Dopo 54 giorni, oltre mille chilometri e ventisei anni, Belli e Giovannini dichiarano concluse le traversate in Alaska
Dopo aver ricevuto l'abbraccio del Trento Film Festival, anche l'amministrazione comunale celebra la traversata degli avventurieri, la quinta tappa di un viaggio d'esplorazione per riscoprire proprio quelle vie che tantissimi trentini hanno percorso nel secolo scorso in quel periodo di febbrile migrazione di lavoratori alla ricerca dell'oro per migliorare le condizioni di vita

TRENTO. "La certezza di essere riusciti a portare a termine questa nuova avventura nel Grande Nord del continente americano l'abbiamo fatta solo nel primo pomeriggio di giovedì 18 aprile, quando abbiamo messo piede ad Anchorage", queste le parole di Maurizio Belli e Fulvio Giovannini, che aggiungono: "Un percorso completato dopo 54 giorni marcia e oltre mille chilometri di marcia".
Da Fort Yukon ad Anchorage per 1.300 chilometri in 54 giorni di viaggio. E’ questa l’impresa degli esploratori realizzata, tra marzo e aprile, con la "super slitta" 3Ska, nome che suggerisce l'unione tra il territorio trentino e quello dell'Alaska, costruita da un gruppo di nove studenti del Dipartimento di ingegneria industriale dell'Università di Trento.
Dopo aver ricevuto l'abbraccio del Trento Film Festival (Qui articolo), anche l'amministrazione comunale celebra la traversata degli avventurieri, la quinta tappa di un viaggio d'esplorazione per riscoprire proprio quelle vie che tantissimi trentini hanno percorso nel secolo scorso in quel periodo di febbrile migrazione di lavoratori alla ricerca dell'oro per migliorare le condizioni di vita.
Si è completato così il progetto dell'Alaska Ski Walking Winter Expedition, l'ultimo tassello di un puzzle, che Belli ha cominciato a comporre nel 1993, anno della prima spedizione in quelle terre, poi seguita da altre quattro, tre delle quali affrontate con l'amico Giovannini.
Quasi due mesi tra vento e neve compattata sugli alberi, tanto bianco e l'effetto "Wind chill", cioè la percezione di una temperatura ancora più bassa di quella che effettivamente viene registrata, ma anche fiumi gelati e l'impossibilità di prevedere le condizioni di meteo e ghiaccio a priori, tanto che anche in quei luoghi la primavera si è presentata in larghissimo anticipo, costringendo i trentini a cambiare piani e valutazioni momento per momento per ragioni di sicurezza.

Per questo all'incontro ha preso parte anche Christian Casarotto, esperto di cambiamenti climatici del Muse, che ha mostrato, avvalendosi di grafici, cartine geografiche animate e foto di epoche diverse, quanto rapidamente siano cambiate le condizioni negli ultimi trent'anni. "È soprattutto in regioni come l'Alaska che si possono notare – ha spiegato – questi repentini mutamenti, basti pensare che dagli anni Ottanta in poi la temperatura media di quest'area si è elevata di 1,5 gradi, un valore che è già oltre il limite di guardia".
La slitta è stata costruita in un anno di lavoro da parte degli studenti universitari, guidati dai professori Stefano Rossi e Luca Fambri. Hanno realizzato uno scafo dalla forma tradizionale su cui montare all'occorrenza due perni a sbalzo, rimovibili. “Sui perni hanno fissato due ruote, una per lato per consentire allo scafo di scivolare bene sulla neve. Per far scorrere la slitta sulla strada è stato sufficiente inserire i perni e le ruote e trasformarla così in un carro (Qui articolo). Un progetto che ha contribuito inoltre alla raccolta fondi per l'associazione Almac, impegnata nella lotta alle malattie cardiovascolari, ma anche un'occasione per consegnare una targa, su richiesta del sindaco Alessandro Andreatta, al primo cittadino di Anchorage e costruire un ponte tra le due comunità.
Un'idea e una voglia di scoprire l'Alaska che prende corpo in Belli quasi cento anno dopo la febbre dell'oro. Una curiosità dettata dai racconti che sente in famiglia, il nonno aveva lasciato temporaneamente il Trentino per recarsi proprio in quelle lande ricoperte di ghiaccio e natura gelida alla ricerca di fortuna. E così l'esploratore trentino infila nel cassetto il sogno di ripercorrere quel cammino, che rispolvera nel 1993. Poi ci sono le spedizioni del 1997, 2011 e 2014. Tutto recentemente presentato nel bel servizio del giornalista e regista Gabriele Carletti e il cineoperatore Graziano Bosin per la trasmissione "60° parallelo" di Rai per la rubrica Tg2 Dossier (Qui video integrale).
Questo progetto che unisce tradizione e tecnologia, storia e cultura diventerà poi un libro e un film da presentare al Trento Film Festival 2020, quest'ultimo sempre realizzato dal giornalista Carletti, mentre durante questi primi giorni di spedizioni è presente Marco Busacca di Busacca video produzioni.
Un'iniziativa che ha visto Il Dolomiti come media partner per seguire puntualmente questa incredibile testimonianza tra passato e presente. Tra i partner di rilievo anche Cerism di Rovereto per mettere a punto la preparazione, il noto nutrizionista Michele Pizzinini, la Fondazione museo storico del Trentino, la Sportiva, l'Azienda porfido trentino di Albiano dei cugini Pisetta, così come tantissime altre realtà del territorio.