Bolzano ha un ddl per le grandi concessioni idroelettriche: “Il Trentino? La sua legge compromessa da diverse sentenze della Corte Costituzionale”
Nel comunicato della Provincia di Bolzano si legge che durante la stesura del ddl per regolamentare le grandi concessioni idroelettriche “sono stati consultati esperti di fama e si è cercato di trarre insegnamento dall’esperienza del Trentino, la cui legge è stata compromessa da diverse sentenze della Corte Costituzionale”. Nelle prossime ore Piazza Dante dovrà spiegare la situazione in provincia, Olivi: “Spero dicano qualcosa rispetto alla direzione che voglio intraprendere”

BOLZANO. Mentre in Alto Adige la maggioranza Svp-Lega presenta un disegno di legge sulle grandi concessioni idriche in Trentino si attende di conoscere lo stato dell’arte dopo che l’ultima legge provinciale dedicata al settore idroelettrico è stata impugnata da Roma. Proprio oggi la Giunta del presidente Maurizio Fugatti sarà in aula per rendere conto della situazione di stallo. “Spero dicano qualcosa rispetto alla direzione che voglio intraprendere”, commenta il consigliere del Partito Democratico Alessandro Olivi.
Nelle prossime ore sbarcheranno in Terza commissione anche due ddl che portano come prima firma proprio quella di Olivi: “Il primo riguarda una modifica statuaria per per rafforzare le competenze in capo alle Province autonome per riuscire a governare il sistema delle nuove assegnazioni con maggiore attenzione al tema delle perequazioni territoriali, l’altro richiede una sospensione sulle gare alle piccole concessioni”. Infatti le medie concessioni vanno in scadenza nel 2024 mentre le piccole nel 2027.
Tornano invece al ddl presentato da Bolzano per disciplinare l’assegnazione delle concessioni delle grandi derivazioni a scopo idroelettrico, il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, ha chiarito: “Attualmente gran parte delle grandi centrali elettriche è gestita dal settore pubblico e il valore aggiunto, nell’ordine di milioni di euro l’anno, rimane sul territorio, destinato ai Comuni e ai cittadini. Con questo denaro finanziamo i servizi pubblici: tutto questo è possibile solo perché abbiamo le redini del settore energetico”.
Non solo, perché nel comunicato della Provincia di Bolzano si legge che “durante la stesura del testo sono stati consultati esperti di fama e si è cercato di trarre insegnamento dall’esperienza del Trentino, la cui legge è stata compromessa da diverse sentenze della Corte Costituzionale”.
Il ddl altoatesino, formato da 57 articoli, regola le gare d’appalto e l’assegnazione delle concessioni per le grandi centrali a scopo idroelettrico con potenza superiore a 3 megawatt. Kompatscher ha affermato che questa legge preserva l’interesse pubblico: “Con essa viene stabilito, in modo ancora più chiaro, come l’assegnazione delle grandi derivazioni rappresenti, in primis, l’interesse pubblico, e non il rendimento dell’investimento”. Dello stesso avviso anche l’assessore all’Ambiente ed Energia Giuliano Vettorato: “Questo ddl mira a espandere la produzione di energia da fonti rinnovabili, garantendo al contempo un uso equilibrato delle risorse naturali e il benessere economico e sociale delle popolazioni e dei comuni interessati”.
Il disegno di legge stabilisce, tra i vari punti, le disposizioni per lo svolgimento delle procedure di assegnazione delle concessioni, i termini per la loro gara, i criteri di ammissione e di aggiudicazione, nonché i requisiti finanziari, organizzativi e tecnici dei partecipanti. Inoltre, il testo disciplina la durata delle concessioni, i criteri per la determinazione dei canoni di concessione e le modalità di valutazione degli aspetti paesaggistici e della compatibilità ambientale. Sono 8 le grandi centrali che saranno messe a gara: Barbiano, Naturno, Brunico, Graun, Lappago, Marlengo, Vizze e Premesa, vicino a Laion, con una capacità nominale installata di 163,3 megawatt. “Ciò corrisponde al 24,9% della capacità nominale totale disponibile nelle grandi centrali”, ha sottolineato da Flavio Ruffini, direttore dell’Agenzia provinciale per l’Ambiente e la tutela del Clima.
La procedura di assegnazione delle concessioni sarà unica e andrà a comprendere la valutazione di impatto ambientale, di impatto Natura 2000, le autorizzazioni paesaggistiche e altre valutazioni. “Essa è suddivisa in diverse fasi, a partire dall’elaborazione dei criteri di gara – ha detto Ruffini – si tratta della parte più importante, perché qui si possono fissare gli interessi del territorio”. Successivamente ci sarà la valutazione da parte di una commissione di aggiudicazione di cinque membri, composta da esperti tecnici esterni, che avrà il compito di classificare le proposte e determinare la migliore. “Nel disegno di legge viene anche garantita la clausola sociale, cioè che i lavoratori, nel caso di cambio gestore per effetto delle gare, abbiano particolari tutele e garantiscono forme di partenariato con i privati sempre attente all’interesse collettivo” ha detto Vettorato.
Per l’avvio della procedura, l’aggiudicazione dovrà essere avviata entro due anni, per le nuove concessioni. Nel caso di nuove concessioni, le procedure vengono avviate al massimo due anni prima della loro scadenza. Se la concessione è già scaduta all’entrata in vigore della nuova legge, la procedura di aggiudicazione della nuova sarà avviata nel più breve tempo possibile e comunque entro due anni dall’entrata in vigore della legge. In futuro, la durata della stessa potrà essere compresa tra i 20 e i 40 anni, e in casi eccezionali anche 50 anni, a seconda della complessità della proposta progettuale. I canoni sono rimasti sostanzialmente invariati. È stato invece adeguato il calcolo per il valore economico per l’elettricità gratuita e la definizione dell’Entità dei fondi ambientali, che diventano il fattore centrale per le offerte. “Nuovo è anche il canone d’uso che il concessionario deve pagare per l’utilizzo delle strutture che rimangono in possesso della Provincia di Bolzano”, ha spiegato Ruffini.
La Provincia potrà assegnare le concessioni a operatori economici individuati attraverso procedure con gara pubblica, a società a capitale misto pubblico-privato, nelle quali il socio privato è individuato attraverso l’espletamento di gare con procedura ad evidenza pubblica, o anche mediante forme di partenariato, su iniziativa privata. “Il fatto che solo chi possieda determinati requisiti possa partecipare alle gare d’appalto è un fattore che garantisce la sicurezza, professionalità e competenza”, ha aggiunto il presidente Kompatscher. “Questo ddl è un tassello fondamentale per il futuro del settore energetico in Alto Adige”, ha concluso il direttore dell’Agenzia provinciale per l’Ambiente e la tutela del Clima.