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Fugatti a SkyTg24 attacca il Dolomiti per le analisi sui dati del contagio (IL VIDEO). Mala tempora currunt per l'informazione in Trentino
Mentre nelle scorse ore il sito ''preferito'' dal presidente attaccava la giornalista Rai Elisa Dossi per avergli posto delle domande proprio sui dati del contagio lui stesso rispondeva così alla giornalista Sky che gli mostrava l'analisi di oggi del nostro quotidiano. Cerchiamo di spiegare a Fugatti perché, vivendo di pubblicità e rifiutando i contributi pubblici, non possiamo fare il tifo per la zona rossa ma crediamo che i cittadini meritino di sapere sempre cosa sta succedendo nel contesto in cui vivono e che questo sia uno dei principi fondamentali che sorreggono le democrazie. Per questo ci siamo battuti e continueremo a farlo

TRENTO. Niente da fare. I cattivi, ormai, sono quelli che fanno informazione in Trentino. Nelle scorse ore il sito preferito dal presidente Fugatti, praticamente l'unico che condivide sui suoi canali social, La Voce del Trentino, ha attaccato apertamente la giornalista Rai Elisa Dossi dedicandole un articolo vergognoso perfettamente in stile ''voce'', dal titolo ''L'ira ''sinistra'' della Rai si scaglia ancora verso la giunta Fugatti, un lettore: 'Ha illustrato i dati della pandemia come se il Trentino fosse in zona rossa e l'epidemia fuori controllo'''.
La colpa della collega della Rai del Trentino Alto Adige, alla quale va la nostra piena solidarietà, nell'articolo, ovviamente non firmato, come sempre accade quando c'è da killerare qualcuno su quel sito, è stata quella di chiedere al presidente conto dei dati del contagio, purtroppo sempre trasmessi in maniera poco chiara dalla Pat negli ultimi mesi. Per lei insulti e la frase, chiara come il sole: ''A questo punto sembra certificato: la giornalista Elisa Dossi del TGR Trentino deve proprio avere il dente avvelenato contro la Provincia Autonoma di Trento e la sua attuale Giunta''.
Per il Dolomiti il trattamento è stato simile nei toni e nei concetti, solo che il messaggio è arrivato direttamente dal presidente Fugatti a SkyTg24. Il Governatore forse si aspettava dai giornalisti Sky la solita sviolinata sul ''ma che bravi che siete rimasti sempre in zona gialla'' e invece in studio gli è stato mostrato l'articolo di oggi de il Dolomiti sul confronto tra i dati dell'Alto Adige e del Trentino. Un pezzo dove semplicemente, ci siamo limitati a mostrare quanti tamponi ha fatto Bolzano nell'ultima settimana (51.902) e quanti ne ha fatti Trento (19.479) e a mostrare quanti positivi sono stati trovati nelle due provincie (4.314 a Bolzano e 1.381 a Trento) dimostrando come, se è vero che nel territorio governato dal presidente Fugatti si trovano ogni giorno circa un terzo dei positivi rispetto a quello governato da Kompatscher, è anche vero che nel secondo si fanno circa il triplo dei tamponi che nel primo.
Sono numeri, presidente, come erano numeri quelli che pubblicavamo ai primi di ottobre che mostravano come i dati del Trentino fossero tutti sballati se si andava a fare il paragone con il resto d'Italia rapportando i positivi trovati con i decessi, i ricoveri e le terapie intensive perché, come poi ha dovuto ammettere pubblicamente anche lei, effettivamente il Trentino non confermava più i positivi agli antigenici con i molecolari e più di metà del quadro del contagio non veniva mostrato ai cittadini. Questa cosa l'hanno capita tutti. Le petizioni di Confindustria, dell'Ordine dei Medici, dell'Ordine dei Farmacisti, dei sindacati, di scienziati, accademici, avvocati, cittadini per chiederle di essere trasparente con chi rappresenta e la paga ogni giorno lo dimostrano. Le si chiedeva un atto di autonomia dal ministero e da Roma (che effettivamente voleva solo i dati suoi positivi ai molecolari) per rispetto verso i suoi cittadini, verso i trentini.
