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Coronavirus, Fugatti: ''Restiamo zona gialla: non valutiamo restrizioni autonome. Attività ripartiranno prima di svuotamento delle terapie intensive: chiediamo attenzione''
Si è parlato della campagna di vaccinazione. La previsione è quella della somministrazione a 150 mila trentini e con circa 2.900 dosi a settimana i tempi si prospettano un po' lunghi. Fugatti: "Non è un problema nostro, il Trentino non si può approvvigionare da solo e credo che sia anche giusto così. E' il governo che si approvvigiona centralmente e poi le distribuisce in linea percentuale"

TRENTO. "L'Rt del Trentino è di 0,85 e non credo che questo possa portare oggi a una classificazione diversa dalla zona gialla". Così il presidente Maurizio Fugatti, che aggiunge: "Attendiamo con serenità, a oggi non abbiamo avuto comunicazioni e quindi riteniamo che la situazione rimanga stabile".
Nella giornata di oggi si attende il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità che assegna le colorazioni alle varie Regioni e opera una valutazione dopo la chiusura delle festività. La certezza è quella dell'inasprimento del Rt: con 1 (prima 1,25) si passa in arancione e con 1,25 (prima 1,50) si va in rossa.
La riapertura delle scuole, i possibili affollamenti sui mezzi di trasporto e il riavvio delle attività commerciali introducono nuove incognite nella gestione del virus, con le autorità politiche e sanitarie che, dati alla mano, si devono adattare a un quadro in continuo mutamento.
Uno studio condotto da Fondazione Bruno Kessler, Istituto superiore di sanità e Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro, pubblicato sulla rivista Proceedings of the national academy of science of the United States (Pnas) aiuta a comprendere dei possibili effetti delle riaperture sulla base dei dati raccolti nella prima ondata.
Nello studio in questione, infatti, i ricercatori dei tre enti coinvolti dimostrano che allentare le limitazioni se l'incidenza delle infezioni da Sars-CoV-2 è ancora alta possa portare a un rapido nuovo picco dei casi, e di conseguenza dei ricoveri, anche se l'indice Rt è inferiore a 1.
Il Trentino, da questo punto di vista, sembra in una posizione critica, se è vero che l'incidenza continua a essere alta così come il livello di ospedalizzazione (con percentuali ben al di sopra delle soglie critiche del 30% per le terapie intensive e del 40% per i ricoveri nei normali reparti, rispettivamente, in provincia di Trento, al 50% e al 59%). "Ci sono criticità per quanto riguarda le ospedalizzazioni - dice Fugatti - ma il Trentino rimarrà in zona gialla".
Il bollettino odierno riporta di 401 persone in ospedale di cui 46 in terapia intensiva. Numeri che preoccupano le autorità e la Provincia ritorna a rivolgere un appello agli anziani. "Torno a rivolgermi agli over 70 - aggiunge il presidente della Pat - anche oggi c'è un dato significativo in questa fascia: la gran parte delle persone che finiscono in in terapia intensiva e poi decedono sono anziani. Rinnoviamo l'invito a fare particolare attenzione".
Molti Paesi dell'Unione europea prolungano il lockdown, mentre il governo nazionale valuta la situazione epidemiologica dopo le festività e prevede nuove misure per fronteggiare la diffusione di Covid-19. "Le categorie economiche partono prima che le nostre terapie intensive e gli ospedali si svuotino. Chiediamo l'aiuto a tutti - evidenzia il presidente della Provincia - in particolare gli over 70 sono loro malgrado i principali fruitori delle terapie intensive e degli ospedali: devono restare a casa, muoversi l'indispensabile necessario. Altrimenti dobbiamo aspettare di vaccinare tutti, questo significa che le attività restano chiuse e l'economia non riparte".
La Pat non intende attualmente intervenire. "Non valutiamo eventuali restrizioni - prosegue Fugatti - francamente veniamo da 20 giorni di zona rossa: i contagi non calano e le terapie intensive non diminuiscono. Pensare a ulteriori restrizioni autonome mi sembra difficile, almeno che non dovessimo finire in zona arancione e quindi diventerebbero automatiche. Ma intanto si resta in zona gialla. I dati dell'ultima settimana sono pesanti e gravi ma siamo fiduciosi".
Si è parlato della campagna di vaccinazione (Qui articolo). La previsione è quella della somministrazione a 150 mila trentini e con circa 2.900 dosi a settimana i tempi si prospettano un po' lunghi. "Non è un problema nostro, il Trentino non si può approvvigionare da solo e credo che sia anche giusto così. E' il governo che si approvvigiona centralmente e poi le distribuisce in linea percentuale, tutte le Regioni ricevono le dosi per le caratteristiche statistiche. Si può eventualmente fare un ragionamento su chi ha una capacità di somministrazione diversa. Noi attendiamo gli invii e non credo sia giusto procedere in forma autonoma. Le indicazioni in questo momento sono quelle di procedere su categorie sanitarie e anziani", conclude Fugatti.