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La Pat invita gli insegnanti a sottoporsi al test rapido ma dimentica 138 scuole. Galli (Cisl): "Risolto con ritardo. Manca il dialogo"
Nei giorni scorsi l'invito agli insegnanti da parte della Provincia di sottoporsi al test sierologico aveva lasciato per strada oltre 130 istituti provinciali. Solo in ritardo, dopo le proteste dei docenti, si è comunicato anche a loro che si sarebbero potuti recare nelle strutture sanitarie. La segretaria della Cisl scuola Stefania Galli: "Da aprile non è cambiato nulla. Le notizie o le apprendiamo dai mezzi o molto dopo"

TRENTO. Dopo tanta attesa e non poche perplessità, l'invito agli insegnanti ed educatori, anche per nidi e materne, a svolgere il test sierologico prima dell'apertura delle scuole è arrivato. A inizio settimana, molti di questi avevano protestato per la mancata comunicazione da parte degli organi provinciali, con insegnanti che, nel silenzio di chi avrebbe dovuto dare istruzioni, hanno preferito arrangiarsi, rivolgendosi da soli alle autorità sanitarie.
Il ritardo di comunicazione nel caso dei sierologici, d'altronde, non va certo a migliorare la già scarsa reputazione che l'assessorato all'Istruzione e in generale la Giunta si sono fatte negli scorsi mesi di chiusura delle scuole. Il silenzio assordante che spesso ha contraddistinto il periodo di lockdown così come quello delle settimane successive ha visto sindacati e docenti sul piede di guerra, delusi e arrabbiati per le indicazioni minime se non nulle.
A una settimana dalla riapertura degli asili e a tre da quelle delle scuole, dunque, la situazione appare ancora piuttosto caotica. “Stiamo cercando di capire come sarà – spiega la segretaria generale di Cisl Scuola Stefania Galli – la situazione generale intorno a noi, che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, è comunque piuttosto preoccupante per quanto riguarda il Covid. Da parte della Provincia, comunque, ci sono difficoltà di riorganizzazione anche sulle azioni più semplici”.
“Fino ad ora si sarebbe potuto utilizzare il tempo in maniera più compiuta. Il virus ci ha frastornati, fino ad aprile poteva starci, ma da aprile a settembre potevamo camminare meglio e insieme. Come in un sentiero di montagna ci si prepara per bene, ci si attrezza e si va preparati. La nostra manifestazione alla fine dell'anno scolastico doveva essere una scossa per ripartire pronti, invece pare che l'atteggiamento non sia cambiato. Nessuna disponibilità a collaborare con i sindacati. Le notizie o le vedo sui mezzi o le so in ritardo”.
I sierologici, da questo punto di vista, paiono inserirsi in questa scia. “Di per sé l'opportunità di fare il test è positiva sia per sé che per gli altri – continua Galli – dimenticarsi 138 scuole e nidi, però, mi pare esagerato. Ci si poteva mettere sicuramente più attenzione, visto che ora non siamo in una fase di emergenza totale. Questo dimostra la mancanza di dialogo fra i diversi settori della Pat”.
Nella giornata di martedì 25 agosto, il presidente Maurizio Fugatti da parte sua ha firmato una nuova ordinanza con cui si inseriscono regole per l'utilizzo della mascherina in luoghi sensibili ad assembramenti e la si impone anche ai bambini compresi nella fascia di età tra i 3 e i 6 anni. Nuove regole che, a giudizio dei sindacati, dimostrano poca coerenza con quelle imposte finora.
“I bambini dovranno indossare la mascherina sui mezzi ma non c'è l'obbligo di disinfettare i giochi – conclude Galli – con la riapertura, inoltre, il numero dei bambini cresce. Per lunedì (31 agosto) abbiamo ottenuto comunque un incontro con il dottor Ferro. Speriamo che ci spieghino per bene il funzionamento delle regole, perché coerenza e flessibilità devono coesistere, se no la cosa è piuttosto difficile da comprendere”. Questione, quella dell'alto numero di bambini, che già aveva creato non pochi mugugni tra i sindacati.