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Coronavirus, tra bilanci bloccati e voglia di aiutare, il mondo del volontariato trentino affronta l'emergenza
Sono moltissimi gli enti no profit che si trovano a dover fare i conti non solo con gli interventi quotidiani ma anche con scadenze statutarie. Ecco alcuni consigli che arrivano direttamente dal Centro Servizi Volontariato del Trentino

TRENTO. C'è anche il mondo del volontariato e dell'associazionismo trentino in campo 24 ore su 24 per affrontare l'emergenza coronavirus. Associazioni che si stanno impegnando con ogni genere di servizio dalla distribuzione della spesa, delle medicine all'assistenza di chi si trova in situazioni particolari.
Un pianeta, quello del terzo settore, che con questa emergenza, però, deve fare i conti anche con le proprie procedure interne per poter andare avanti. Parliamo di tutti quei passaggi burocratici e statutari, fondamentali affinché esista un'associazione. Tutto è fermo viste le limitazioni che sono state decise dal Dcpm sugli spostamenti e il divieto degli assembramenti. Stop quindi anche all'approvazione dei bilanci sociali e alle varie assemblee.
Ad approfondire la questione e ad offrire in modo chiaro alcune soluzioni è stato il Centro Servizi Volontariato. “Per le associazioni – ci spiega Daniele Erler del Csv - stiamo arrivando ad un periodo abbastanza importante, che è quello del bilancio. Pur non essendo prevista una data per legge, molti hanno deciso inserirla nello statuto e in tanti hanno l'obbligo di approvare il bilancio entro il 30 aprile cioè entro 120 giorni dall'inizio dell'esercizio sociale”.
Un'operazione non semplice in questo momento. “Non è possibile convocare un'assemblea” precisa Erler visto la normativa del dpcm dell'8-9 marzo che prevede lo stop degli assembramenti, e quindi anche delle riunioni, in luoghi pubblici e privati. Sulla questione, in parte, è intervenuto il decreto 'Cura Italia' che ha posticipato il termine di approvazione del bilancio al 31 ottobre 2020 ma solo per organizzazioni di volontariato, aps e le onlus.
Queste tre tipologie, però, non sono tutto il no profit. Se per alcuni esiste la possibilità di un rinvio a data futura vi sono però altre strade che possono essere percorse.
“Ci può essere l'alternativa della via telematica. Il decreto – spiega Daniele Erler del Centro Servizi Volontariato di Trento - ha dato la possibilità alle associazioni e alle fondazioni di convocare un'assemblea in videoconferenza anche se lo statuto dell'ente non lo prevede”.
In sostanza si possono quindi verificare tre casi. Il primo riguarda gli enti che riescono a convocare in forma telematica sia il direttivo che l'assemblea. "Ma parliamo di enti più strutturati che riescono a convocare direttivo e assemblea anche se hanno numeri residuali”.
Il secondo caso, più frequente anche in Trentino, riguarda quelle associazioni che non possono riunirsi per forma telematica. Lo possono fare solo attraverso una convocazione del direttivo formato da poche persone. “A quel punto – ha spiegato Erler - è opportuno farlo quanto meno per approvare in prima battuta il progetto di bilancio che per diventare definitivo dovrà poi passare in assemblea che sarà riunita a data da destinarsi”.
Il terzo e ultimo caso sono gli enti che non possono riunire l'assemblea ma nemmeno il direttivo. “In questo caso – spiegano dal Csv – il presidente una volta sentiti telefonicamente i consiglieri, può inviare la comunicazione agli associati informandoli sulla situazione e sul fatto che l'assemblea sarà posticipata magari facendo conoscere una bozza del bilancio”.
L'altro importante tema toccato anche a livello nazionale è quello del volontariato e l'opportunità di farlo sia per i singoli che per le organizzazioni nell'ambito dei servizi sociali. “Intendiamo quei servizi – ha spiegato ancora Daniele Erler - che vanno a dare conforto e sollievo alle persone più deboli come anziani e disabili, dalla consegna del cibo o delle medicine. In questi ambiti è ammesso il volontariato nel rispetto delle normative e seguendo un principio di responsabilità. Come sottolineato dal presidente nazionale, però, non è il caso di fare gli eroi e in ogni attività è bene affiancarsi ad una associazione e ad attività comunque coordinate con i comuni”.