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Doppia cittadinanza, Moavero: ''E' l'ultimo dei problemi da sollevare''. Kaswalder: ''Sarà nel nostro programma, no ai partiti nazionali''
Per il ministro degli esteri italiano più che "un atto ostile è un atto francamente curioso sull'opportunità del quale ci interroghiamo". Vienna intanto frena e Kompatscher spiega che anche il concetto di madrelingua tedesca potrebbe non bastare. Il Patt: ''Il tema è sovranazionale. Anche i nostri nonni erano austro-ungarici''

TRENTO. "Prima di essere un atto ostile è un atto francamente curioso sull'opportunità del quale ci interroghiamo". Così il ministro degli esteri sulla discussa 'doppia cittadinanza' che qualche trentino e qualche altoatesino chiederebbe di ottenere. Un doppio passaporto italo-austriaco che Enzo Moavero, a margine dell'incontro avuto ieri a Berlino con il ministro tedesco Heiko Maas, ha definito ''l'ultimo dei problemi da sollevare''. "La concessione della cittadinanza di uno Stato ai cittadini di un altro Stato che già condividono la cittadinanza europea ci sembra un gran bisticcio di cittadinanza e di parole - ha detto Moavero -. Con tutti i problemi che in questo momento ci sono in Europa, la questione della doppia cittadinanza ci sembrava davvero l'ultimo che bisognasse sollevare".
Parole nette e condivisibili perché quella del doppio passaporto sta diventando sempre più una polemica estiva pretestuosa e se qualche giorno fa l'Austria sembrava pronta a regalare passaporti e cittadinanze agli altoatesini di madrelingua tedesca oggi lo staf del portavoce del governo di Vienna, spiega che non se ne farà niente almeno fino al 2019/2020 e comunque Vienna non prenderà provvedimenti senza l'approvazione di Roma e Bolzano. E sul tema, questa mattina, si è espressa la ministra degli esteri austriaca Karin Kneissl dicendo che per il passaporto per gli altoatesini di lingua tedesca e ladina ci sarebbe "un dialogo permanente con Roma e uno stretto accordo con Bolzano". Parole di grande cautela le ha usate anche il presidente della regione Arno Kompatscher che oggi ha sottolineato "il valore simbolico del doppio passaporto per il legame con l'Austria" che però non toccherebbe l'autonomia e il senso di appartenenza all'Italia.
Ma, ha aggiunto, che come criterio di accesso al passaporto anche la dichiarazione di appartenenza linguistica potrebbe essere "troppo poco perché non sempre veritiera". Insomma se le cose appaiono molto complicate per i madrelingua tedeschi per i trentini di lingua italiana le speranze di ottenere il passaporto di Vienna paiono davvero ridotte a zero. Polemici gli Autonomisti Popolari di Walter Kaswalder che se la prendono soprattutto con Kompatscher parlando di dolore e stupore: "Dolore è dovuto alla evidente non comprensione, dalla palese indifferenza con la quale il leader sudtirolese ha voluto rispondere non già e non solo alla nostra richiesta, ma a quella di migliaia e migliaia di trentino tirolesi e di sudtirolesi di madrelingua italiana residenti nella provincia di Bolzano (...). Stupore, nel voler cancellare una storia comune, una storia che non può essere stravolta dai piccoli interessi di bottega cui evidentemente Kompatscher si è piegato. Perché il Tirolo, piaccia o non piaccia, è compreso tra Kufstein a nord e Borghetto a sud. Non è mai esistito con confine a Salorno. Senza il Trentino, non esiste il Tirolo".
Gli Autonomisti Popolari, quindi dicono no ''ai partiti nazionali, ai partiti etnonazionalisti'' ai quali "rivolgiamo - scrivono - questa dichiarazione: il tempo delle cortesie è finito, non ci fermerete nel rivendicare il nostro diritto. Per questo rassicuriamo i trentini: nel nostro programma, Regione e doppio passaporto saranno punti non negoziabili. Più conteremo e più sarà difficile per Vienna e Bolzano fare le spallucce, ignorando la nostra fede, ignorando la nostra storia". E infine un affondo al Patt: ''Una sola parola: vergognatevi''.
