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Salvini chiede il censimento di sinti e rom. L'Aizo regionale: "Dichiarazioni che spaventano. Rifiutiamo le schedature''

L'Associazione italiana zingari oggi rispedisce al mittente quanto detto dal ministro dell'Interno che continua la sua politica fatta di slogan e pochi fatti. A tre settimane dal via del Governo resta l'operazione Aquarius (a fronte dei 2.000 sbarchi in 8 giorni in Sicilia) e la crescita dei sondaggi. Provvedimenti e proposte stanno a zero

Di Luca Pianesi - 20 giugno 2018 - 18:59

TRENTO. "Rifiutiamo le schedature di un tempo come quelle di oggi". Così la onlus ''Aizo sinti e rom'' del Trentino Alto Adige risponde alle dichiarazioni del ministro dell'interno che ha annunciato un "censimento di rom e sinti" e che oggi, come se ormai stessimo vivendo in un reality da campagna elettorale, ha postato la foto di una ruspa che abbatte una casa con la scritta "Questa mattina a Carmagnola (Torino), dove amministra la Lega, è stata abbattuta una casa abusiva in un campo Sinti non autorizzato. Dalle parole ai fatti#primagliitaliani".

 

In realtà ad oggi i fatti sono pochissimi e le parole tantissime. Nelle prime tre settimane di Governo Conte il ministro dell'Interno ha messo a segno una montagna di dichiarazioni e un unico fatto che si ricordi (due se aggiungiamo la casetta abbattuta oggi se lo ritiene un suo successo) quello di aver fatto deviare la nave Aquarius, con a bordo 629 persone, in Spagna, mentre solo negli ultimi 8 giorni sono sbarcati in Sicilia quasi 2.000 di migranti. Insomma se un governo lo si misura dai provvedimenti messi a segno nei primi 100 giorni al momento a fatti siamo a zero. E infatti l'Ocse, ieri, a Bruxelles presentando le stime di crescita dell'Eurozona si è detta molto preoccupata per l'Italia, ha spiegato che il rafforzamento dei populismi rappresenterebbe un rischio per la crescita e che il nostro Paese sarebbe già destinato a frenare (le previsioni per il 2018 sono di un +1,4% mentre per il 2019 sono dell'1,1%).

 

Ma se a provvedimenti al momento siamo a zero, come dicevamo, a chiacchiere stiamo viaggiando a mille e il leader maximo, in questo senso, è senza dubbio il ministro dell'interno (il premier Conte praticamente non ha più aperto bocca dopo l'insediamento e Di Maio interviene giusto per frenare, ogni tanto, l'impeto del collega vicepremier). Il tiro viene alzato giorno per giorno e gli strilli sono sempre più indirizzati alla pancia delle gente. Si va da frasi del tipo "dobbiamo frenare il business degli avvocati d'ufficio'' (che rappresentano uno degli strumenti più importanti delle democrazie avanzate, che servono a garantire il più sacro dei principi giuridici quello alla difesa e alla parità di trattamento davanti alla legge, si sia ricchi o poveri, intelligentissimi o incapaci d'intendere e volere) a propositi come quello del blocco delle navi "del riso asiatico" (c'ha dovuto pensare la Ue ad aggiornare l'ex parlamentare europeo spiegandogli che il governo Gentiloni aveva già attivato una procedura per la salvaguardia dei produttori locali e che da marzo l'Italia potrebbe applicare i dazi).

 

Dal ''la pacchia è finita'' alla ''caccia'' a chi fa scritte sui muri e più in generale dissente con la nuova linea politica si è arrivati, qualche giorno fa, all'attacco di sinti e rom. Nulla di più facile per solleticare i bassi istinti del popolo e infatti ecco schizzare i sondaggi che danno, oggi, una Lega quasi al 30% capace di scavalcare l'ormai evanescente Movimento 5 Stelle. "Faremo un censimento, quelli italiani purtroppo ce li dobbiamo tenere". Sentendo certe frasi viene da chiedersi cosa farebbe (o direbbe) il ministro dell'Interno se non ci fosse la Costituzione a tenerlo a freno e a porre qualche limite al suo spirito di iniziativa. Ma anche se dette ancora all'interno di uno stato di diritto "le dichiarazione di Salvini spaventano e ci trovano completamente contrari a questo atteggiamento di discriminazione nei confronti dei popoli sinto e rom", scrive la "Associazione italiana zingari oggi sinti e rom".

