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Coronavirus, il Patt chiede più tamponi e test sierologici. Pattini: ''La Provincia deve cambiare strada per uscire da questa pandemia. Gli asintomatici devono essere individuati''
Il capogruppo del Patt, Alberto Pattini, torna a chiedere al sindaco Andreatta di sollecitare la Provincia ad effettuare più tamponi a Trento per individuare gli asintomatici: ''Sembra essere stata trascurata questa prassi ma è fondamentale"

TRENTO. Aumentare l'utilizzo dei tamponi non solo per avere la conferma di una diagnosi clinica già effettuata ma per individuare gli asintomatici. A tornare a chiederlo per la città di Trento è il capogruppo del Patt, Alberto Pattini che si rivolge al sindaco Andreatta affinché solleciti nuovamente i vertici della Provincia come già ribadito lo scorso 16 aprile in un documento sempre approvato nel consiglio comunale del capoluogo.
Pattini riprende le parole che sono arrivare dal presidente dell'Ordine dei medici Marco Ioppi che rivolgendosi alla Pat aveva detto che “Non si vede una strategia che guardi al domani per fronteggiare l'emergenza” (QUI L'ARTICOLO).
I tamponi e i test sierologici sono fondamentali per riuscire a prevenire e per consentire una risposta adeguata e rapida dell'intero sistema sanitario.
Un aspetto quanto mai importante soprattutto in vista dell'App Immuni. “Questa applicazione non sappiamo ancora se verrà adottata – ha spiegato Alberto Pattini - ma serve ben a poco senza un sistema sanitario efficiente che sappia quindi partire dall'investigazione epidemiologica manuale fino alla capacità di trattamento sui territori e l'isolamento dei positivi”.
Il 16 aprile scorso il Consiglio comunale di Trento aveva deliberato su proposta del Patt, a firma di Pattini, Uez e Stanchina, con 23 voti favorevoli di cambiare strategia con diffusione di tamponi e test sierologici per individuare i numerosi asintomatici (portatori sani) ed isolarli. “La ricerca degli asintomatici – ha continuato Pattini - è sempre stata attuata in qualsiasi epidemia virale o batterica ed ora inspiegabilmente e gravemente è stata trascurata”.
Il riferimento fatto è quello alla ricerca di Vò Euganeo in provincia di Padova nella quale il presidente Luca Zaia ha finanziato e fatto effettuare dal virologo Andrea Crisanti dell'Università di Padova a fine febbraio il tampone a tutti i 3 mila abitanti. Da questi tamponi sono arrivate tre evidenze, “che forse dovevano far riflettere i vertici politici e tecnici della Pat” afferma il capogruppo delle Stelle Alpine. “E' risultato che tra il 50-75% dei soggetti infettati, positivi al tampone, era asintomatico – ha continuato Pattini – ma anche si è potuto vedere che isolando tutti i soggetti infettati il numero di malati è sceso da 88 a 7 in una settimana e questo genere di isolamento ha evitato una evoluzione grave della malattia”.