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Failoni: ''Venite in Trentino, siamo più zona bianca che arancione'', ma non è così. Ecco perché e come in passato certe dichiarazioni non hanno portato bene
Il video caricato sui social dallo stesso assessore al turismo ricorda da vicino quei post che invitavano tutti a venire in Trentino tra febbraio e marzo 2020 e quelli dell'anno scorso sull'apertura certa degli impianti (che poi non è mai avvenuta nell'inverno 2021). La speranza è che tenga l'unico parametro da zona gialla, quello delle ospedalizzazioni nei normali reparti, perché gli altri due hanno già sforato i limiti e il trend del contagio non promette bene
TRENTO. ''C'è sì un aumento dei contagi però c'è una tenuta sostanziale delle ospedalizzazioni. Devo dire che siamo più vicini alla zona bianca che alla zona arancione''. Questo un passaggio dell'intervista eseguita dall'ufficio stampa della Pat all'assessore al turismo Roberto Failoni e diffuse ai media nazionali. Dichiarazioni che lasciano un po' interdetti e che a molti ricordano quelle di febbraio e marzo 2020 quando sia il presidente Fugatti che l'assessore Failoni, invitavano tutti in Trentino a sciare anche quando il Governo Conte già chiudeva le scuole e c'erano le prime avvisaglie della tragedia che poi avrebbe rappresentato la prima ondata di Covid.

O ancora le dichiarazioni del 10 novembre del 2020 (quando il Trentino era travolto dal virus ma riusciva a restare in zona gialla grazie al fatto che buona parte del controllo dei positivi veniva affidata ai tamponi antigenici non comunicati a Roma) quando lo stesso Failoni assicurava che gli impianti avrebbero aperto sicuramente e destinava anche 5 milioni all'innevamento programmato. Risultato: tutta la stagione invernale saltata e metri di neve naturale a imbiancare le nostre montagne.

Non contento, però, erano stati tantissimi i post tra gennaio e febbraio dove ribadiva che gli impianti avrebbero aperto a breve mentre il Trentino finiva in zona arancione prima e poi in zona rossa (Roma da gennaio chiedeva sia i positivi agli antigenici che ai molecolari) e comunque gli impianti restavano chiusi in tutta Italia.

Oggi queste dichiarazioni, spiace dirlo, anche se immaginiamo spinte da un nobile intento (quello di invitare i turisti a venire in Trentino e quindi far girare l'economia locale) non corrispondono al vero.
Effettivamente i contagi in Trentino sono molto alti e il sistema sanitario tiene, rispetto alla scorso anno, ma i dati dicono che la provincia di Trento non è più vicina alla zona bianca che alla zona arancione. Questo è falso e infatti il Trentino è uno dei due territori italiani, assieme alla Liguria, più vicini alla zona arancione. La speranza è che non ci finisca nessuno alla fine e che il sistema tenga, ma la fotografia della situazione attuale è questa: due parametri su tre, in Trentino, sono già da piena zona arancione.
La percentuale di occupazione delle terapie intensive è la più alta d'Italia: al 26% quando per entrare in zona arancione basta superare il 20%. La media italiana è esattamente la metà, il 13%, e il territorio messo peggio, più vicino al Trentino, è la Liguria che è al 19%. Poi c'è l'incidenza di nuovi casi ogni 100.000 abitanti a 7 giorni. L'ultimo report Agenas riporta la settimana 20-26 dicembre quando il Trentino aveva un'incidenza di 400.92 casi. GediVisual, però, ha aggiornato il dato al 28 e l'incidenza è salita a 537 casi ogni 100.000 abitanti. Si tratta della settima incidenza più alta d'Italia e per passare in zona arancione basterebbe superare i 150 casi ogni 100.000 abitanti. Al momento, quindi, l'unico parametro che tiene in zona gialla il Trentino è quello dei ricoveri nei normali reparti ospedalieri. La percentuale di occupazione dei posti letto è al 18% quando la zona gialla è compresa tra il 15 e il 30 per cento. Si tratta dell'ottavo dato più alto d'Italia allo stesso livello del Veneto e di 2 punti percentuali più alto della media nazionale.
Insomma la zona bianca è molto lontana.