 

"Ricordiamo al ministro - proseguono - che questi popoli hanno subito la furia omicida dei fascisti e dei nazisti attraverso le leggi razziali e poi i campi di sterminio. Finita la seconda guerra mondiale la situazione di discriminazione continua inarrestabile tanto che anche oggi non esiste una politica di integrazione a livello nazionale. O meglio: l’Europa ha stanziato i fondi affinché le varie nazioni della Comunità agiscano per creare per Sinti rom e camminanti le condizioni abitative, scolastiche e lavorative che permettano la partecipazione attiva di tutte le culture presenti nel territorio. La Comunità Europea ha quindi invitato i vari Stati membri a creare insieme ai diretti interessati una strategia nazionale nella quale si possono leggere le indicazioni del progetto italiano. Correva l’anno 2011: la strategia nazionale diventa realtà con l’apporto di tutte le associazioni che si occupano a vario titolo di popolazioni rom, sinte e camminanti. Poi? Il vuoto".

 

Peggio, forse. Non solo il vuoto ma le grandi speculazioni (vedasi il caso di Mafia Capitale) fatte da politici e amministratori senza scrupoli anche in danno a queste persone. Ora si torna a parlare della questione e lo si fa in questi termini e in molti prendono l'Emilia Romagna come esempio dove in realtà un censimento di rom e sinti ci sarebbe già stato. "L'Emilia-Romagna non fa nessuna schedatura di Rom e Sinti, ed è vergognoso e offensivo anche il solo pensarlo - ha spiegato in varie interviste il vicepresidente e assessore al Welfare dell'Emilia Romagna Elisabetta Gualimini -. Dal 1996 in accordo con le loro associazioni di rappresentanza ci limitiamo a rilevare presso i Comuni e in forma assolutamente anonima alcuni dati statistici di massima relativi a Rom e Sinti. Si tratta di forme di monitoraggio che, in coerenza con le linee guida europee, ha come unico obiettivo quello di superare i cosiddetti grandi campi". 

 

Insomma rilevazioni statistiche anonime che riguardano il numero di nuclei familiari, di minori presenti e altri dati di questo tipo. Nulla a che vedere con schedature o registrazioni. Tra l'altro di cosa stiamo parlando? La presenza di rom, sinti e camminanti in Italia è stimata dal Consiglio d’Europa fra 120mila e le 180mila persone su una popolazione totale di quasi 60 milioni di abitanti. Secondo la mappatura 2017 della "Associazione 21 luglio" sono 26 mila quelli che vivono in condizioni di emergenza abitativa (baraccopoli, micro insediamenti e centri di raccolta rom). L'Italia per l'Europa è il "Paese dei Campi” perché è l'unica che nell'ultimo ventennio si è impegnata più nella costruzione e gestione di aree all'aperto dove segregare su base etnica le comunità rom piuttosto che cercare soluzioni alternative (microaree, abitazioni, etc..).

 

"Su questi temi - spiega ancora l'associazione Aizo sinti e rom onlus - lo Stato è latitante discriminando questi popoli ieri come oggi, costringendo alcuni di loro a vivere in campi-ghetto in condizioni disumane. Su questi temi è l’associazionismo che lotta per una giustizia sociale, per un benessere sociale diffuso, per progetti veri e trasparenti condivisi e concretamente di integrazione. Aizo sinti e rom onlus sta da sempre dalla parte della giustizia, con sinti e rom denunciando e combattendo ogni tipo di razzismo. Rifiutiamo le schedature di un tempo come quelle di oggi".

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