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Coronavirus, i centri anziani: “Non sappiamo se riapriremo, ma il nostro ruolo è importante, gli anziani sono i più deboli e bisogna salvaguardarli”
Nonostante la chiusura i circoli si sono attivati per aiutare gli anziani costretti a restare soli in casa, Virgilio Linardi: “Ci siamo messi a disposizione dei nostri anziani bisognosi, in questo periodo abbiamo portato la spesa, consegnato le mascherine e fornito pasti”

TRENTO. Fra i tanti disagi provocati dal lockdown c’è stata la chiusura dei circoli anziani, una condizione imposta che però va a danneggiare direttamente luoghi importantissimi per l’aggregazione del tessuto sociale. Non è da sottovalutare il ruolo ricoperto da questi presidi sul territorio, spazi fondamentali delle città che però sono stati messi in crisi dal coronavirus, proprio perché punto di ritrovo di una delle categorie di persone più esposte.
“Con questo virus abbiamo perso mesi di attività”, osserva Virgilio Linardi, presidente del circolo anziani di Cadine. Uno dei problemi è quello delle entrate perché i Circoli, spesso e volentieri, per pagare l’affitto della sede si autofinanziano organizzando lotterie, tornei di briscola oppure una tombola. Da un paio di mesi però le attività sono sospese e pagare l’affitto è diventato difficile “per fortuna il Comune di Trento ha sospeso la rata”, afferma Linardi.
“Al momento non sappiamo come, quando e se riapriremo la nostra sede – sottolinea il presidente del Circolo di Cadine – abbiamo spese che, in assenza totale di attività, ci lasceranno senza un euro e pertanto, senza un contributo di qualche ente, non sarà possibile affrontare una riapertura”. Eppure il lavoro volontario quotidiano non si è mai fermato e, con ogni probabilità, diventerà ancora più importante nel futuro. In queste settimane i circoli hanno raccolto fondi destinati sia alle strutture sanitarie che all’acquisto di presidi medici, inoltre sono stati attivati dei servizi per consegnare la spesa alle famiglie, ma anche mascherine e per fornire pasti alla popolazione.
Chiudendo i centri sono venuti meno degli importanti luoghi di ritrovo, ma i vari circoli non si sono persi d’animo e come spiega Linardi: “Ci siamo messi a disposizione dei nostri anziani bisognosi, organizzandoci per loro con gli alpini e altri enti per il recapito della spesa e la risoluzione di ogni altra necessità. Con i più anziani abbiamo mantenuto contatti telefonici giornalieri per non farli sentire soli e nelle festività abbiamo inviato messaggi telefonici ed email di incoraggiamento”.
Oltre a mettere in pericolo la vita di molte persone il coronavirus ha provocato tanta solitudine, e anche in questo senso gli anziani sono più esposti di altri: “Questo periodo mi ha fatto pensare che gli anziani sono i più deboli e bisogna salvaguardarli – ribadisce Linardi – in città tanti non hanno relazioni oppure possono solamente fare telefonate per sentire i loro parenti. Quello che bisogna fare – prosegue – è contattarli spesso per ascoltarli, ma anche per vedere se hanno bisogno di qualcosa. Perché tante volte siamo orgogliosi, non vogliamo ammettere neanche con noi stessi che abbiamo bisogno di una mano”.