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Deroga di Fugatti per aprire le scuole ai figli dei sanitari, i sindacati: ''No a differenze tra lavoratori. Estendere la frequenza a tutti i comparti essenziali''

I sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil Uiltucs evidenziano che sono tante le categorie messe in difficoltà dalla chiusura delle scuole per passare alla didattica a distanza. Bassetti, Avanzo e Largher: "La Provincia integri anche i congedi Covid. Servono comunque misure più efficaci, estese e coraggiose"

Di Luca Andreazza - 15 marzo 2021 - 12:58

TRENTO. "E’ un anno che siamo in emergenza sanitaria. E' assurdo che in Trentino, come nel resto d’Italia, non si siano messe in campo misure efficaci e reali per sostenere i lavoratori e le lavoratrici che da oggi sono alle prese anche con la chiusura di tutte le scuole". Così Paola Bassetti (Filcams Cgil), Lamberto Avanzo (Fisascat Cisl) e Walter Largher (Uil Uiltucs). "In questo senso comprendiamo la volontà di tutelare gli operatori sanitari, ma la deroga prevista dall’ordinanza provinciale è troppo restrittiva".

 

La deroga inserita nell'ordinanza del presidente Fugatti consente, oltre ai bambini con bisogni educativi speciali tenuti in considerazione dal Dpcm, anche ai figli o ai minori in affido di operatori sanitari di continuare a frequentare asili e scuole dell'infanzia in presenza. Il governatore è così intervenuto nelle corse ore per cercare di smorzare il polverone che si è alzato a seguito di questa decisione (Qui articolo).

 

La materia appare delicata per diverse ragioni, non appare chiarissimo se si può prevedere un disposizione di questo tipo nel momento in cui altre Regioni hanno rinunciato e forse questa manovra è poco equa e si sarebbe potuto allargare il raggio d'azione alle altre categorie ritenute essenziali (Qui articolo).

 

"Ci sono tante altre categorie di lavoratori essenziali che in queste ore si trovano a fare vere e proprie acrobazie. Così si discrimina tra lavoratori ugualmente in difficoltà", proseguono i segretari di Filcams, Fisascat e Uiltucs, che rappresentano anche quei settori che sette giorni su sette sono operativi nei supermercati o nei punti vendita di beni "essenziali, le addette alle mense delle strutture sanitarie e i dipendenti delle cooperative che operano per l’Apss. Anche le cassiere come i banconisti dei supermercati non si sono fermati un giorno e anche i loro bambini sono a casa perché le scuole sono chiuse".

 

La richiesta delle parti sociali è quella di allargare questa possibilità di mandare i figli a scuola in presenza. "Si estenda la deroga per la frequenza di asili nido e scuole dell’infanzia ai lavoratori essenziali. Pur consapevoli - spiegano Bassetti, Avanzo e Largher - che questa resta comunque una soluzione limite, di cui possono usufruire in pochissimi e lascia molti lavoratori e soprattutto lavoratrici di fronte al bivio se lavorare o usufruire dell'aspettativa dimezzando il proprio reddito. Si sani questa ingiusta discriminazione. Servono comunque misure più efficaci, estese e coraggiose".

 

Non solo, il decreto legge statale interviene anche definire congedi e bonus baby sitting. "Molte famiglie in questo anno di crisi hanno visto ridotto il loro reddito, a seguito dell’interruzione di molte attività e della cassa integrazione. Anche rinunciare al 50% della retribuzione per alcuni può essere un sacrificio non sostenibile. La Provincia integri questo congedo almeno all’80% o comunque nella stessa misura prevista dall’indennità di sospensione".

Le tre sigle sollecitano la Provincia anche a verificare in che misura si possono superare a livello locale alcuni limiti, come l’impossibilità di usufruire del bonus baby sitter per chi non è autonomo o non rientra nelle categorie di sanitari e forze dell’ordine o degli autonomi e ancora la questione dell’alternativa tra smart working e congedo.

 

"Lavorare in smart working e seguire i figli piccoli in Dad non è impresa semplice. Dunque così come la Giunta provinciale ha tenacemente operato per tenere aperte le scuole il più possibile ci aspettiamo che sia altrettanto tenace nel mettere in campo misure innovative ed efficaci di conciliazione, usando al meglio in questa situazione di emergenza la nostra Autonomia", concludono Bassetti, Avanzo e Largher.

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