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Da Pergine a Reykjavik dove ha aperto il suo atelier, la storia del designer trentino Zambotti: "Originalità, inclusività e sostenibilità i valori dei miei progetti"
Tobia Zambotti ha 30 anni, è nato a Pergine Valsugana e dopo gli studi in design è partito per Shanghai e successivamente si è trasferito in Islanda, dove ha aperto il suo studio. "Aprire un atelier è sempre stato il mio obiettivo, ma non mi aspettavo di riuscire a farlo così in fretta. D’altro canto Reykjavik è una città in forte crescita che crede nei giovani talenti e mi sono subito sentito nel posto giusto"

PERGINE VALSUGANA. Le eccellenze trentine si trovano anche all'estero grazie a giovani che con il loro talento e spinti dall'entusiasmo decidono di aprirsi al mondo, spesso ottenendo grandissimi risultati. Questo è il caso di Tobia Zambotti, 30enne di Pergine Valsugana, che dopo gli studi in design in Italia è arrivato in Islanda, dove ha aperto il suo atelier. Il successo è stato grande, tanto che moltissime riviste di design come Frame o Interior Design gli hanno dedicato delle pagine.
Ma andiamo con ordine. Tobia si è diplomato al Liceo artistico Vittoria di Trento, per poi trasferirsi a Venezia e studiare Scienze dell’Architettura. Ha proseguito studiando Design degli Interni al Politecnico di Milano e a inizio 2018 è partito per un grande viaggio che lo ha portato a Shanghai. "Lì ho lavorato per Alberto Caiola, noto designer d’interni che vive e lavora in Cina da diversi anni", racconta a ilDolomiti.it. "Con Alberto la mia crescita professionale e l’interesse per il design contemporaneo sono cresciuti esponenzialmente".
"Dopo l’esperienza a Shanghai ho deciso di cambiare radicalmente stile di vita trasferendomi a Reykjavík", continua a raccontare. "Li mi aspettava Benedetta, mia storica compagna di avventure, e un progetto d’interni per la nuova sede di Íslenskt Grænmeti, azienda islandese leader nel settore agroalimentare, che mi ha dato fin da subito la possibilità di lavorare in proprio".
L'ambizione di Tobia di portare idee nuove e fresche con determinazione e passione ha avuto fin da subito un fortissimo impatto sul panorama di design islandese. "Aprire un atelier è sempre stato il mio obiettivo, tuttavia non mi aspettavo di riuscire a farlo così in fretta. D’altro canto Reykjavik è una città in forte crescita che crede nei giovani talenti e mi sono subito sentito nel posto giusto".
Ma cosa si progetta nell'Atelier Tobia Zambotti? "Il mio è uno studio multidisciplinare, focalizzato principalmente sullo sviluppo d’interni d’avanguardia e arredo creativo e sostenibile. Affinché ciò sia possibile, io ed i miei collaboratori, facciamo moltissima ricerca con un unico obiettivo: creare progetti semplici e al contempo iconici e potenti. Attraverso tali progetti, specialmente quelli più creativi, c’è il desiderio di comunicare dei valori ai quali credo fortemente: originalità, inclusività e sostenibilità".

"Per fare, commissionare o semplicemente riuscire ad apprezzare il design contemporaneo bisogna essere curiosi, aggiornati, tolleranti", continua. "É necessario saper osservare senza pregiudizi e senza invidie. É fondamentale rischiare e osare, senza aver paura di sbagliare o di essere giudicati. Sono caratteristiche che ho trovato a Milano, a Shanghai e in tante altre grandi città, non qui".

E per quanto riguarda qualche progetto futuro? "Ci sono diversi progetti in fase di realizzazione, sia in Italia che in Islanda. In Trentino, dove torno frequentemente, sto lavorando su alcuni progetti residenziali d’interni che faccio realizzare da Luca Caldini, Maestro Artigiano con il quale collaboro da diversi anni. In Islanda invece stiamo progettando una casa vacanze per un privato e una pizzeria all’interno di un museo".
"Per quanto riguarda invece la parte più creativa dell’atelier, a breve mostrerò due progetti davvero bizzarri: il primo prevede il riutilizzo di mascherine monouso raccolte dalle strade trentine e il secondo conferisce una nuova vita ai vecchi salvagenti non più utilizzabili del porto di Reykjavík".
Chi volesse può seguire il lavoro di Tobia Zambotti sul suo sito (cliccando qui) e sul suo profilo instagram (cliccando qui).