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''Una percentuale minima del bilancio trofeo per assessore che non ci parla'', le associazioni critiche per l'abolizione dello 0,25% per la solidarietà internazionale

Sono sempre più distanti Provincia e le associazioni del comparto dopo l'ipotesi in assestamento di bilancio di abolire l'0,25%, ma le associazioni non mollano. "Chiediamo di essere ascoltati per migliorare insieme. Non staremo a guardare distruggere tanto valore e tanta umanità"

Di Luca Andreazza - 06 luglio 2019 - 20:57

TRENTO. "La quota dello 0,25% che viene destinata alla cooperazione e solidarietà internazionale rappresenta una percentuale simbolica per le casse provinciali, ma significativa nei Paesi in cui si opera", queste le parole di Francesca Anzi, coordinatrice di Gtv-Gruppo trentino di volontariato e vice presidente dell'associazione Farete, che aggiunge: "Esiste per dare tutela ai più vulnerabili come il caso di Hoa, una guaritrice vietnamita che ha trovato in un nostro progetto la possibilità di generare un piccolo surplus di reddito dalla vendita delle piante medicinali che raccoglieva in foresta: così ha potuto mandare le sue figlie a scuola".

 

Una storia diventata un documentario presentato a Firenze nel 2018. Solo un esempio di oltre mille persone sostenute attivamente e concretamente, in questo caso in Vietnam, attraverso i progetti di cooperazione internazionale. "Sono tante le realtà - evidenzia la coordinatrice - che non potranno più beneficiare di iniziative che ormai da 20 anni caratterizzano il Trentino. Non staremo a guardare distruggere tanto valore e tanta umanità". 

 

Sono sempre più distanti Provincia e le associazioni del comparto dopo l'ipotesi in assestamento di bilancio di abolire l'0,25% (Qui articolo). La decisione passerebbe nelle mani dell'esecutivo, la giunta provinciale, in base alle risorse disponibili, intende stabilire annualmente in sede di manovra o assestamento di bilancio la quota da destinare a questo settore, già colpito dal taglio da 5 milioni di euro.

 

"Questa percentuale - prosegue Anzi - è simbolo di un'idea di mondo aperto, solidale, curioso e che cerca di mettersi in relazione responsabilmente con l’altro. Non crediamo che toccare lo 0,25% venga fatto per rimettere a posto altre partite, che possono contare sul 99,75% delle risorse. Riceviamo un chiaro messaggio: si tocca questa quota per creare un mondo chiuso, pieno di rancore e egoista attraversato dall’insensibilità e dalla sopraffazione. Un mondo dove la solidarietà, la reciprocità, l’empatia e la coesione sociale non avranno più posto, dove il senso di stare al mondo sarà dato solo dal famoso detto mors tua, vita mea".

 

Un concetto ribadito anche da Farete, realtà che comprende 53 associazioni di settore (Qui articolo). "Togliere l'impegno a destinare lo 0,25% del bilancio provinciale alla cooperazione internazionale - commenta il presidente Pierino Martinelli - è coerente con una visione del Trentino chiusa a riccio e che si basa sull'esclusione. Si vuole difendere la propria specificità e ricchezza, con un’idea delle relazioni con il resto del mondo basata solamente sul proprio tornaconto. E’invece totalmente incoerente con quella parte della nostra identità che riconosce una ricchezza sociale e economica costruita su una comunità che, proprio per affrontare le proprie difficoltà, è ancora solidale e aperta al mondo".

 

Valori che sono sempre stati trentini. "Negli anni passati - aggiunge il numero uno di Farete - sono partiti quasi 300 missionari, che ancora oggi testimoniano questo spirito di solidarietà e di apertura in tutto il mondo, appoggiati e sostenuti da gruppi piccoli e grandi di persone che, quasi in ogni paese del Trentino, credono che non si può star bene da soli, che finché un uomo, una donna o un bambino sulla Terra soffre per l’ingiustizia e per la mancanza di risorse, questa sofferenza ci riguarda".

 

Le misure proposte dalla giunta destano grande preoccupazione perché si vuole togliere una legge riconosciuta a livello nazionale come tra le più innovative in materia, che rende evidente questa solidarietà e impegna tutta la società trentina a essere concreta nel metterla in pratica.

 

"Le nostre organizzazioni - continua Martinelli - hanno portato dovunque questa immagine del Trentino solidale, più che raddoppiando le risorse messe a disposizione in termini economici (più del 50% dei fondi raccolti provengono dalla società civile trentina) e aggiungendo l’incommensurabile contributo di idee, tempo, progettualità, passione messe a disposizione volontariamente e gratuitamente da migliaia di trentini che hanno reso un po’ migliore il mondo e soprattutto se stessi e il Trentino".

 

Togliere lo 0,25% rappresenta così un trofeo per la Provincia di centrodestra. "Togliere questo impegno - evidenzia Farete - significa disprezzare queste esperienze, sempre più spesso oggetto di delegittimazione gratuita e generica. Questa cifra rappresenta una quota infinitesimale del bilancio, che proprio per questo non cambierebbe molto per il Trentino, mentre ha cambiato e potrebbe cambiare ancora la vita di migliaia di persone se condiviso e destinato secondo equità e giustizia".

 

Nel mirino anche il metodo e la strada che hanno portato a inserire l'abolizione di questa misura nell'assestamento di bilancio. "Nessuna consultazione - spiega Farete - solo la quinta commissione ci ha accolto e, dopo averci ascoltati, ha chiesto all’unanimità all’assessore Spinelli di aprire un dialogo (Qui articolo). Non c'è stata ancora nessuna apertura, anche se nei giorni scorsi abbiamo nuovamente chiesto un tavolo di concertazione per gestire insieme il cambiamento legittimamente voluto dall’amministrazione provinciale. Ancora nessuna risposta".

 

Le associazioni di cooperazione e solidarietà internazionale non mollano. "Chiediamo a tutte le forze politiche di riflettere molto prima di mettere mano in maniera sommaria a questa norma - conclude Martinelli - rinnoviamo anche l’invito all’assessore e ai suoi funzionari di ragionare insieme sulle modifiche alle norme per permettere di arrivare in forma partecipata e nel rispetto del ruolo di amministrazione e società civile dei nuovi criteri di erogazione dei fondi".

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