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Via libera del governo giallorosso al potenziamento degli 80 euro di Renzi: saliranno a 100 e la platea si amplia. Qualche preoccupazione in Trentino
La cosiddetta riforma del cuneo fiscale porta buone notizie per i cittadini ma rischia di sottrarre circa 140 milioni di euro alle casse provinciali. L'iniziativa, infatti, verrebbe attuata con le detrazioni e non in forma di ''bonus'' come aveva fatto Renzi e quindi si verrebbero a mancare delle risorse sul territorio. I sindacati: ''Pronti a discutere con Fugatti. Speriamo colga l'occasione di aprire una nuova stagione di concertazione''

ROMA. Buone notizie per gli italiani e anche per i trentini seppure con qualche preoccupazione per le casse provinciali: il governo giallorosso ha trovato l'accordo con i sindacati per ridurre le tasse sul lavoro. In buona sostanza si va non solo a confermare quello che era stato definito il bonus Renzi, i famigerati 80 euro mensili in più in busta paga (una delle ultime cose concrete che i lavoratori hanno visto cambiare in positivo nelle loro buste paga), ma ad implementarlo aggiungendo un plus di 20 euro e allargando il numero di beneficiari.
Un intervento modulare che copre una platea di circa 16 milioni di lavoratori e che ha messo d'accordo anche i sindacati. Un intervento che si sostanzia in questo modo: fino a 26 mila euro di stipendio il bonus si alzerà a 100 euro mensili mentre per chi guadagna tra i 26 mila e i 35 mila euro, il bonus sarà di 80 euro. Infine la fascia sopra i 35 mila euro (molto più assottigliata) sarà modulare a scendere, per azzerarsi a 40 mila euro di reddito. L'intervento a sostegno del reddito aumenta la platea, rispetto alla riforma di Renzi di qualche anno fa, per altre 4,4 milioni di persone.
"A dispetto di quanto ha sostenuto da una certa propaganda, è la prova che la manovra riduce davvero le tasse" ha detto a Cgil, Cisl e Uil il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, assicurando, come ha sottolineato anche il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, che si tratta di un "primo passo" per arrivare alla riforma dell'Irpef che, nelle intenzioni, coinvolgerà tutti i lavoratori, non solo i dipendenti, e anche i pensionati. Per tutti i nuovi beneficiari lo sconto non dovrebbe arrivare sotto forma di bonus ma come detrazione fiscale, ha spiegato la vice di Gualtieri al Mef, Laura Castelli.
Ed è proprio questo che preoccupa il Trentino che nel 2020 (la manovra dovrebbe essere operativa entro qualche mese) potrebbe perdere (proprio perché il plus economico viene ''scaricato'' in detrazioni fiscali) circa 70 milioni di euro di tasse, che come è noto restano sul territorio e vanno a formare il fondo provinciale con il quale poi si sostengono servizi e competenze che la Provincia gestisce autonomamente dallo Stato, che il prossimo anno con i dodici mesi pieni di operatività, diventerebbero circa 140 milioni. Soldi, quindi, che verrebbero a mancare alle casse provinciali.
I sindacati sono già pronti a lavorare con il presidente della Provincia Fugatti per superare l'impasse. In questo senso diventa cruciale una trattativa con Roma dove si chieda di ottenere una sorta di compensazione dallo Stato qualora una norma dello Stato stesso ''depotenzi'' il gettito fiscale provinciale. Una norma difficile (che ha già visto uno primo stop quando il tema è emerso per la finanziaria QUI ARTICOLO). I sindacati sono pronti (QUI ARTICOLO): ''Ci auguriamo che il presidente Fugatti e la giunta colgano la nostra disponibilità ad aprire una nuova stagione di concertazione vera per il bene nella nostra Autonomia''.