Crisi Covid e contributi per carri raccolta, Manica: ''Percorso poco trasparente e poco pubblicizzato: avvantaggiati a scapito della maggioranza delle aziende agricole''
In totale sono stati 211 i contadini che sono riusciti a inoltrare domanda, 185 dei quali residenti in val di Non. Alessio Manica ha depositato una richiesta di accesso agli atti al Servizio agricoltura della Provincia per ottenere copia dei pareri tecnici sulla delibera interpretativa e delle domande di contributo pervenute: "Un iter che solleva perplessità"

TRENTO. "Un percorso curioso, poco trasparente e poco pubblicizzato". Così Alessio Manica, consigliere provinciale del Partito democratico, che aggiunge: "Un iter che solleva più di qualche perplessità, anche sull'ammissione ex post di incentivi riferiti a domande già depositate, come pure l'eccezionale riapertura dei termini per soli 10 giorni nei quali si concentrano però il maggior numero di richieste di contributo per l'acquisto di carri raccolta".
Il tema è quello dei contributi assegnati dalla Provincia per l'acquisto di carri-raccolta (Qui articolo). Nella delibera di Giunta del 29 maggio scorso, due settimane dopo la pubblicazione della legge "Riparti Trentino", i criteri di accessi ai contributi prevedevano acquisto, noleggio e affitto di attrezzature per la sicurezza sul luogo di lavoro, iniziative per contrastare la diffusione del coronavirus, realizzazione di progetti di digitalizzazione delle imprese agricole, per lo sviluppo del commercio online e per la fornitura da remoto dei prodotti, per favorire il lavoro agile.
In totale sono stati 211 i contadini che sono riusciti a inoltrare domanda, 185 dei quali residenti in val di Non. Nonostante le difficoltà, qualche problema causato dalle gelate e l'emergenza Covid, il settore dell'agricoltura sembra però essere riuscito a reggere più di altri comparti economici, messi in ginocchio dalle limitazioni imposte per fronteggiare l'epidemia.
"Gli aiuti previsti dalla Provincia - dice Manica - erano rivolti, nell’ambito del settore dell’agricoltura, a progetti di riorganizzazione aziendale per la sicurezza sul luogo di lavoro per il contenimento della diffusione del Covid-19, progetti di digitalizzazione, di riconversione produttiva e avvio di nuova imprenditorialità, anche per la produzione dei prodotti necessari per rispondere alla pandemia e di antivirali pertinenti e di investimenti per infrastrutture di prova".
Il consigliere del Partito democratico nella sua interrogazione ricostruisce l’iter di questa vicenda, a cominciare dalla delibera 738/2020, passando poi alle delibere 1.073 e 1.792 del 2020 con cui sono stati prorogati i termini per la presentazione delle domande di contributo, con la seconda per soli 10 giorni, fino alla delibera 2.286/2020.
"La Giunta - aggiunge Manica - in assenza dei pareri tecnici dei servizi provinciali competenti, fornisce un’interpretazione della norma riconoscendo i carri raccolta come strumenti che possono garantire una miglior organizzazione delle operazioni di campagna nell’ambito dell’azienda e, in particolare, assicurare più elevati livelli di sicurezza sul luogo di lavoro, un maggiore distanziamento tra gli addetti e concorrere al contenimento della diffusione del Covid-19. Le richieste sono inoltre fortemente localizzate in un’area molto ristretta della val di Non. Un iter che a causa della sua scarsa trasparenza ha di certo avvantaggiato pochi agricoltori ma penalizzato la stragrande maggioranza delle aziende agricole trentine".
Il dem ha inoltre depositato oggi una richiesta di accessi agli atti al Servizio agricoltura della Provincia per ottenere copia dei pareri tecnici sulla delibera interpretativa e delle domande di contributo pervenute. "Si chiede all'esecutivo di sapere se sono stati forniti, seppur ex post, i pareri di regolarità tecnica alla delibera della Giunta provinciale 2.286/2020, il numero di domande di contributo per carri raccolta che sono pervenute, quante sono pervenute nei 10 giorni di riapertura straordinaria dei termini e quante di queste sono state accolte", conclude Manica.