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Il Comune di Canazei contro la chiusura del Sella, il Comitato: ''Trento e Bolzano? Non considerano diversamente abili e anziani''

L'amministrazione trentina segue le orme di Corvara. Finazzer: "Gli assessori delle Province di Trento e Bolzano, che non sono mai venuti sui passi, forse si intendono più di noi di turismo, quando i ladini per conoscenza e competenza dovrebbero potersi occupare del territorio"

Di Luca Andreazza - 20 maggio 2018 - 06:01

TRENTO. Il Comune di Canazei avrebbe deliberato all'unanimità contro la chiusura dei passi dolomitici, il documento sarà disponibile dopo i tempi tecnici. Una decisione che seguirebbe quella dell'amministrazione di Corvara. Una linea condivisa, anche se mancano documentazioni ufficiali, anche in quel di Arabba e Ortisei, così come tante realtà che gravitano intorno ai passi.

 

"Ci sono già alcune proposte - spiega Osvaldo Finazzer, presidente del Comitato salvaguardia dei passi dolomitici - per ridurre l'afflusso sui passi, sono dodici anni che ci occupiamo di questa materia. Fino a 15 anni fa il traffico veicolare era il triplo. Oggi però viabilità e mercato sono cambiati e le Province di Trento e Bolzano non tengono in considerazione nulla delle nostre istanze. Non accettiamo quanto vogliono imporre le Apt e le amministrazioni provinciali: hanno buttato via soldi per rifare 600 metri di strada invece che interventi alle casematte o altre opere di bonifica".

 

Nel mirino la scarsa condivisione e coinvolgimento. "Si può tranquillamente dire totale assenza di dialogo. Dobbiamo - aggiunge il numero uno del Comitato -  subire decisioni senza avere l'opportunità di parlare. Evidentemente gli assessori e la presidente della Fondazione Unesco, che non sono mai venuti sui passi, si intendano più di noi di turismo, quando i ladini per conoscenza e competenza dovrebbero potersi occupare del territorio. Abbiamo maggiore considerazione dalla Provincia di Belluno e dalla Regione Veneto".

 

Un fronte compatto quello del Comitato, che rappresenta circa 80 operatori e 650 lavoratori coinvolti. "Oltre a fornire servizi, le criticità sui passi sono tante - prosegue Finazzer - come manutenzione, rapporto qualità-prezzo, mantenimento del territorio che altrimenti verrebbe abbandonato. Queste decisione fanno scappare i giovani che non riescono a resistere e quindi manca il ricambio generazionale. Gli assessori vengano a spalare la neve in inverno per rendere accessibili strade e attività. Forse avrebbero più rispetto del nostro lavoro e della nostra fatica".

 

L'estate si avvicina e il Comitato promette ancora battaglia. Una vicenda che si è arricchita dopo la delibera del Tar di Trento (Qui articolo) a legittimare la chiusura del passo Sella. "L'atteggiamento non è rispettoso. Il sindaco di Corvara era contrario già in tempi non sospetti: inizialmente è stato invitato agli incontri, ma poi è stato escluso. Si sono circondati solo di persone, non operatori, che appoggiassero le loro istanze".

 

A questo si aggiunge l'e-mail ricevuta dalla Adac, l'equivalente tedesca dell'Aci, che chiede informazioni: "hat eben im Adac-Heft gelesen, dass der Sellapass in den Sommermonaten von 9 bis 16 Uhr gesperrt ist. Stimmt das wirklich? Das ist doch eine Durchgangsdtraße. Geht es Ihr gut?" ("Ho appena letto nel libretto Adac che il passo Sella è chiuso nei mesi estivi dalle 9 alle 16. È vero? Questa è una strada di transito. Vi va bene?").

 

La chiusura potrebbe trasformarsi in "ingressi" sui passi a numero chiuso: basterebbe registrarsi sul sito oppure sulla App per ridurre l'afflusso del 20%. "Manca  - spiega Finazzer - la comunicazione e queste proposte non possono funzionare. E' veramente un danno inestimabile per tutto il turismo, compreso quello Adriatico e ladino. Qualcuno deve rispondere per questo danno economico e d'immagine".

 

In sintesi il Comune di Canazei avrebbe deliberato a favore dell'esigenza di garantire la piena libertà di circolazione per i turisti itineranti per l'apporto economico: ritengono necessario un approccio soft per orientare i turisti stanziali a una mobilità eco-compatibile, non con divieti o imposizioni, ma con proposte e servizi che incentivino comportamenti virtuosi lasciando libertà di scelta al turista.

 

"Sono dieci i mesi di apertura - evidenzia il presidente del Comitato - in luglio e agosto le giornate di effettivo tempo bello si riducono a quindici giorni. Senza considerare le chiusure per gare e manifestazioni varie. I mercoledì non sono necessari per diversi motivi, compreso uno studio di Eurac che sottolinea come i passi non siano inquinati, ma che il problema è in valle: dovrebbero intervenire lì. Queste chiusure danneggiano tutti: le percorrenze si allungano e il traffico in realtà aumenta proprio in valle: ci dicono che ci sono bus e si possono prendere gli impianti, ma il Sella non è servito nelle immediate vicinanze. Serve un'ora e mezzo di cammino: i diversamente abili e gli anziani come fanno?".

 

Una criticità sono rumore e velocità. "Basta mettere i rilevatori e sanzionare. Oltretutto ci avevano detto che sarebbe stato utilizzato un autobus elettrico e non inquinante: tra i 117 transiti, questo mezzo non è mai stato visto, ma hanno utilizzato i vettori scolastici che in estate altrimenti sono fermi".

 

I mercoledì "Green days" tra luglio e agosto, un progetto lodevole sulla carta, si sarebbe infatti rivelato un flop: un calo economico generale, evidenziato anche dall'emissione degli scontrini, per un calo tra il 15 e il 40% degli incassi. Numeri registrati anche dalla società Pierac di Vigo di Fassa per conto del Comitato (Qui articolo).

 

"Se l'intenzione - conclude Finazzer - è quella di riproporre la chiusura o misure che ci danneggiano, le attività economiche sono pronte a chiudere il mercoledì per osservare il turno di riposo: i dati sono evidenti e diventa inutile tenere aperto".

 

 

 

 

 

 

 

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