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In Comune una targa che celebra 'la cacciata degli ebrei', collocata nel 1938 dai fascisti bellunesi: ''Rimuovetela''
La targa del 1519 ricorda l'espulsione della comunità ebraica da Belluno, dopo la pace di Noyon-Bruxelles del 1518 da parte della Serenissima Repubblica di Venezia. Il consigliere di minoranza: "Già spostata per due volte nella sua storia, con questa terza e definitiva destinazione la targa, d'intesa con la competente Sovrintendenza, potrà trovare posto nel lapidarium di Palazzo Fulcis"

BELLUNO. La targa del 1519 che ricorda l'espulsione della comunità ebraica va rimossa dal Comune di Belluno. E' questo che viene chiesto al sindaco Oscar De Pellegrin e alla Giunta comunale dall'ex assessore alla cultura e consigliere comunale di minoranza, Marco Perale, in occasione del 78esimo anniversario dell'abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz.
La storia della targa, collocata all'interno della sala di Giunta, ha origine agli inizi del 16esimo secolo: "Al termine della lunga e sanguinosa guerra condotta dalla Lega di Cambrai contro la Repubblica di Venezia - spiega Perale - , che sconvolse la provincia di Belluno dal 1506 al 1513, dopo la pace di Noyon-Bruxelles del 1518 la Serenissima attuò nei rettorati di confine della Terraferma una sorta di pulizia etnica ante litteram, espellendo da Belluno sia la comunità tedesca che da secoli vi abitava, sia la comunità ebraica, in quanto appartenente alla componente askenazita originaria dai territori di lingua tedesca".
Questo avvenimento storico venne solennizzato con una targa in bronzo, "con lo stemma del rettore Marco Miani, lodato esplicitamente per aver espulso gli ebrei. Tale targa nel 1519 venne affissa a fianco dell’ingresso dell'antico palazzo della Caminada, poi demolito tra il 1833 e il 1838 e sostituito dall'attuale palazzo Rosso e dall’ex Tribunale. Alla luce del fatto che molti degli stemmi del vecchio edificio furono recuperati e ricollocati simmetricamente a decorare la nuova sede municipale, non fu così per la lastra del rettore Miani, che era un unicum, e venne infissa allora nell'attuale sala di aspetto tra ala Giunta e ufficio del Sindaco".
A seguito del terremoto del 16 ottobre 1936 ci fa poi una radicale ristrutturazione del Municipio, "che durò circa due anni". "Il 18 settembre 1938 - ricorda l'ex assessore alla cultura -, sulla piazza di Trieste, Mussolini, accodandosi a Hitler, dava il via alle vergognose leggi razziali e alla capillare persecuzione degli italiani di religione ebraica. Questo offrì il pretesto ad alcuni zelanti fascisti bellunesi, per spostare la targa di bronzo dedicata alla cacciata degli ebrei del 1518, che nel nuovo spirito antisemita del regime italiano venne baldanzosamente collocata all’interno della Sala di Giunta, alle spalle della poltrona dove siede il sindaco, per ispirare l'azione solitaria del Podestà di allora".
Da qui la richiesta al Comune di Belluno, città a cui è stata riconosciuta la "medaglia d’oro al valor militare per la resistenza" per impegnare il sindaco e la Giunta "ad attuare un gesto di grande valore simbolico, rimuovendo la targa dall’offensiva collocazione decisa nel 1938. Questo soprattutto per le ragioni abbiette che ne avevano deciso l'attuale posizionamento in ossequio alle leggi razziali".
Già spostata per due volte nella sua storia, "con questa terza e definitiva destinazione la targa, storicizzando finalmente un oggetto troppo a lungo strumentalizzato, d'intesa con la competente Sovrintendenza, potrà trovare posto nel lapidarium di palazzo Fulcis, assieme agli altri stemmi e alle epigrafi di età veneziana", conclude.