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Coronavirus, l’Iss: “Gli uomini hanno il doppio delle possibilità di soccombere rispetto alle donne”
La conferma arriva dall’istituto superiore di sanità che ha evidenziato come la percentuale di letalità per gli uomini contagiati sia circa il doppio di quella delle donne (17,1% contro 9,3%). Differenze simili sono riportate in molti altri Paesi europei, ma in Thailandia e Repubblica Domenicana il rapporto maschi/femmine è di 3 a 1

TRENTO. Grazie all’incessante lavoro dei ricercatori, con il passare delle settimane, iniziano a delinearsi sfumature e contorni della pandemia di coronavirus che ha paralizzato il mondo intero. Se alcune questioni necessitano di più tempo, iniziano ad essere confermate quelle che prima erano solo delle ipotesi, ad esempio, l’Istituto superiore di sanità ha analizzato il dato disaggregato sui decessi per quanto riguarda le differenze di genere, confermando la tendenza italiana (ma non solo) che mostra una più alta proporzione di decessi per Covid-19 negli uomini rispetto alle donne.
Fattori come il sesso e il genere sembrano svolgere un ruolo fondamentale: “Dall’analisi dei dati – scrive l’Iss – emerge chiaramente una più alta proporzione di decessi per Covid-19 negli uomini rispetto alle donne in quasi tutti i Paesi che forniscono dati completi e disaggregati per sesso”. L’organizzazione internazionale che promuove l'uguaglianza di genere nell'assistenza sanitaria Global Health 50/50 ha iniziato a raccogliere i dati disaggregati per sesso su Covid-19 riportati finora dai governi nazionali e disponibili pubblicamente, così da rendere più chiaro l’andamento generale.
In Italia la percentuale di letalità per gli uomini è circa il doppio di quella delle donne, rispettivamente 17,1% e 9,3%. Simili differenze della percentuale di letalità sono riscontrate in altri Paesi europei, fra cui Grecia, Olanda, Danimarca, Belgio e Spagna, ed extraeuropei, come Cina e Filippine. In altri però, come Thailandia e Repubblica Domenicana il rapporto maschi/femmine (M/F) risulta addirittura più alto, attestandosi a un rapporto di 3 a 1 (rispettivamente 3,8 e 3,2). Tra i paesi che forniscono i dati differenziati per sesso, solo l’India e il Pakistan mostrano una proporzione lievemente più alta nelle donne decedute per Covid-19, con un rapporto M/F pari a 0,9.
Per quanto riguarda i tassi di infezione suddivisi per sesso l’Iss spiega che i dati disponibili non sono ancora sufficienti per trarre una conclusione, in Italia come in Belgio, Olanda, Portogallo e Danimarca è stata riportata una maggiore percentuale di casi tra le donne. In altri, come Singapore, Pakistan e India, l’infezione sembra essere molto più frequente nei maschi. Un dato italiano molto importante è quello dei casi di infezione tra gli operatori sanitari, ad oggi infatti il 69% degli operatori infetti è donna. Questo dato potrebbe essere giustificato dalla più alta percentuale di donne in questa categoria professionale ma ulteriori studi saranno necessari per poter giungere a delle conclusioni.
“I dati disaggregati per sesso e genere sono importanti – afferma l’Iss – ma ad oggi solo una minoranza di Paesi fornisce dati completi differenziati per sesso”. Eppure, conoscere le reali differenze di sesso e genere in termini di incidenza e letalità rappresenta il primo passo per investigare i meccanismi biologici e/o sociali alla base di queste differenze al fine di identificare strategie preventive e bersagli terapeutici specifici per gli uomini e per le donne. “Tenere quindi in considerazione il sesso e il genere in relazione alla salute – conclude l’Iss – non deve essere considerata una componente aggiuntiva ed opzionale, ma un aspetto necessario a garantire efficacia ed equità ai sistemi sanitari di ogni Paese”.