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Una polizia provinciale per contrastare i reati ambientali, la proposta di Masè: “Con le sue risorse la Pat potrebbe dotarsi di una struttura immediatamente operativa”

La proposta portata avanti dalla consigliera provinciale de “La Civica”, Vanessa Masè, che con una mozione chiede di istituire una polizia ambientale alle dirette dipendenze della direzione dell’Agenzia Provinciale per la protezione dell’ambiente

Di Tiziano Grottolo - 04 settembre 2021 - 19:36

TRENTO. Come viene riportato nell’ultimo rapporto Istat sulla criminalità in Italia, in particolare nelle sezione Ecoreati, solo negli ultimi decenni si è definitivamente presa coscienza della gravità dei pericoli di danno per l’ecosistema derivanti da uno sviluppo tecnologico e scientifico indiscriminato e senza regole. Non è un caso che l’istituzione del Ministero all’Ambiente sia arrivata solo nel 1986, mentre la “tutela dell’ambiente” è entrata nella Costituzione italiana (articolo 117) nel 2001. Risale invece al 2015 l’adozione della legge che ha introdotto nel codice penale un intero titolo riguardante i delitti contro l’ambiente.

 

Anche la Provincia di Trento non è esente da questo tipo di reati, ne sono un esempio i recenti casi di cronaca (articoli QUI, QUI, QUI e QUI). Da qui la proposta portata avanti dalla consigliera provinciale de “La Civica”, Vanessa Masè, che con una mozione chiede di valutare la possibilità di istituire una polizia ambientale alle dirette dipendenze della direzione dell’Agenzia Provinciale per la protezione dell’ambiente. Nello stesso documento si chiede di rinforzare il nucleo ispettivo di Appa in termini di disponibilità di personale che svolge attività di vigilanza e di controllo.

 

La Provincia Autonoma di Trento ha storicamente prestato grande attenzione alla tutela dell’ambiente – osserva Masè – ma questo non è un tema teorico fine a sé stesso, e se ne siamo sempre stati molto consapevoli per gli effetti che esso ha sulla salute e sul benessere della popolazione, oggi da questa equazione sono sempre più interessati anche i processi produttivi”. Come sottolinea la consigliera gran parte dei reati ambientali sono legati alla ricerca di un guadagno economico, magari per avvantaggiarsi contro la concorrenza di altre aziende che invece rispettano le regole.

 

Dunque, partendo dalla considerazione che il personale del Nucleo Ispettivo di Appa opera di fatto come una vera e propria forza di polizia la consigliera ritiene opportuno attribuire allo stesso la qualifica di Polizia Provinciale. “Oggi non possiamo far venir meno il nostro riconoscimento a coloro che, esprimendo la propria professionalità, non solo tutelano ambiente e popolazione della nostra Provincia, ma anche dalla cui azione consegue motivo di lustro e di plauso da parte di interlocutori nazionali”.

 

Come osserva Masè, la Provincia, avvalendosi di proprio personale che già al momento lavora a diretto contatto con i Pubblici Ministeri o con organi polizia a livello specialistico, sarebbe in grado di fornire e dotarsi di una struttura immediatamente operativa, mantenendo un ruolo attivo nelle attività di indagine beneficiando nel contempo di uno strumento straordinario anche come osservatorio sulle principali criticità che, anche potenzialmente, potrebbero interessano il territorio provinciale.

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