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''Il Pd discute ma non è spaccato''. Il segretario: ''Ma con i Civici strada impercorribile''

"Si riparte dalla coalizione di centrosinistra-autonomista, occorre anche costruire delle alternative che non siano solo suggestioni". E su Rossi la verifica di una condivisione ampia all'interno delle forze storiche della coalizione

Pubblicato il - 28 giugno 2018 - 19:33

TRENTO. Giuliano Muzio, segretario del Pd, interviene con un comunicato stampa per dare 'l'interpretazione autentica' di quello che è successo ieri all'interno dell'assemblea de partito che si è tenuta per affrontare il "Che fare?" in vista delle elezioni provinciali.

 

Noi abbiamo raccontato così la serata di ieri, a cui abbiamo partecipato, spiegando che l'assemblea era ancora divisa sul Rossi sì, Rossi no e che qualcuno proponeva anche di allargare la coalizione ai Civici del sindaco Valduga.

 

Lui invece precisa alcune cose, queste: "In ogni dibattito si esprimono idee e sensibilità diverse, ma questo non vuol dire necessariamente che un partito è diviso o incerto su quello che vuole fare. Perché sono le decisioni che vengono prese dagli organismi dirigenti, a partire dall’assemblea per arrivare al segretario che ne attua l'indirizzo politico, quelle che esprimono la volontà di un soggetto collettivo".

 

"Per questo non posso condividere l'immagine, riportata da alcuni organi di informazione, di un partito diviso e inconcludente. L'orientamento proposto dal coordinamento e condiviso dall'assemblea indica alcuni punti fermi", che di seguito elenca.

 

"Il PD del Trentino riparte dalla coalizione di centrosinistra-autonomista che ha governato con successo il Trentino negli ultimi vent'anni, non per conservazione - sottolinea - ma perché ritiene che l'idea di un'Autonomia come patto di una Comunità coesa sia la strada giusta rispetto all'idea divisiva proposta dalla Lega e dai suoi alleati";

 

"Il PD del Trentino ha realizzato un percorso che puntasse a un rinnovamento che passa dall'allargamento della coalizione e dalla ricerca di volti nuovi che la esprimano e, con senso di responsabilità, non ha forzato su un candidato presidente - afferma - dando ampia disponibilità per una soluzione che avesse come unici paletti l'unità della coalizione e l'ancoraggio ai valori che  sono alla base  della coalizione stessa".

 

"In questo senso - spiega - l'impegno a verificare se sul nome dell'attuale presidente si possono realizzare quelle convergenze ampie necessarie per ottenere un risultato positivo alle elezioni". Un impegno che si è però scontrato con la posizione dei Civici del sindaco Valduga.

 

"Purtroppo - ammette Muzio - il confronto con quella parte di realtà civiche ha registrato finora un netto rifiuto ritenendo da parte loro che le forze politiche storiche e il PD del Trentino in particolare fossero un ostacolo al loro progetto, e che non fosse condivisibile una scelta politica chiara rispetto alle due idee diverse e contrapposte di governo dell'autonomia che oggi esprimono il leghismo e i suoi alleati da una parte e le forze di centrosinistra e autonomista dall'altra".

 

"Per questa ragione, e cioè per l'assenza di una proposta che permettesse all'elettorato del PD di potersi riconoscere, si è preso atto dell'impercorribilità di una proposta che viene continuamente ripresa ignorando evidentemente il confronto che invece è stato fatto in questi mesi".

 

Per quanto riguarda la richiesta di cambiamento, insomma, "occorre anche costruire delle alternative che non siano solo suggestioni". Un dibattito che proseguirà con "le forze storiche della coalizione e con chi ha espresso la disponibilità. Per una soluzione unitaria - afferma Muzio - ma ripartendo dalla coalizione e non da alternative per noi improponibili".

 

Improponibili, nel caso dei Civici, proprio perché  hanno "come presupposto la cancellazione della sinistra e del PD del Trentino nel governo dell'Autonomia". "Se non siamo giunti ad una conclusione è per le rigidità delle forze che compongono la coalizione, non certo per nostra indisponibilità o indecisione".

 

Un accenno viene fatto anche alla costruzione della Commissione elettorale, motivo di altre divisioni nell'assemblea di ieri. "La Commissione elettorale ha  indicato tra gli obiettivi quello dell'apertura e del rinnovamento, a conferma del pluralismo, della rappresentanza territoriale e delle diverse provenienze".

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