E proprio il Patt ha preso a sua volta posizione sulla vicenda partendo da quella che è una domanda che sorge spontanea leggendo le parole di Autonomia Popolare: "Il movimento di Kaswalder, Chilovi e Corona che tanto strumentalizza la causa della doppia cittadinanza, come giustifica l’alleanza riproposta anche a livello provinciale con movimenti politici dichiaratamente nazionalisti (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi x l’Italia), capeggiati da leader espressamente contrari a questa possibilità (Meloni, Biancofiore...)? E come giustificano il loro appoggio alla Lega che nel suo governo nazionale sostiene ministri come Riccardo Fraccaro che afferma “Il doppio passaporto sarebbe un atto ostile, che intendiamo respingere con fermezza”?"
"Spiace - proseguono il presidente del Patt Masera e il vicesegretario Marchiori - constatare come ormai qualsiasi tema finisca nel tritacarne della campagna elettorale anche a danno della verità e della corretta informazione. Come autonomisti del Patt ma soprattutto come trentino-tirolesi, non possiamo tacere di fronte alle prese di posizione di un movimento politico trentino che vorrebbe far ricadere sul Governo provinciale e regionale una questione che non compete nemmeno allo Stato italiano. Ci riferiamo alla questione della concessione del doppio passaporto a discendenti sudtirolesi di cittadini austro-ungarici al vaglio del Governo austriaco. La proposta che sta avanzando in Austria purtroppo risponde a una visione nazionalista basata sull’appartenenza linguistica che dovrebbe essere stata sepolta dopo la prima metà del ‘900 e il secondo conflitto mondiale. Questa interpretazione inoltre sminuisce e snatura l’identità trentina (e in parte sudtirolese) che, basandosi su motivazioni storico-culturali e non linguistiche, viene completamente esclusa da questo provvedimento.
"E questo - aggiungono gli esponenti del Patt - non per volontà della Provincia autonoma di Trento o della Regione autonoma Trentino - Alto Adige\Südtirol (che anzi in questi anni anche grazie al lavoro del Presidente Rossi hanno continuamente arricchito con nuovi progetti le occasioni di affermazione del livello euroregionale) ma solamente del Governo austriaco. Che senso ha concedere la doppia cittadinanza solo a determinate categorie di persone? Non erano cittadini austro-ungarici anche i nostri nonni, sudditi anch’essi dell’imperatore, morti a migliaia nella prima guerra mondiale fra le fila dell’esercito di Francesco Giuseppe? Il Trentino non è stato per secoli parte integrante del sistema politico tirolese, esempio di convivenza pacifica fra lingue diverse, ponte fra la cultura mitteleuropea e quella mediterranea?"
"La realtà dei fatti - concludono - è che dietro le sterili prese di posizione di qualcuno non c’è visione, ma solo il tentativo di racimolare un po’ di voti in vista del prossimo ottobre. Il provvedimento al vaglio del governo austriaco, se confermato, va certamente nella direzione di riconoscere l’appartenenza storica di tutti i tirolesi, ma non ci può soddisfare. Il nostro appello come autonomisti del Patt è che vengano inseriti in questo provvedimento tutti i discendenti austro-ungarici residenti nella nostra Regione, senza inutili e antistoriche esclusioni. Ma siamo anche fermamente convinti che se volessimo far prevalere gli aspetti innovativi dell’Impero austro-ungarico, che rappresentano ancora oggi una visione di futuro in grado di dare speranza alle nuove generazioni, l’unica proposta attualmente in grado di andare verso quello spirito europeo che anima gli autonomisti, in grado di rafforzare l’Euregio eliminando nazionalismi e divisioni è quella della cittadinanza europea".
Insomma siamo agli ''aspetti innovativi dell'Impero austro-ungarico''. Viene da chiedersi, come ha fatto Moavero, davvero se questa sia una polemica che ha una qualche utilità o se alla fine non finirà che indebolire l'autonomia di un territorio, il nostro, modello in Europa che ha goduto di spazi di manovra unici e di un sistema di tutela delle minoranze invidiato in tutto il mondo.