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I carabinieri del Cites al Casteller per una “visita programmata”. De Col: “Nulla a che vedere con l’ordinanza del Consiglio di Stato”
I carabinieri del Cites sono tornati al Casteller dopo l’ispezione dove era stata documentata la situazione “di stress psico-fisico molto severa” nella quale erano costretti a vivere i tre orsi reclusi. Nel frattempo il Consiglio di Stato ha accolto diverse istanze presentate da Enpa e Oipa ordinando al contempo una nuova ispezione, senza preavviso, del centro faunistico di Mattarello

TRENTO. Questa mattina, 9 giugno, i carabinieri del Cites si sono presentati al centro faunistico del Casteller a Mattarello per quella che il dirigente della protezione civile competente in materia di grandi carnivori, Raffaele De Col, ha definito una “visita programmata”.
In un certo senso si è trattato del secondo round dell’ispezione andata in scena quasi un anno fa, nel settembre 2020, quando i militari documentarono la situazione “di stress psico-fisico molto severa” nella quale erano costretti a vivere i tre orsi reclusi: M49, M57 e Dj3 (che sarà poi trasferita in Germania).
“Si è trattato di una visita programmata – ribadisce De Col – già fissata da tempo, niente di problematico e non ha nulla a che vedere con la recente ordinanza del Consiglio di Stato”. Infatti , l’organo giurisdizionale di Palazzo Spada ha accolto diverse istanze presentate da Enpa e Oipa avevano presentato nel ricorso per ottenere l'annullamento della sentenza del Tar di Trento che prevede la reclusione di M57, l’orso responsabile dell’aggressione ai danni di un carabiniere ad Andalo.
Fra le altre cose il Consiglio di Stato ha richiesto una nuova ispezione, senza preavviso, del centro faunistico del Casteller da parte dei carabinieri forestali del Cites. L’obiettivo sarà quello di accertare le attuali condizioni del centro e degli orsi ospitati al suo interno. Inoltre è stata richiesta l’acquisizione del parere dell’Ispra in relazione ai presupposti della captivazione di M57, a proposito dell’aggressione di Andalo. “Rispetto l’ordinanza di cattura non cambia nulla – commenta De Col – giusto che il Consiglio di Stato si esprima”.