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Adige, i giornalisti ipotizzano lo sciopero? Ebner: ''Non mi ritengo più vincolato a garantire il mantenimento dei posti di lavoro''

Il 2 luglio il proprietario del gruppo Athesia che ha acquisito il giornale di via Missioni Africane ha mandato una lettera ai giornalisti e al sindacato dove ribadisce la sua contrarietà ad azioni di protesta sindacale. Il giornale negli ultimi 10 anni è passato da oltre 18.500 copie in edicola a poco più di 12.500 (nel 2018) mentre gli abbonati sono calati da oltre 7.500 (nel 2008) a circa 6.600 (nel 2018)

Di Luca Pianesi - 04 luglio 2019 - 06:01

TRENTO. ''A conclusione dei miei chiarimenti (...) ed in conseguenza del pacchetto di scioperi riconfermati dai giornalisti anche dopo l'incontro del 19 febbraio, non mi ritengo più vincolato alla rassicurazione fatta il 25 luglio 2018 durante l'assemblea delle maestranze della Sie, di garantire il mantenimento dei posti di lavoro''. Questa la conclusione di una lunga lettera mandata ai giornalisti dell'Adige, al segretario generale dell'Fnsi Raffaele Lorusso e al segretario Fnsi del Trentino Alto Adige Rocco Cerone, il 2 luglio in replica al comunicato sindacale pubblicato il 28 giugno sullo stesso quotidiano di via Missioni Africane (QUI PER LEGGERE) da Michl Ebner proprietario del Gruppo Athesia (e dunque anche dell'Adige oltre che del Trentino, dell'Alto Adige, della Dolomiten, di Radio DolomitiSüdtirol 1, Radio Tirol, Tele Radio Vinschgau, Bazar e ancora del gruppo fanno parte Brennercom, Alpina Tourdolomit e Tour Aveo, l'Hotel Therme Merano, acquisito con un consorzio, e la maggioranza delle azioni della Schnalstaler Gletscherbahn la funivia più alta dell'Alto Adige e tanto altro).

 

A rischiare il posto sono almeno in otto dei 38 giornalisti dello storico quotidiano trentino e se fino a ieri risuonavano forti le parole proprio del proprietario Ebner che aveva garantito a tutti il posto, in un modo o nell'altro, magari spostandoli su altri giornali del gruppo o assorbendoli in altre aziende della galassia Athesia, oggi quanto detto non vale più perché i giornalisti dell'Adige si starebbero comportando in maniera poco ''aziendalista'' (per la proprietà) cercando di fare quadrato e appoggiandosi ai sindacati, servendosi dei comunicati sindacali pubblicati sul loro giornale, l'ultimo il 28 giugno, e accennando a possibili ''5 giorni di sciopero''. Un'affermazione, questa, che deve essere suonata come una sorta di ''lesa maestà'' in quel di Bolzano tanto da spingere la proprietà a dichiarare che a questo punto non ci sarebbero più le rassicurazioni che erano state fatte un anno fa sul mantenimento del personale.

 

E poi una serie di dati sull'andamento del primo giornale cartaceo del Trentino, a spiegare le ragioni di una crisi che ha radici profonde, con le cifre pubblicate anche in Camera di Commercio che raccontano di un bilancio in attivo, negli ultimi 10 anni, solo in due occasioni, di una perdita complessiva di quasi 4 milioni di euro e di una rotativa che veniva utilizzata 90 minuti al giorno e restava spenta per 22 ore e 30 minuti.

 

Si specifica che il quadro della situazione sarebbe, quindi, ''più che preoccupante sia per quanto riguarda la perdita di copie e conseguentemente di pubblicità''. E così le copie in edicola sono passate in 10 anni da oltre 18.500 a poco più di 12.500 (nel 2018), gli abbonati sono calati da oltre 7.500 (nel 2008) a circa 6.600 (nel 2018) con un aumento degli abbonati digitali (che prima non esistevano) che oggi sono circa 2.300. Un trend di decrescita che ha caratterizzato tutto il settore dell'editoria, ovviamente, e non riguarda solo l'Adige, acquistato un anno fa dal gruppo Athesia che in questo modo ha, di fatto, ottenuto una sorta di posizione di monopolio (restano i dorsi del Corriere autonomi) per quanto riguarda l'informazione cartacea, e non solo, regionale.

 

Una posizione di forza che si palesa in ogni settore e che ora appare evidente anche nei confronti dei dipendenti e dei giornalisti in qualche modo ''invitati'' a non esercitare un loro sacrosanto diritto, quello allo sciopero, per non vedere la proprietà ''cambiare idea'' rispetto ai licenziamenti. Nei prossimi giorni si capirà meglio cosa accadrà ad uno dei più antichi e nobili patrimoni dell'editoria trentina

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