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Coronavirus, dopo 5 anni il locale l'Arsenale "ammaina la bandiera". "Un brindisi a voi, che vi siete trovati nella nostra famiglia"
Il locale, nato nel 2015, ha deciso di chiudere per le difficoltà accusate in seguito all'inizio della pandemia. L'Arsenale in un post :"Ma non disperate. Sappiamo che il glorioso vessillo dell’Arsenale continuerà a sventolare nei vostri cuori. E chissà che, prima o poi, la nostra ciurma non torni a battere bandiera pirata in città. Yo-oh, beviamoci su"

TRENTO. "In una città come Trento, l’Arsenale era oro e ossigeno puro. Nulla riuscirà mai davvero a sostituire lo svago e la cultura che il circolo negli scorsi anni ha offerto alla comunità studentesca e alla cittadinanza", queste alcune righe scritte dalla Udu (Unione degli universitari) di Trento in merito all'inaspettata chiusura dell'Arsenale, locale amato e punto di riferimento per tutti i giovani trentini.
A darne notizia il locale stesso con un lungo post sulla sua pagina facebook. Delle righe dolci amare da leggere, visto il linguaggio "marinaresco" con cui hanno deciso di scrivere (e con cui hanno sempre scritto).
"Pendagli da forca! Qui la ciurma di Arsenale che parla! Promettiamo che non ci saranno mezzi termini ma solo mezze stagioni. Arsenale chiude", si inizia a leggere.
La ragione di questo sarebbero da imputare alle difficoltà che la pandemia ha portato con sé. "Si è fatta piuttosto dura: pandemia, zero eventi, niet socialità, obbligo di chiusura, bollette e affitti a parte, sembra proprio che questa volta noi si faccia sul serio", si continua a leggere.
"Correva un mese non ben precisato del 2015 quando per la prima volta è stata issata la bandiera di Arsenale, il circolo culturale di vicolo degli Orbi numero; dei giuovini volenterosi (guidati da uno che si crede un pirata) dall'oggi al domani si ritrovano a manovrare un magnifico e maestoso galeone, L'Arsenale. Le loro energie si concentrano su uno ed unico obiettivo: cambiare quantomeno un poco questa città ed offrire un porto sicuro ai naufraghi di Trento, diventando un'abitudine e una seconda famiglia per chiunque: una famiglia per chi ha smarrito la rotta, una famiglia per chi la rotta non se la fila proprio, una famiglia per tutti coloro che la rotta sanno esattamente quale sia ed hanno comunque scelto noi. E ci piace pensare di esserci riusciti".
"Dai concerti alle conferenze, dagli spettacoli alle presentazioni di libri, dai cineforum alle serate di jam session passando per gli immancabili giochi da tavolo e per tante attività di fotografia, grafica, poesia e serigrafia questi cinque anni sono stati pieni di momenti indimenticabili. Abbiamo avuto l’onore, il piacere e il dovere morale di prendere parte ad alcuni dei grandi eventi collettivi legati all’antifascismo e alla difesa dei diritti di tutti come le piovose feste del 25 aprile e il grande Dolomiti Pride del 2018".
È d'obbligo ringraziare inoltre tutti gli artisti che abbiano mai osato calcare il nostro palco. Abbiamo sempre pensato che la nostra fine sarebbe sopraggiunta con una botte di polvere da sparo, a ballare sulla cassa del morto e con una bottiglia di rum, ma ora siamo costretti a issare a mezz’asta la nostra bandiera in segno di lutto.
Proponiamo quindi un brindisi:
alla porta che scricchiola
alla tessera arci che nessuno la vuole fare ma una volta fatta chi tornerebbe indietro
al barista sempre alticcio
alle jam
agli onorevoli anni di servizio del Yours Truly Direttivo
all'infedeltà intellettuale
all'angolo morbido
al memory con i dinosauri
al (D)jenga
al calcetto
al ping pong
al beer pong
allo shooting star
alle sedie sempre in disordine
ai tavoli con le gambe storte
alla carta igienica che è sempre finita
al porto, ma qui si parla del vino
ai cocktail con il caffè perchè alle 22 è già sonno ma siamo giuovani e allora avanti
alle conferenze che si è tutti seduti e sembra strano perché normalmente...
ai concerti che tutti si salta e si balla e si suda che pure le pareti del 1500 chiedono pietà
ad una vita leggera, libera, colma di socialità che ad oggi sembra un peccato che odora di virtù
un brindisi ad Arsenale ma soprattutto a voi, che vi siete trovati o ritrovati nella nostra famiglia.
Ma non disperate. Sappiamo che il glorioso vessillo dell’Arsenale continuerà a sventolare nei vostri cuori. E chissà che, prima o poi, la nostra ciurma non torni a battere bandiera pirata in città.
Yo-oh, beviamoci su".