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Coronavirus, il Patt per rilanciare il turismo: ''Ci siano agevolazioni fiscali se un residente sceglie di restare in Trentino per le vacanze''
Molto di questa stagione estiva ai tempi di Covid-19 si potrebbe giocare in casa per un ritorno a un turismo degli anni '70. D'altra parte le ferie restano un po' un rebus, l'ipotesi è quella di aprire confini e frontiere il prossimo 3 giugno, mentre si tratta sulla riapertura del Brennero con l'Austria che ha garantito almeno un corridoio di transito dagli altri Paesi

TRENTO. "La Provincia potrebbe attribuire benefici fiscali a favore dei residenti sul territorio provinciale che nel corso del 2020 intendono effettuare soggiorni-vacanza nelle strutture ricettive del Trentino", questa la mozione presentata da Ugo Rossi, Michele Dallapiccola e Paola Demagri.
Molto di questa stagione estiva ai tempi di Covid-19 si potrebbe giocare in casa per un ritorno a un turismo degli anni '70. D'altra parte le ferie restano un po' un rebus, l'ipotesi è quella di aprire confini e frontiere il prossimo 3 giugno, mentre si tratta sulla riapertura del Brennero con l'Austria che ha garantito almeno un corridoio di transito dagli altri Paesi.
Le incertezze sono legate alla capacità di spesa delle famiglie, attività produttive da riportare a regime, ferie in gran parte consumate e cassa integrazione per tantissime persone. E' vero che difficilmente le persone rinunciano a un periodo di vacanza, una necessità di relax acuito anche a causa di due mesi di lockdown.
E questi elementi spingono a tenere in altissima considerazione che le vacanze di questa stagione atipica possano riservare una "riscoperta" del Trentino da parte dei trentini. Da qui la mozione degli autonomisti: "La Giunta - evidenziano Rossi, Dallapiccola e Demagri - dovrebbe individuare strumenti efficaci per stimolare la ripresa del turismo e valutare l'introduzione di specifici contributi e sgravi fiscali a favore dei residenti sul territorio provinciale che usufruiscono dei servizi delle strutture trentine nel corso del 2020".
Una proposta del Patt per cercare di rendere ancora più attrattiva la possibilità di spendere una vacanza sul territorio, dopo che la Pat ha parzialmente recepito l'ipotesi delle Stelle alpine di "lasciare" momentaneamente la tassa di soggiorno agli operatori del comparto (l'ipotesi messa sul tavolo era quella di prevedere questa opportunità fino a fine anno mentre piazza Dante intanto si è fermata all'autunno) per avere un po' di liquidità immediata in questo periodo complicato. Un intervento certamente tutt'altro che risolutivo, ma una boccata d'ossigeno.
Un'idea questa di abbassare l'addizionale Irpef che rispecchia il "Prima i trentini" della Lega, un provvedimento che si potrebbe unire all'esenzione per i residenti in Regione dal pagare l'imposto di soggiorno, cittadini che attraverso le tasse già contribuiscono a iniettare risorse nel sistema. Ma l'assessorato sembra appiattito sulla realizzazione della nuova seggiovia a Bolbeno (Qui articolo) e sulla riforma del turismo, mentre le Aziende per il turismo vedono un taglio del 30% delle risorse (Qui articolo).
Il settore turistico è tra gli asset fondamentali della nostra economia, rappresenta il 13% del prodotto interno lordo nazionale e quasi il 15% del Pil del Trentino. L’anno 2019 si è chiuso con valori in crescita per arrivi (+2,5%) e presenze (+1,5%) a conferma di un trend crescente del movimento turistico degli ultimi anni, tanto che il risultato dell’anno scorso in serie storica costituisce la miglior performance dell’ultimo decennio.
"I pernottamenti - aggiungono le Stelle alpine - registrati nel 2019 sono oltre 18 milioni e il 58,3% sono rappresentati dalla componente italiana. Valori in crescita sono stati registrati per il settore alberghiero, le cui presenze costituiscono il 71,4% dei pernottamenti totali, che aumenta dell’1,8% negli arrivi e dello 0,4% nelle presenze, ma anche per l’extralberghiero che è cresciuto del 4,9% negli arrivi e del 4,3% nelle presenze".
I principali bacini del mercato italiano sono Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio, anche se gli arrivi da queste ultime due regioni risultano in contrazione rispetto al 2018. Nel corso dell'anno scorso sono state registrate variazioni positive anche in relazione ai pernottamenti stranieri, che hanno visto un incremento del 2,8%.
Nel 2019 il settore extralberghiero ha rappresentato il 28,6% delle presenze annuali complessive, con una permanenza media che si attesta sulle 4,6 notti; il numero di strutture aperte è stato di 2.009 unità, per un totale di 81.374 posti letto disponibili.
"Il danno per il turismo italiano causato dall'emergenza coronavirus è stato stimato a quasi 2 miliardi di euro, se si prende in considerazione la sola stagione estiva. La drammaticità del momento - evidenziano Rossi, Dallapiccola e Demagri - non ha scoraggiato molti professionisti del settore, che vorrebbero correre ai ripari e salvare questo periodo". Un'estate atipica senza ritiri estivi e grandi eventi (Qui articolo).
Nel periodo tra giugno e settembre 2019 il Trentino ha registrato 9,7 milioni di visite, di queste 2 milioni si concentrano nella zona del Garda. "Numeri importanti per il tessuto economico del Trentino e con riflessi significativi sul bilancio della Provincia, che a causa dell'emergenza verranno seriamente compromessi, con preoccupanti conseguenze sul piano economico, sociale e occupazionale. Il calo fulmineo delle presenze legato a fattori imprevedibili - concludono Rossi, Dallapiccola e Demagri - comporta una assunzione di responsabilità della Provincia che deve individuare o eventualmente creare gli strumenti per fornire al comparto turistico il sostegno necessario in questa fase, che non conosce precedenti nella storia recente del nostro territorio".
Ecco così la mozione del Patt per spingere piazza Dante a prevedere la deducibilità/detraibilità della spesa effettuata dalla base imponibile calcolata ai fini dell’addizionale regionale Irpef per i trentini che scelgono il Trentino per le proprie vacanze.