Coronavirus, Fugatti sui dipendenti provinciali: ''Protesta dei sindacati attesa, ma c'è condivisione con lavoratori. Supermercati? La domenica si può fare altro''
Il presidente Maurizio Fugatti è intervenuto nel corso della trasmissione "Centocittà" su Radio Rai 1 per affrontare gli argomenti del rientro dei dipendenti pubblici negli uffici e sulle chiusure domenicali dei supermercati: "La competenza è esclusiva dello Stato. Per questo lavoriamo anche sul fronte della Commissione dei 12"

TRENTO. "La protesta dei sindacati era in qualche modo attesa". Così il presidente Maurizio Fugatti nel corso della trasmissione "Centocittà", condotta da Ilaria Amenta, Gianluca Semprini e Duccio Pasqua su Radio Rai 1 che affronta gli argomenti del rientro dei dipendenti pubblici negli uffici e sulle chiusure domenicali dei supermercati (Qui l'intervento in radio).
"In questa situazione in cui si torna alla normalità - spiega Fugatti - anche gli uffici pubblici devono far parte di questa normalità. La situazione epidemiologica si è stabilizzata, questo permette un ritorno alla normalità, se dovesse cambiare nelle prossime settimane rivedremo queste scelte".
La scorsa settimana è stata firmata una delibera provinciale per far rientrare le lavoratrici e i lavoratori in sede. Il provvedimento parte da lunedì 29 giugno e si protrae fino al 30 settembre. "Abbiamo tenuto conto - prosegue il presidente - del numero delle persone che possono stare negli uffici, che non possono essere le stesse del periodo pre-Covid: abbiamo impostato dei turni sull'intera giornata".
Confermata anche la prospettive delle aperture straordinarie. "Abbiamo previsto il venerdì pomeriggio, che qui non era previsto, e il sabato mattina per gli uffici che fanno un servizio al pubblico". Alla domanda se il lockdown sia stato percepito come un periodo di vacanza per il dipendente pubblico dopo le parole di Pietro Ichino, il presidente si mostra cauto.
"La Provincia - aggiunge Fugatti - ha tante competenze e funzioni che non hanno altri. Una pubblica capace e innovativa, sa correre con i tempi. E per queste ragioni si è ritenuto di far rientrare al lavoro i dipendenti, rientra nella normalità. Non c'è una volontà di penalizzare o meno qualcuno. Le criticità che ci sono nella situazione ordinaria, ci sono state anche nell'esperienza dello smart working. Ma gran parte del personale ha lavorato in modo proficuo anche durante questo periodo".
I sindacati, però, sono scesi in piazza per lamentare l'assenza di condivisione e coinvolgimento, scelte unilaterali della Provincia (Qui articolo), poi si è registrato anche lo scontro tra Spinelli e Diaspro (Qui articolo). "La protesta era in qualche modo attesa - dice il presidente - ma ho avuto modo di parlare con il personale provinciale e c'è anche condivisione. L'orario viene riorganizzato ma rimane ancora parte delle ore in smart working, i dipendenti rientrano perché è giusto ma le positività che ci possono essere state cerchiamo di sfruttarle".
Il governatore affronta anche il tema della chiusura dei supermercati di domenica. C'è stata anche una dura presa di posizione dei commercianti (Qui articolo). "Il settore alimentare - evidenzia il presidente - è rimasto aperto nel periodo di lockdown. Il trentino si è abituato a fare la spesa dal lunedì al sabato e in questa fase non andare la domenica è una presa d'atto condivisa".
La motivazione del provvedimento è sempre quella. "La valutazione è quella di un intervento di tipo sociale. Nel territorio come il nostro con laghi, montagne e tante altre cose, la domenica si può pensare di fare quello che si crede. La spesa di può fare il lunedì e si può fare il sabato".
Il presidente va avanti con la sua idea di tenere tutto chiuso la domenica e in consiglio provinciale trova anche un certo consenso da parte delle minoranze (oltre che dei sindacati che, come è noto, da tempo portano avanti questa battaglia) tanto alla fine sarà la Corte costituzionale a dirgli che non si può fare come da sentenza 98 del 2017 perché questo è argomento di competenza esclusiva statale (e fino ad oggi si è potuto andare ''in deroga'' per l'emergenza sanitaria) ricondotta alla “tutela della concorrenza” (art. 117, secondo comma, lettera 'e' della Costituzione).
Il presidente del consiglio provinciale ha concesso la procedura d’urgenza al ddl Failoni e ha concordato che sarà esaminato in II Commissione giovedì prossimo (tempo tecnico minimo per poi andare in aula, tant’è che la prevista seduta consiliare del 30 giugno cade troppo in anticipo ed è stata cancellata). Le minoranze hanno espresso in modo praticamente corale la condivisione dell’obiettivo di merito, le domeniche senza shopping. Contrarietà invece per la scelta di trattare il tema con tempi accelerati (Qui articolo).
C'è la consapevolezza che la legge provinciale potrebbe essere impugnata dal governo. "La competenza è esclusiva dello Stato. Per questo lavoriamo anche sul fronte della Commissione dei 12, auspicando l’approvazione di una norma d’attuazione statutaria, che – in pendenza dell’eventuale ricorso contro la norma di cui al ddl 58 – risolverebbe felicemente l’intero contenzioso", commenta Fugatti su Facebook.