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Il masterplan del Bondone ci sarebbe, ma il rilancio passa anche dai gesti di tutti i giorni
Pubblichiamo in forma integrale una lettera di un frequentatore del Bondone, piccoli interventi per ridare un volto alla montagna

TRENTO. A giugno scorso il masterplan per il rilancio del Bondone è arrivato in consiglio comunale. Un'articolata presentazione per rilanciare la montagna di Trento (Qui articolo). Dopo un mese tutto tace, ma se si vuole veramente prendere in considerazione il piano di sviluppo i tempi stringono, anche in previsione dell'assestamento di bilancio provinciale e comunale.
Tutto fermo e anche il tanto criticato campo di Candriai sembra fermo (Qui articolo). Tanti i progetti in agenda, ma ancora senza soluzione.
Nel frattempo, però, anche i privati qualcosa potrebbero farla: pubblichiamo in forma integrale una lettera di un frequentatore del Bondone, che propone piccoli interventi per ridare un volto alla montagna.
"Consentitemi di intervenire in merito alle molte proposte emerse dal sondaggio sul futuro del Monte Bondone. Lavorando fuori dal Trentino, frequento il Monte Bondone solo in qualche fine settimana e abito in un appartamento che fa parte del condominio Norge (via per Zopei).
Nonostante la brevità dei miei soggiorni, da solo e raramente con l’aiuto di qualche condomino o amico, sono riuscito a cambiare letteralmente aspetto alle adiacenze del fabbricato: piazzale, zona confinante con il bosco, rampe di accesso e scalinata che porta sulla strada provinciale per Vason.
Staccionata, semina tappeto verde e manutenzione, diserbo manuale, taglio di piante, messa a dimora di arbusti e qualche piccola aiuola. Ma soprattutto e prima di tutto pulizia da quanto precedenti e lunghi anni di incuria sia dei condomini sia dei confinanti avevano consentito di accumulare o lasciare crescere disordinatamente.
Sono passati due anni dall’inizio del mio lavoro di ripristino del bello per ottenere consenso anche da condomini poco convinti o disposti a collaborare almeno con l’appoggio morale. Anche l’amministratore si è posto, seppure gradualmente, dalla parte dell’evidente miglioramento estetico non solo delle adiacenze ma anche della stessa residenza.
Dal mio esempio passo ad un discorso e proposta più generali. Chi sale da Vaneze a Vason (escludo Candriai che mi sembra un’oasi ben regolata) vede numerosi cartelli con la scritta “VENDESI” e seconde case con le adiacenze invase da erbe più alte della porta di ingresso.
Non è un bel vedere soprattutto per gente che viene da fuori Trentino. Convinta dal marketing turistico di entrare in un eden fiorito e sempreverde.
Non mi interessano i motivi dell’abbandono. Voglio solo avanzare una proposta che divido in due ambiti di pertinenza: privato e pubblico.
Privato. Se da proprietari di seconde case o condomini vicini al mio mi venisse proposto di fare gli stessi lavori che ho fatto al Norge (sono visibili a vista), mi assumerei l’incarico a pagamento. Si facciano avanti gli eventuali interessati contattandomi via e-mail a [email protected]. Sarei contento anche di ricevere critiche o suggerimenti correttivi. Pronto a lasciare il mio lavoro attuale fuori dal Trentino. Le modalità contrattuali, amministrative e fiscali si possono stabilire senza difficoltà.
Pubblico. La mia proposta può essere recepita da altri ambiti edificiali e abitativi sempre del distretto Vaneze-Vason. Anche con l’intervento persuasivo e cofinanziario del Comune di Trento o della Provincia o di altri enti-organizzazioni potenzialmente interessati e competenti.
Mi rendo conto di avere fatto due proposte di profilo non elevato rispetto ad altre che sono emerse dall’inchiesta. Importanti, determinanti ma fortemente impegnative sul piano amministrativo prima che tecnico e soprattutto da accompagnare con alti investimenti probabilmente ottenibili nel medio-lungo periodo.
Mi verrebbe da dire che ho lanciato un sassolino in un invaso di acqua ferma. Preferisco paragonare la mia proposta duplice ad un nucleo di condensazione. Una minuscola particella sospesa nell’aria attorno alla quale mi auguro si condensino altre particelle per dare luogo non ad un chicco di grandine, ma ad uno splendido fiocco di neve.
Stefano Faccioli"