegue De Guelmi - quindi è difficile prendere in considerazione altre cause rispetto a un avvelenamento oppure a un'azione di bracconaggio. Siamo nel campo delle ipotesi che, se fossero confermate, diventerebbe un episodio molto grave e la responsabilità politica per la scarsa capacità o volontà di intervenire. Il plantigrado era ancora libero e magari qualcuno a fronte dell'inerzia delle istituzioni potrebbe aver deciso per una giustizia fai-da-te. Un atteggiamento estremamente pericoloso per svariati risvolti, anche per la sicurezza pubblica".  

 

La Provincia, attraverso una nota, ha spiegato che non è stato possibile accertare la causa della morte. Adesso la palla passa all'Istituto zooprofilattico delle Venezie. Il mondo animalista ha già chiesto di poter partecipare alle analisi. "Sono tecnici seri e capaci - evidenzia De Guelmi - ci si può fidare della loro professionalità. A differenza di M62, trovato in avanzato stato di decomposizione, il ritrovamento di F36 è stato praticamente immediato per il segnale lanciato dal radiocollare. Non ci sono scusanti sugli esami autoptici perché la carcassa è in ottimo stato".

 

Sono già diversi i casi di orsi trovati senza vita sul territorio provinciali, compresi M62 e F36 finiti nei decreti della Provincia. "E' possibile che ci siano altri esemplari morti, siamo sopra la media e questo fa riflettere", commenta De Guelmi. "Inoltre quest'ultimo plantigrado era una femmina in età prolifica e ci sono ripercussioni anche dal punto di vista genetico".

 

Il veterinario evidenzia l'importanza dell'informazione e della formazione, la necessità di sviluppare una cultura sui grandi carnivori. "Si è creata una psicosi collettiva - continua De Guelmi - per cui le persone si sono in grado di farsi giustizia. I residenti, ma anche i grandi carnivori, sono vittime dell'assenza di prevenzione, informazione e formazione della Provincia. La politica negli ultimi anni ha abdicato al proprio ruolo e il rischio è quello di 'delegare' la gestione dei grandi carnivori a vie diverse. In Italia, per esempio, vengono avvelenati o si tira il grilletto a 300-500 lupi ogni anno".

 

Pur non escludendo gli abbattimenti a priori ("La vita in cattività per un animale selvatico è più crudele"), servono analisi più approfondite sulla "salute" della popolazione ursina. "Per esempio, per quanto riguarda gli 8 esemplari da abbattere ogni anno da studio di Ispra, sarebbe il caso di intervenire riducendo le cause dell'inbreeding genetico della popolazione di orsi e solo dopo pensare agli eventuali abbattimenti", conclude De Guelmi.

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