L'abbiamo sempre scritto: in una pandemia che si affronta solo mettendo in atto comportamenti consapevoli, sapere o non sapere quel che sta succedendo sul territorio è cruciale. Pensare che ci siano 50 positivi al giorno o sapere che ce ne sono 200 crediamo possa avere effetti diversi sulla percezione del contagio per le persone che quindi alzeranno il loro livello di attenzione livellandolo con il reale contesto esterno. Si salvano le vite, in questo modo. Si evita che le persone si ammalino e vengano ricoverate. Si evita che le persone si ammalino e finiscano in terapia intensiva. Il Trentino per varie settimane, anche quando era zona gialla, ha avuto proprio questi tre indicatori (decessi, ricoveri e terapie intensive) tra i peggiori d'Italia, pur avendo il migliore in assoluto sui positivi trovati. Un livello migliore anche di quello del Molise (nonostante i 330.000 abitanti contro i 520.000 del Trentino) che, guarda caso, è stato l'unico territorio italiano a restare giallo assieme al Trentino ma in Provincia di Trento (il 30 gennaio) c'era 1 morto con Covid ogni 728 abitanti, in Molise 1 ogni 1.263.

Oggi, mentre Wired analizza a sua volta i dati sul contagio e traccia un quadro non proprio rassicurante per la regione mettendo le province di Trento e di Bolzano molto vicine (si veda il grafico qui sopra), nella zona più a rischio, il presidente Fugatti ha attaccato apertamente il Dolomiti accusandolo di aver fatto una campagna stampa per finire in zona rossa. Al presidente spieghiamo che il Dolomiti vive esclusivamente grazie agli introiti derivanti dalla pubblicità e dai privati, rifiutando i contributi pubblici e provinciali, quindi la zona rossa (e la chiusura delle attività) ci spaventa quanto spaventa tutti gli altri cittadini che vivono del proprio lavoro. Tutti, va detto, tranne chi, come Fugatti, pagato anche dai giornalisti de il Dolomiti, in quanto cittadini come gli altri, non rischia né in un senso né nell'altro.
Il presidente è pagato dalla comunità trentina per rappresentarla tutta, rispettandola anche con la trasparenza delle informazioni. In molti hanno ritenuto che il livello di trasparenza della Provincia di Fugatti non sia stato all'altezza dei propri standard. Lo è stato, forse, per gli standard del presidente e della sua maggioranza che arriva a bollare la richiesta di tutte le opposizioni su una commissione d'inchiesta proprio sulla mancata trasparenza dei dati perché ''danneggia l'immagine''. La verità (che, per carità poteva anche essere, tutto bene, la Pat è stata bravissima) diventa un ''danno d'immagine'', per la maggioranza fugattiana, come nelle peggiori tradizioni di questo Paese. Se non ci fosse stato nulla da nascondere perché non ribadirlo con un'inchiesta interna autonoma e chiara? Convinti che i cittadini meritino di sapere sempre cosa sta succedendo nel contesto in cui vivono e che questo sia uno dei principi fondamentali che sorreggono le democrazie, ci siamo battuti per questo. Giallo, rosso o verdone non ci riguarda presidente.
Quello di cui ci occupiamo è controllare che in particolare chi sta al potere lo eserciti secondo coscienza, si ricordi dei cittadini che rappresenta, li rispetti dando loro informazioni chiare soprattutto quando le chiedono e non cerchi di bluffare magari vendendogli il fatto che ha finanziato con 12 milioni di euro gli asili nidi del Trentino quando la misura è standard e da anni funziona così (QUI ARTICOLO). Per quanto riguarda gli attacchi ai giornalisti anche quello fa parte delle peggiori tradizioni di questo Paese e coincide con la stessa epoca durante la quale andava raccontata solo la versione ufficiale e non ci si doveva azzardare a disturbare il conducente. Ma da un conducente che si è fatto chiudere un giornale con 75 anni di storia in un pomeriggio senza nemmeno accorgersi di cosa stava succedendo sul suo territorio cosa ci si può aspettare in termini di difesa della libertà di informazione?