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Diffamò la sindaca Raggi attraverso un video su un giornale. Vittorio Sgarbi condannato a pagare 1000 euro
Il tribunale monocratico della capitale ha condannato Vittorio Sgarbi al pagamento di 1000 euro e ad una provvisionale di 10mila per aver diffamato la sindaca di Roma Virginia Raggi. La prima cittadina: "Il clima di barbarie e volgarità che personaggi come lui stanno creando è inaccettabile. Non mi spaventano i criminali, figuriamoci i bulletti da salotto"

TRENTO. “Oggi Sgarbi è stato condannato per diffamazione aggravata nei miei confronti. Il clima di barbarie e volgarità che personaggi come lui stanno creano è inaccettabile. L'insulto non è confronto. Comunque non mi spaventano i criminali, figuriamoci i bulletti da salotto”. Commenta così, la sindaca di Roma Virginia Raggi, la condanna appena comminata al presidente del Mart Vittorio Sgarbi.
La sentenza arriva a poco più di 4 anni di distanza dall'episodio, quando in un video pubblicato sul sito di un quotidiano nazionale il critico d'arte aveva preso di mira la sindaca pentastellata, utilizzando epiteti che – dice la sentenza – offendono “l'onore e la reputazione”. Virginia Raggi, d'altronde, è stata spesso al centro delle critiche di Sgarbi, che non ha mai risparmiato parole dure nei suoi confronti.
In questo caso, però, gli insulti non si sono fermati alla sfera della comunicazione e hanno avuto delle conseguenze legali. Il parlamentare e presidente del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto è stato così condannato dal tribunale monocratico della capitale al pagamento di una multa di 1000 euro e a una provvisionale di 10mila con l'accusa di diffamazione aggravata a mezzo stampa, in un processo svolto con rito abbreviato.
L'obiettivo delle dure parole di Sgarbi, ritenute in giudizio come diffamatorie, sarebbe stata la capacità politica della prima cittadina romana, presente in aula e autrice al margine della sentenza di nette dichiarazioni nei confronti del critico e del clima che questi contribuisce a creare con le sua affermazioni.