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Coronavirus, il matematico Sebastiani (Cnr): “C’è il rischio di dover richiudere Trento, Lombardia, Liguria e Piemonte”
Il Trentino non è ancora uscito dall’emergenza sanitaria, il matematico del Cnr Sebastiani: “Lombardia, Liguria, Piemonte e la provincia di Trento, tornano a preoccupare, qui i valori dell'incidenza vanno da 1,6 a 3,4 nuovi casi al giorno per 100.000 abitanti, situazioni che andranno monitorate con attenzione”

TRENTO. In Trentino non si può ancora considerare superata l’emergenza sanitaria, ad affermarlo il matematico del Consiglio nazionale delle ricerche Giovanni Sebastiani che sta analizzando su base giornaliera l’evolversi della diffusione dell'epidemia di Covid-19 in Italia.
In base ai dati diffusi dalla protezione civile analizzati da Sebastiani (aggiornati al 26 maggio), emergono sei regioni dove l’epidemia sta diminuendo sensibilmente la sua presa: si tratta di Calabria, Basilicata, Sardegna, provincia di Bolzano, Umbria e Valle D'Aosta, dove, spiega il matematico: “L’aumento del numero totale di casi positivi rispetto a due settimane fa è inferiore a venti”. Addirittura le prime quattro, assieme al Molise, ad oggi hanno un valore nullo dell'incidenza, mentre la Sardegna sembra vicina alla fine dell'epidemia, seguita dall'Umbria e dalla Calabria.
Se queste sono le regioni promesse ce ne sono altre dove la situazione “torna preoccupante”, per utilizzare le parole del matematico, le regioni “più problematiche” sono Lombardia, Liguria, Piemonte e provincia di Trento. In questi territori i valori dell'incidenza vanno da 1,6 a 3,4 nuovi casi al giorno per 100.000 abitanti. “Una situazione da monitorare con molta attenzione”, aggiunge Sebastiani.
Al 26 maggio infatti, la provincia di Trento mostra un’incidenza di 1,8481, superata soltanto a quella della Liguria che si trova con un numero di nuovi casi positivi al giorno per 100.000 abitanti pari a 3,3859 e dal Piemonte 1,9579. La Lombardia invece si ferma a 1,587. Dati in linea con quelli delle scorse settimane (QUI articolo) quando il Trentino rientrava fra le regioni con un l’Rt (indice che mostra la potenziale trasmissibilità del virus che tiene conto anche delle misure restrittive adottate) peggiore.
Ma c’è di più in un’intervista rilasciata al giornale Open, Sebastiani parla di un’Italia divisa in due, con un blocco di regioni dove l’epidemia è in via di superamento ma altre dove la situazione è molto diversa e dove si registra un numero di casi al giorno ancora molto alto. Una situazione che preoccupa anche che in vista del 3 giugno, data entro la quale il Governo dovrebbe decidere in merito agli spostamenti fra regioni: “Lombardia in testa, e poi Liguria, Piemonte e provincia di Trento sono assolutamente da tenere d’occhio – ha dichiarato Sebastiani a Open – speriamo di no, ma si potrà porre al decisore l’interrogativo: se chiudere queste aree agli spostamenti esterni oppure no”.