''Sostegno ai giornalisti dell'Adige. Il pluralismo dell'informazione è il sale della democrazia''
Dopo che il Dolomiti ha dato notizia del fatto che l'editore Ebner ha scritto ai giornalisti del quotidiano di via Missioni Africane che vista la loro intenzione di scioperare lui non si ritiene più vincolato a garantire il mantenimento dei posti di lavoro oggi pubblichiamo una lettera di un rappresentante della società civile, Walter Ferrari portavoce del Comitato Lavoratori Porfido in sostegno alla redazione dell'Adige

TRENTO. Se a livello politico solo il Movimento 5 Stelle, con il consigliere Alex Marini, è intervenuto per chiedere al primo editore della regione, Michl Ebner, di ''rispettare il diritto allo sciopero dei suoi giornalisti senza adombrare la perdita di posti di lavoro” oggi arriva un esplicito sostegno alla redazione dell'Adige anche da una parte di società civile. E' Walter Ferrari, portavoce del Comitato Lavoratori Porfido a scrivere una lettera, che pubblichiamo integralmente, tesa a ricordare quanto importante sono, per la tenuta democratica di un territorio, il pluralismo d'informazione e la libertà di stampa ed i rischi che, al contrario, possono comportare i ''cartelli'' o i monopoli, in qualsiasi settore.
Negli scorsi giorni il Dolomiti vi ha raccontato della lettera inviata dall'editore Michl Ebner ai giornalisti dell'Adige e ai sindacalisti di riferimento dove evidenziava la sua contrarietà per buona parte delle azioni sindacali normalmente previste dalla pubblicazione dei comunicati stampa del comitato di redazione sul loro quotidiano al fare riferimento al concetto stesso di sciopero (''A conclusione dei miei chiarimenti (...) ed in conseguenza del pacchetto di scioperi riconfermati dai giornalisti - sie legge nella lettera - anche dopo l'incontro del 19 febbraio, non mi ritengo più vincolato alla rassicurazione fatta il 25 luglio 2018 durante l'assemblea delle maestranze della Sie, di garantire il mantenimento dei posti di lavoro).
Il tutto, ovviamente, partendo dalla posizione di forza data dal fatto di essere, con il Gruppo Athesia, proprietario di tutti i principali quotidiani cartacei regionali (esclusi i dorsi del Corriere della Sera) oltre che di altri organi di informazione, emittenti e radio (e di tanto altro). Una posizione di forza ben conosciuta in Alto Adige (sia dal mondo della pubblicità che dalla politica che dalle categorie economiche e imprenditoriali) e ora sempre più evidente anche in Trentino. E allora ecco la lettera di Walter Ferrari, balzato, negli anni, agli onori della cronaca per il suo impegno nel denunciare irregolarità e criticità legate al mondo del porfido, le intimidazioni e le violenze avvenute nei confronti degli operai, le storture nei meccanismi di proroga automatica delle concessioni e le connessioni con la criminalità organizzata.
Il mio sostegno alla redazione dell'Adige
Negli ultimi anni la redazione dell'Adige ha mostrato grande attenzione per le gravi problematiche della zona del porfido. Un settore che rappresenta per la provincia di Trento una specie di cartina di tornasole rispetto alla capacità o meno da parte dell'amministrazione provinciale di intervenire in modo incisivo al fine di indirizzare e regolare un'attività economica dal forte impatto ambientale, spesso in conflitto con le esigenze sociali. Un settore da mezzo secolo dominato da una imprenditoria autoctona spesso arrogante, abituata a difendere in tutti i modi i propri elevati profitti.
La sua capacità di fare “cartello” le ha consentito, a livello locale, di controllare le Amministrazioni comunali e, a livello provinciale, di interferire pesantemente nelle scelte legislative della Provincia, nonché di condizionare il mondo dell'informazione. Per queste ragioni l'impegno nell'approfondire e nel mettere in luce gli aspetti più scabrosi di questo settore, dimostrato dai giornalisti dell'Adige, va pubblicamente apprezzato. Questo il motivo per il quale, nel momento in cui essi si trovano ad affrontare una difficile vertenza come quella di cui è stata data notizia nei giorni scorsi, voglio esprimere loro il mio apprezzamento e la mia solidarietà.
Un sostegno che penso non possa venir meno da parte di ogni cittadino sinceramente democratico in quanto indispensabile a preservare quegli spazi di informazione e pluralismo della stessa, il cui venir meno comporterebbe un ulteriore arretramento sul piano delle garanzie democratiche. Mi auguro che la concentrazione delle testate regionali nelle mani di uno stesso editore non significhi in definitiva un isterilimento dell'informazione, attribuendo ad essa una funzione ausiliaria e dando alla pubblicità il ruolo principale.
D'altra parte purtroppo i processi di concentrazione hanno solitamente l'obiettivo di acquisire la concorrenza per poi smantellarla, se così fosse occorrerebbe pensare ad un intervento da parte della politica e delle istituzioni a garanzia di una testata storica quale appunto l'Adige. Questo considerando che il pluralismo dell'informazione è il sale della democrazia, tolto il quale si imbocca inesorabilmente la strada dell'autoritarismo. Sostenere oggi i giornalisti dell'Adige e difendere la dignità del loro lavoro significa quindi anche opporsi concretamente all'avanzata della cosiddetta “democrazia illiberale” da più parti teorizzata, invocata ed attuata.
Walter Ferrari (portavoce del C.L.P.)