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Una raccolta fondi per sostenere le ricerche di Federico Lugato, la moglie: “Dobbiamo preparaci a ogni eventualità”

Centinaia di volontari sulle tracce di Federico Lugato scomparso da oltre 10 giorni in Val di Zoldo. L’appello della moglie: “Abbiamo avviato una raccolta fondi per continuare le ricerche di Federico con il massimo delle risorse possibili”

Pubblicato il - 05 settembre 2021 - 12:22

BELLUNO. Sono ripartite già dalle prime ore di questa mattina, 5 settembre, le ricerche Federico Lugato scomparso dal 26 agosto in Val Zoldo. Il 39enne era partito da Pralongo di Forno di Zoldo (Belluno) intorno alle 9 per una passeggiata alla baita bivacco Angelini. Da allora non si hanno sue notizie. Da giorni centinaia di soccorritori e volontari lo stanno cercando battendo palmo a palmo la zona.

 

Nei giorni scorsi le ricerche sono state portata avanti con i droni e le unità cinofile, mentre sono state battute la parte bassa della Val Prampera verso Forno di Zoldo, da Casera di Mezzodì verso l'abitato e da sopra il Rifugio Sora'l Sass a scendere. I droni hanno sorvolato le rocce sottostanti il Rifugio e hanno volato nell'area del Castel de Moschesin, dove nei giorni scorsi anche l'elicottero aveva effettuato delle perlustrazioni. 

 

Come fa sapere la moglie Elena Panciera, anche lei in prima linea nelle ricerche, nella giornata di domani si terrà una riunione in Prefettura per coordinare le operazioni che però potrebbero essere momentaneamente sospese. “Spero in una buona notizia – spiega – ma mi sto preparando anche al fatto che la novità potrebbero non essere buone. Potremmo non trovare mai Federico ma questo non significa che non continueremo a cercarlo”.

 

Nel frattempo la moglie del 39enne ha attivato anche una raccolta fondi per finanziare pasti e pernottamenti delle persone che stanno aiutando nelle ricerche. “Abbiamo avviato una raccolta fondi per continuare le ricerche di Federico con il massimo delle risorse possibili. Rimborsiamo le spese di trasporto, vitto e alloggio a tutte le volontarie e i volontari esperti di montagna, anche cinofili, che ci stanno dando gambe, occhi e cuore. Se necessario, acquisteremo o noleggeremo software e pagheremo consulenze di esperti ed esperte”. Eventuali fondi in eccesso verranno donati al soccorso alpino e alle associazioni i cui volontari si stanno prodigando nelle ricerche.

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