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Coronavirus, Coppola: “C’è troppa confusione sui dati dei trentini positivi, serve maggiore chiarezza”
Coppola solleva dubbi sulle affermazioni del dirigente del Dipartimento salute e politiche sociali Ruscitti e cita l’ex rettore Bassi: “I dati del Trentino sono fortemente condizionati dalla scelta di non confermare con tampone molecolare i positivi antigenici, facendo apparire una situazione molto migliore rispetto a quella reale”

TRENTO. Riprendendo due articoli usciti su Il Dolomiti Lucia Coppola, ha depositato un’interrogazione per cercare di fare chiarezza sui dati dei positivi: “Esiste una enorme confusione sui dati reali relativi al numero di trentini colpiti dal Covid-19”, commenta la consigliera provinciale di Futura.
Dubbi suffragati anche dall’analisi dell’ex rettore dell'Università di Trento Davide Bassi che sostiene: “I dati del Trentino sono fortemente condizionati dalla scelta di non confermare con tampone molecolare i positivi antigenici, facendo apparire una situazione molto migliore rispetto a quella reale”. In altri termini, parafrasa Coppola, “l’Apss non sarebbe in grado di seguire con certezza l’andamento dell’infezione da Covid-19”.
Parole che stridono con quanto dichiarato dal dirigente del Dipartimento salute e politiche sociali, Giancarlo Ruscitti, che al contrario affermava: “Migliaia di persone sono seguite a domicilio, c’è la Centrale Covid e i numeri verdi. Intendiamo potenziare e rafforzare il personale a disposizione, ma il 99% dei cittadini viene seguito in maniera accurato e puntuale”.
Insomma, qualcosa non torna perciò la consigliera ha deciso di presentare un’interrogazione dove si chiede conto, fra le altre cose, di quanti siano i cittadini curati a domicilio, ma anche del numero degli operatori socio-assistenziali e sanitari testati settimanalmente.