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Passa la linea delle Stelle Alpine, Pd e Upt messi all'angolo. Panizza affossa il patto di coalizione e blinda Rossi

Doveva essere la riunione del tavolo del centrosinistra autonomista decisiva, quella che inchiodava le Stelle Alpine ad accettare qualunque proposta fosse uscita sul nome del candidato presidente. Ma il documento è stato stravolto e si riparte a discutere dal governatore uscente

Di Donatello Baldo - 10 agosto 2018 - 01:11

TRENTO.  La riunione è iniziata alle 17.30 ed è finita alle 22. Tre pause, utilizzate per emendare il documento, il famoso patto di coalizione che ieri è uscito stravolto. Quello originale, votato solennemente dal Pd e ratificato altrettanto solennemente dall'Upt, non c'è più. Il documento firmato ieri, il patto che non pattuisce nulla, è quello delle Stelle Alpine.

 

La riunione di ieri del tavolo del centrosinistra autonomista doveva mettere il Patt all'angolo, ma all'angolo sono finiti gli altri alleati, con i democratici suonati più di tutti, messi ko da un Franco Panizza combattivo più che mai.

 

Il cuore della proposta Pd-Upt era questa: "Le forze politiche si impegnano ad accettare ogni decisione assunta dalla coalizione", qualunque nome fosse uscito, Rossi, Ghezzi o Pinco Pallo. Il Patt si è però presentato alla riunione con un documento tutto suo, e questa frase non era contenuta. Cancellata di netto.

 

Di più. La proposta delle Stelle Alpine conteneva un punto aggiuntivo: "Viene incaricato il presidente Ugo Rossi a tenere un confronto programmatico con i componenti della coalizione per verificare le convergenze sui contenuti e in conseguenza la sua eventuale designazione a candidato presidente".

 

Un colpo da maestro. Panizza ha di fatto mandato all'aria i propositi di P e Upt, obbligando gli alleati a discutere su questo punto, il solito, quello che martella da mesi: "Dovete dire voi se Rossi va bene oppure no".

 

E quindi si ritorna lì, a quell'incontro che qualche settimana fa è saltato, il confronto con Rossi che il Patt vorrebbe svolgere durante un tavolo 'deliberante', con il mandato di decidere subito se sì o se no sul governatore uscente.

 

Le sospensioni per gli emendamenti sono state anche su questo punto. Dai Verdi all'Upt, da Fabiano Lorandi a Renzo De Stefani, tutti volevano bloccare questa investitura obbligata proposta da Panizza. Ma la proposta è passata.

 

Anzi, nella fretta di decidere, il documento ufficiale, quello firmato da tutti, ometteva la parola "eventuale". La designazione sarebbe stata una logica conseguenza. Poi la rettifica, ma l'omissione, quasi un freudiano 'atto mancato', la dice lunga sulla situazione che si è creata ieri.

 

"La coalizione - ha provato a emendare Alessio Manica - stabilisce di incontrare il presidente in carica e successivamente gli altri candidati per un confronto programmatico". Ma il tentativo di chiedere che oltre a Rossi potesse confrontarsi con la coalizione anche Paolo Ghezzi è stato accolto con grida di sdegno.

 

"Non possiamo mettere Ghezzi sullo stesso piano di Rossi, ma scherziamo?", ha urlato Panizza. "Se si chiude su Rossi non ha alcun senso incontrare gli altri". E anche su questo l'autonomista ha incassato un altro sì

Si è aggiunto al punto l'emendamento dei sostenitori di Paolo Ghezzi: "Il confronto dovrà essere ultimato entro il giorno 14 agosto 2018, data entro la quale i componenti della coalizione si impegnano ad esprimersi, attraverso i propri organi, sul candidato Presidente".

 

Viene chiesto quindi a Pd e Upt di esprimersi sui nomi, di scegliere con chi stare, di arrivare al tavolo con una decisione. La designazione alla fine dell'incontro con Rossi non è vincolante, ma politicamente è un macigno vero e proprio.

 

Ha vinto Panizza, c'è poco da dire. Il segretario del Patt stasera potrà andare al Consiglio delle Stelle Alpine vittorioso. Durante il tavolo l'ha detto chiaro e tondo: "Se porto la vostra proposta ai miei i me ne diss de tuti i colori". 

 

Porterà la sua, che ha blindato e che ha portato a casa come l'ha proposta, o quasi. Potrà dire tranquillamente che il Pd - Muzio, perché Manica ha cercato in tutti i modi di evitarlo - ha fatto un passo indietro. 

 

Potrà dire che la parte che sostiene Paolo Ghezzi è stata fronteggiata, che non è riuscita a imporsi, nemmeno nel mettere sullo stesso piano il loro candidato con quello delle Stelle Alpine. Potrà dire che il timone della barca l'ha riconquistato lui, a ragione. 

 

Lunedì Ugo Rossi incontrerà la coalizione. Gli altri ascolteranno e poi dovranno dire cosa pensano, se c'è la convergenza, almeno sul programma. Poi toccherà al Pd e all'Upt incontrasi, e a quel punto dire se sono con Rossi, con Ghezzi o con qualcun altro. 

 

E non vale nessun patto. Se diranno Rossi il Patt stappa il TrentoDoc, altrimenti arrivederci. Nell'angolo non ci sono più le Stelle Alpine ma ci sono tutti gli altri, come voleva Panizza fin dal primo giorno.

 

 

 

 

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