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Richiedenti asilo, ok alla proposta Rossi-Kompatscher: chiarezza sulla gestione dei flussi, velocizzare domande di asilo e rimpatri
Nella conferenza delle Regioni è stato dato il via libera alla proposta giunta dei governatori del Trentino Alto Adige. Principi di buon senso molto difficili da applicare. Ora toccherà a Matteo Salvini decidere e rispondere

TRENTO. Nuove regole e maggiore solidarietà da parte dello Stato. Nella conferenza delle Regioni, oggi a Roma, è stato dato l'ok alla proposta del Trentino e dell'Alto Adige per chiedere al nuovo Governo chiarezza sulla gestione dei flussi, redistribuzione fra le Regioni anche dei richiedenti asilo che arrivano via terra e non solo tramite sbarchi. E ancora, velocizzare le domande di asilo, certezza delle regole di rimpatrio per chi è raggiunto da decreto di espulsione, monitoraggio continuo e condivisione dei dati, contrasto ai trafficanti e, infine, tutela dei minori, specie se non accompagnati.
Le Regioni chiederanno al ministro dell’interno Matteo Salvini questi provvedimenti che si basano sulla proposta presentata lo scorso maggio dai governatori del Trentino, Ugo Rossi e dell’Alto Adige, Arno Kompatscher. Tutte cose di puro buonsenso ma, va detto, dalla difficilissima soluzione.
“Non pare tollerabile – aveva scritto Ugo Rossi nel maggio scorso al presidente della Conferenza, Stefano Bonaccini - che i territori si trovino a dover gestire la presenza di queste persone nel totale disinteresse dello Stato rispetto al destino delle persone uscite dal progetto di accoglienza e sprovviste di qualsivoglia titolo giuridico che ne consenta la permanenza sul territorio nazionale. E' quindi urgente che il ministero dell’interno si esprima al più presto definendo le modalità per garantire un temporaneo sostegno umanitario a queste persone al fine di evitare situazioni di disagio grave e di degrado delle città e di potenziale pericolo per la popolazione residente".
Nello specifico si è richiesto di chiarire se per tale sostegno le spese sono a carico dello Stato o se le province autonome e gli enti locali sono autorizzate ad utilizzare le risorse destinate ai servizi sociali normalmente dedicati alle persone senza fissa dimora. Inoltre, data per scontata la necessità di individuare con urgenza soluzioni provvisorie, lo Stato dovrebbe individuare modalità celeri ed efficaci per il rimpatrio delle persone non riconosciute e quindi illegalmente presenti sul territorio nazionale.
I punti condivisi all’unanimità sono i seguenti:
1. Necessità di prevedere a breve un incontro con il ministro dell’interno per avere informazioni circa gli indirizzi politici e strategici del nuovo governo rispetto alla gestione dei flussi in arrivo, all’accoglienza sul territorio nazionale, alle proposte di riforma del trattato di Dublino e della normativa nazionale in materia di immigrazione e asilo, al contrasto delle organizzazioni di trafficanti di migranti e al contemporaneo rilancio della cooperazione internazionale
2. Dato atto della presenza di richiedenti asilo che raggiungono il territorio nazionale via terra, è necessario che il sistema di ridistribuzione territoriale fra le regioni e di accoglienza venga esteso a tutti i richiedenti asilo in Italia, non solo a quelli giunti tramite gli sbarchi.
3. Velocizzare i tempi di analisi delle domande di asilo, di valutazione della loro ammissibilità al fine di ridurre significativamente i tempi di attesa per la definizione dello status.
4. Necessità di rimpatriare coloro che, pur raggiunti da decreto di espulsione, si trovano ancora sul territorio nazionale, attraverso la promozione di accordi bilaterali con i paesi di origine per i rimpatri e l’implementazione degli stessi centri di permanenza per i rimpatri.
5. Assoluta necessità di un monitoraggio continuo dei dati ufficiali, sia sui numeri assoluti che percentuali, relativi alla distribuzione dei migranti, nonché in ragione della popolazione residente.
6. Necessità di garantire il massimo livello di tutela per i minori stranieri, tra cui in particolare quelli non accompagnati, rispetto ai quali sono ancora oggi i singoli comuni a doversi fare carico dei maggiori costi.