Mori Colli Zugna, chiesto il commissariamento e il consiglio si dimette. La Federazione: "Atto di responsabilità, fiducia nella magistratura"
La Federazione ha chiesto il commissariamento (che però potrà essere autorizzato solo dalla Provincia). Sabato l’assemblea è chiamata ad approvare il bilancio. Un passo indietro per il bene della società dopo il terremoto delle ultime ore

TRENTO. Commissariamento. In Federazione riunione dei consiglieri e sindaci della cantina per chiedere il commissariamento della Cantina Mori Colli Zugna (un atto importante ma il commissariamento definitivo potrà avvenire solo su imput della Provincia). Questo quanto deciso nell'interesse dei soci dai consiglieri e sindaci della società in Federazione.
Come anticipato da Il Dolomiti, questa è una decisione che prende le mosse dopo un periodo particolarmente turbolento della realtà tra l'azzeramento dei vertici (Qui articolo), la visita dei Nas di ieri (Qui articolo) e l'apertura del fascicolo per sette persone indagate per frode in commercio (Qui articolo).
Un cambio di rotta necessario per far fronte alla bufera di queste ore: i carabinieri del Nas hanno, infatti, sequestrato 7 milioni litri di vino sfuso e perquisito le abitazioni di 22 soci. Sette gli indagati tra i quali figurano anche il presidente Saiani e il suo vice Moscatelli, l'ex direttore Tranquillini e il suo braccio destro Malfatti.
Un commissariamento che vedrebbe concordi anche i candidati alla presidenza, Valter Gazzini e Stefano Moscatelli. Il consiglio d'amministrazione si presenta così dimissionario all'assemblea di sabato prossimo, che prevede a questo punto l’approvazione del bilancio di esercizio.
Alla luce dei nuovi eventi che interessano la cantina Mori Colli Zugna, la Federazione ha avviato fin da ieri un serrato confronto tra gli amministratori della società, il collegio sindacale e i candidati alla presidenza, per condividere un percorso comune che possa permettere alla cantina di tornare alla piena operatività nell'interesse dei propri soci.
Nella tarda mattinata di oggi si sono riuniti i consiglieri e il collegio sindacale della cantina alla Federazione a Trento, compreso il direttore della Federazione Alessandro Ceschi, il direttore della Divisione vigilanza Enrico Cozzio, i funzionari Michele Girardi del servizio cooperative agricole, Francesca Tomasi e Maria Silvia Cadeddu del servizio legale.
Al termine della riunione il consiglio ha rassegnato in blocco le dimissioni, come atto di responsabilità nei confronti dei soci in attesa dell’evolvere dell’inchiesta giudiziaria.
"Nell’affermare la massima fiducia nell’operato della magistratura - commenta Mauro Fezzi, presidente della Federazione trentina della cooperazione - il cda ha manifestato l’esigenza di affrontare una situazione straordinaria come questa attraverso la gestione a un soggetto terzo. In questo modo si può garantire maggiore tempestività nell'adozione di provvedimenti: serve una guida della cantina nella quale tutti i soci si possano riconoscere e permettere la ricostruzione dei rapporti interni alla compagine sociale".
La richiesta di commissariamento non pregiudica l’assemblea di sabato, che non è più chiamata a esprimersi sulla richiesta di sfiducia e sull'elezione degli organi, ma si limita ad approvare il bilancio, una condizione necessaria per procedere alla liquidazione delle quote ai soci.
Un passo indietro anche per i candidati alla presidenza che hanno rinunciato alla corsa per contribuire a rasserenare il clima in vista dell’assemblea e favorire così il superamento di questa fase di emergenza.
"Cogliamo il senso di responsabilità da parte di tutte le parti coinvolte - conclude Fezzi - che hanno saputo fare anche un passo indietro rispetto a quanto accaduto nelle scorse settimane. Abbiamo fiducia nella magistratura e auspichiamo che venga fatta chiarezza quanto prima per affidare alla gestione diretta dei soci con un consiglio di amministrazione eletto dall’assemblea".