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Cannabis, a processo un uomo che la usava per sconfiggere il dolore. Alla sbarra come testimone anche Luca Zeni
Era stato trovato in possesso di alcune piantine di marijuana, ora il Sistema sanitario trentino gli riconosce il rimborso del farmaco che contiene lo stesso principio attivo. L'assessore alla Sanità dovrà spiegare i tempi e i passaggi amministrativi che hanno portato all'approvazione della delibera di giunta che riconosce l'uso terapeutico della cannabis

TRENTO. Domani si terrà un processo che vede imputato un uomo che dovrà difendersi davanti al giudice perché trovato in possesso di alcune piante di marijuana. Alla sbarra, citato come testimone, ci sarà anche Luca Zeni, l'assessore alla Salute della Provincia autonoma di Trento.
Luca Zeni nemmeno la conosce questa persona, di sicuro quelle piantine non le avrà mai viste. Da quel che si capisce non dovrà testimoniare sui fatti contestati ma sull'attuazione da parte della Provincia della delibera sulla cannabis terapeutica prevista dalla legge.
Ma andiamo con ordine e raccontiamo la storia dell'uomo che domani sarà sotto processo. Si tratta di un 40enne che qualche anno fa è stato vittima di un grave infortunio che gli ha causato un'importante menomazione che gli procura intensi dolori.
La prescrizione medica per sconfiggerli era a base di oppiacei, di potenti farmaci che sviluppano una severa dipendenza, una assuefazione che richiede di aumentare sempre più il dosaggio per mantenere nel tempo lo stesso effetto analgesico.
Farmaci che spesso, come nel caso di cui stiamo parlando, provocano effetti collaterali molto gravi, spesso invalidanti. Nausea, vomito, sonnolenza, confusione mentale, costipazione, prurito intenso sono i più comuni.
Un'alternativa a queste prescrizioni c'è, è la cannabis. La marijuana, infatti, è spesso usata per il trattamento di queste patologie, tanto che in molti stati, e anche in Italia, i medicinali a base di cannabinoidi sono legalizzati e a disposizione, su prescrizione medica, dei pazienti.
Ma l'uomo che domani sarà giudicato per la detenzione di qualche piantina di marijuana aveva deciso di coltivarsela prima che questa possibilità valesse anche per la Provincia di Trento. Il suo arresto è avvenuto due giorni prima dell'approvazione della delibera di Giunta per l'inserimento di queste medicine a base di cannabis anche nel Sistema sanitario trentino.
Prima di quel giorno, impossibilitato a procurarsi il farmaco in altro modo, che seppur già legale era quasi impossibile da reperire in farmacia e comunque a un prezzo esorbitante, l'unica soluzione era l'autoproduzione.
Le scelte erano poche per quest'uomo: accettare il dolore, accettare gli effetti dei derivati dell'oppio, oppure coltivarsi per uso strettamente personale qualche piantina di 'maria'. Oppure andare in piazza Dante, chiedere l'erba a uno spacciatore, gonfiare il mercato criminale, la mafia, il malaffare.
Ma che c'entra Zeni? Dovrà spiegare i passaggi amministrativi che hanno portato all'approvazione della delibera, quella che oggi garantisce all'imputato, lo stesso che deve rispondere di detenzione illecita, di andare in farmacia e comperare la sua medicina che contiene cannabis.
Oltre a lui saranno sentiti anche i medici che lo hanno visitato: dichiareranno che la 'cura fai da te' a base di marijuana era 'appropriata' alla patologia dell'imputato, che la cura di oggi è pressoché la stessa, con lo stesso principio attivo, il Thc, contenuto nelle piantine sequestrate e nelle medicine che il medico prescrive e il farmacista vende.