Alle donne nemmeno la riserva indiana. Per Camera e Senato il centrosinistra schiera solo uomini
Nel centrosinistra tutti (fuorché Tonini) puntano alla riconferma. Puntano ai seggi sicuri anche Mellarini e Olivi. Per il centrodestra spunta Malossini oltre a Fugatti, De Bertoldi, Gabriella Maffioletti e Diego Binelli amico di Salvini. Un seggio (forse) per Bezzi

TRENTO. La politica trentina, in queste ore, è alle prese con un gioco a incastri di quelli che fanno perdere la testa. Ogni partito, ogni coalizione, deve incasellare i candidati dentro i collegi uninominali, tenendo conto del fattore D, della quota femminile che non dev'essere inferiore al 40%.
I seggi al Senato sono sei su base regionale (tre sul Trentino: Trento, Rovereto, Pergine Valsugana), stessa cosa alla Camera. C'è poi una quota proporzionale per il Senato, un solo seggio che ovviamente eleggerà un esponente Svp.
Alla Camera si eleggono invece 5 deputati su base regionale: l'Svp-Patt ne prenderà due, in virtù della legge che tutela la minoranza linguistica; il Pd spera di ottenere il terzo, mentre i restanti andrebbero a centrodestra e 5 Stelle. Questo secondo le ipotesi e gli ultimi sondaggi.
Sul proporzionale è prevista l'alternanza di genere e un equilibrio sui capilista: problema gestibile, tutto sommato. Il problema vero è sulla quota uninominale, soprattutto per il Partito democratico e per la coalizione di centrosinistra autonomista.
Andiamo sul concreto. La coalizione si presenta su 4 collegi: tre trentini (Trento, Rovereto, Pergine) e uno in Bassa Atesina. In questo caso le donne devono essere almeno due alla Camera e due al Senato. Cosa che rischia di far rimanere a casa qualche pretendente al seggio.
In Trentino sono loro: Tiziano Mellarini, Alessandro Olivi, Michele Nicoletti, Franco Panizza e Lorenzo Dellai, che sembra impossibile tenere fuori dalla rosa dei possibili eletti in Parlamento. In Bassa Atesina è già prenotato Gianclaudio Bressa.
Ma i posti sono però soltanto quattro per i maschietti, considerata Camera e Senato, e altri quattro dovrebbero essere di genere femminile. Come fare quindi a far quadrare i conti? Semplice: si aggira la questione e si ragiona sulla dimensione regionale.
In questo caso il calcolo del 40% è sui sei seggi della Camera e sugli altrettanti sei del Senato. Le proporzioni non cambiano, i collegi da dare alle rappresentanti femminili sarebbero anche in questo caso due alla Camera (su sei) e due al Senato (su sei), ma se li prenderebbe tutti l'Alto Adige.
In Trentino nemmeno una candidata, forse una messa nel seggio della Valsugana che si dà già per perso. Come per persi si danno quelli di Merano e Bressanone, dove sarebbero candidate le altre donne: lì vince l'Svp, si sa per certo.
In queste ore si cerca di sbrogliare la matassa dei numeri, dei posizionamenti, del tetris che fa scervellare, senza rendersi conto che il problema è politico, non algebrico. Il Pd della doppia preferenza, delle donne in politica da valorizzare...
Se queste ipotesi, che nelle ultime ore si rafforzano sempre di più, dovessero essere confermate, il centrosinistra rischia di fare una figuraccia. La questione è di sostanza: nessuna donna, o poche o messe in zone marginali. Una questione decisamente politica.
Ma vediamo il borsino delle candidature divise per collegio. Per la Camera, collegio uninominale di Rovereto (che comprende Vallagarina, Basso Sarca e Ledro), il centrosinistra dovrebbe candidare Alessandro Olivi, il centrodestra Mario Malossini l'ex presidente della Giunta provinciale.
Per il Senato, sempre a Rovereto, il centrosinistra punterebbe su Tiziano Mellarini, a sfidarlo Diego Binelli della Lega, amico personale di Matteo Salvini, assessore nel Comune di Pinzolo.
Sul collegio di Trento (che comprende Val di Non e Val di Sole), per il Senato ritenta l'elezione Franco Panizza. Il centrodestra posiziona Andrea De Bertoldi di Fratelli d'Italia. Alla Camera, per il centrosinistra, si parla di Michele Nicoletti.
Per il centrodestra, sempre alla Camera nel collegio del capoluogo, si parla di una candidatura femminile, che potrebbe essere l'unica in provincia. I nomi che girano sono più di uno, ma sembra che la più quotata sia Gabriella Maffioletti, ex consigliera comunale.
Rimane la Valsugana, il collegio in bilico che la volta scorsa fu strappato al centrodestra da Giorgio Tonini, che però questo giro non si ripresenta. Al Senato il centrodestra schiera Maurizio Fugatti, consigliere provinciale e segretario della Lega. Il centrosinistra non si sa.
Nessuno si vuole candidare dove si andrà quasi certamente a perdere. L'ipotesi è che si punti su una donna, per il ragionamento che si è fatto sopra. Alla Camera vorrebbe candidarsi Giacomo Bezzi, Roma permettendo: sembra che contro di lui giochi la regola che i consiglieri regionali non siano candidati, ma sembra giochi contro anche Michaela Biancofiore.
Sembra che su questo collegio, alla Camera, si apra uno spiraglio per Lorenzo Dellai che con il suo nuovo partito nazionale Civica Popolare non riuscirà mai a superare la soglia di sbarramento ed essere eletto nella quota proporzionale. Il collegio è più consono all'ex governatore che avrebbe, forse più di tutti, ottime chance di portarlo a casa.