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Coronavirus, in Veneto i morti salgono a 930. E intanto Zaia pensa a un passo indietro sull'ordinanza
Crescono i numeri dei decessi e dei contagiati in Veneto, con cifre che raggiungono rispettivamente le 930 e 10751 unità. In diminuzione i pazienti in terapia intensiva e non. Nella conferenza stampa del primo pomeriggio, intanto, il governatore Zaia "bacchetta" i troppi che hanno interpretato in maniera larga la nuova ordinanza sul lockdown soft, manifestando l'intenzione di compiere un passo indietro

VERONA. Continuano a crescere i contagi nelle province di Padova e Verona. Nel secondo bollettino quotidiano, quello delle 17, sulla situazione Coronavirus nella regione Veneto, si sono registrati rispettivamente +32 e +33 casi in quelle che appaiono come le province più colpite dall'epidemia.
Nel complesso i nuovi casi positivi rispetto al bollettino delle 8 di mattina sono 82, portando il conteggio a 14514 casi totale con tampone positivo dall'inizio dell'epidemia da Covid-19. Di questi i casi attualmente positivi sono 10741, 930 i decessi e 2843 guariti. I soggetti costretti a misure di isolamento domiciliare sono 17931.
Il maggior numero di deceduti si è registrato a Treviso, con ben 5 vittime, seguita da Schiavonia, in provincia di Padova.
In calo si sono invece dimostrati i numeri riguardanti i pazienti in area non invasiva (-13) e in terapia intensiva (-15).

Nel primo pomeriggio, intanto, il governatore Luca Zaia ha espresso particolare fastidio per le scene arrivategli di persone che hanno interpretato in maniera un po' troppo larga le nuove regole introdotte dall'ordinanza di Pasquetta. "Non si va in spiaggia, non si va in montagna - ha dichiarato - meglio restare a casa, se si lascia l'abitazione si resta nel raggio. E se viene la tentazione di uscire pensate ai bambini immunodepressi, pensate agli oncologici e pensate anche agli anziani che rischiano la salute". Rispetto a ieri, dunque, il presidente leghista ha fatto intendere la possibilità di un passo indietro che avrebbe del clamoroso.