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Gestione contagi e piano vaccini, Azione chiede le dimissioni di Ruscitti e Segnana. ''Pronti alle vie giudiziarie se non parte la commissione d'inchiesta''
Da gennaio antigenici e molecolari sono trattati alla stessa maniera e così l'ultimo Rt elaborato dall'Fbk a Povo (già perché quello che Fugatti cerca di far passare tra i cittadini come un ''misterioso calcolo'' viene fatto per tutta Italia proprio in Trentino) per l'Iss dà per la prima volta un dato reale della situazione generale in Trentino e intanto il piano vaccinale non decolla tra disagi e disservizi. Azione chiede le dimissioni di chi è responsabile di questa gestione

TRENTO. ''Chiediamo le dimissioni immediate dell’assessora Stefania Segnana e del dirigente generale Giancarlo Ruscitti, sostituendo quest’ultimo con un funzionario dalle caratteristiche professionali tali da assicurare l’elaborazione e la gestione di un piano di vaccinazioni efficace e coerente a quanto sopra indicato''. Il comitato promotore trentino di Azione del Trentino prende una posizione netta e chiara rispetto a quanto sta succedendo in Provincia di Trento rispetto alla gestione della pandemia e alla conseguente campagna vaccinale.
''Dispiace dover constatare che, fino ad oggi, la gestione dell’emergenza sanitaria si è rivelata contraddittoria e gravemente inefficace - comunica Azione -. L’ultimo esempio in questo senso è l’incapacità di elaborare un piano di vaccinazioni razionale, con l’Azienda Sanitaria in grado di programmare tempi, luoghi e modalità di vaccinazione da indicare al singolo vaccinando. E ciò pur avendo a disposizione competenze specifiche (FBK, Cibio, Informatica trentina) in grado di assicurare un tale risultato''.
''Si è preferito - prosegue il comitato del movimento fondato da Calenda e che da qualche giorno è entrato nel governo nazionale - invece, lasciare il cittadino alle prese con la difficoltà di interfacciarsi con un sistema informatico carente (anche perché già oberato da altri compiti) con il risultato di rimanere senza risposta o, se fortunato, essere inviato per la vaccinazione nelle località più varie e spesso assai lontane dal proprio domicilio. Quest’ultimo caso, del resto, è in perfetta coerenza con quanto fatto fino ad oggi, com'é dimostrato dalla gestione strumentale e poco trasparente dei tracciamenti e dei numeri reali della pandemia. Azione ha più volte denunciato questo fatto che ora viene clamorosamente confermato dal passaggio, in pochi giorni, da provincia con Rt tra i più bassi ad una delle peggiori d’Italia, con il conseguente passaggio alla zona arancione e, per l’Europa, addirittura in quella rossa''.
Tutto ciò è facilmente spiegabile anche con il fatto che da gennaio l'Iss prende in esame i dati completi sommando antigenici e molecolari e non più, come faceva prima, solo i molecolari. A questo va aggiunto quello che lo stesso Fugatti ha spiegato candidamente più volte, anche pochi giorni fa, e cioè che la strategia trentina è sempre stata quella di testare i sintomatici con gli antigenici che, però, non finivano nei computi ufficiali dell'Iss visto che per le statistiche nazionali si richiedevano solo i positivi ai molecolari. Altrove, proprio per evitare di giocare sui numeri (ottenendo magari qualche concessione in più in termini di libertà nell'immediato ma mettendo in pericolo la propria comunità dal punto di vista della salute pubblica perché il contesto reale era differente da quanto si diceva loro) si faceva subito il molecolare di controllo a chi risultava positivo all'antigenico così da farlo rientrare nel computo totale nazionale.
In Trentino il molecolare di controllo sul positivo all'antigenico, invece, sempre per ammissione di Fugatti, entrava in gioco dopo 10 giorni e quindi, di fatto, serviva più che altro a verificare che il soggetto si fosse negativizzato e se si pensa che per il computo dell'Rt una della variabili più importanti da considerare, come spiegava l'ex presidente dell'Agenzia spaziale italiana Battiston (l'Rt non è per nulla misterioso come ha provato a dire il presidente Fugatti ai suoi cittadini pensando che questi si bevano qualsiasi cosa e siano totalmente privi di senso critico), sono proprio gli ''infetti attivi'' (i sintomatici contagiati sono infetti attivi per eccellenza) che vengono trovati.
Il Trentino li faceva finire in un computo diverso da quello ufficiale usando gli antigenici e quindi ha sempre avuto un Rt basso nonostante i livelli, in proporzione, di decessi, ricoveri e persone in terapia intensiva tra i più alti d'Italia. Da gennaio antigenici e molecolari sono trattati alla stessa maniera e così l'ultimo Rt elaborato dall'Fbk a Povo (già perché il ''misterioso calcolo'' viene fatto per tutta Italia proprio in Trentino) per l'Iss (che, lo ricordiamo, si riferisce sempre a due settimane prima della fotografia che danno) dà per la prima volta un dato reale della situazione generale in Trentino con un Rt tra i più alti d'Italia nonostante, come ha detto Fugatti, la situazione sia molto migliore rispetto a qualche settimana fa.
''Tutto ciò - conclude Azione - non è riducibile ad una semplice manipolazione statistica ma ad un fatto che può aver prodotto (e può produrre) conseguenze gravi per la salute della popolazione. Creando, allo stesso tempo, ostacoli e difficoltà per una corretta ed effettiva ripresa delle attività economiche. Tutto questo mette in causa direttamente la responsabilità della Giunta provinciale. Infatti, in base alla legge provinciale n. 16 del 2010 (Tutela della salute in provincia di Trento), la Giunta non solo “emana direttive in ordine all’organizzazione e alla gestione dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari” ma anche “vigila sulla regolarità e sulla sicurezza delle attività sanitarie”. A questo punto riteniamo indispensabile avanzare con forza due richieste - aggiungono quelli di Azione -: le dimissioni immediate dell’assessora Stefania Segnana e del dirigente generale Giancarlo Ruscitti, e il ripensamento da parte della Giunta provinciale della posizione negativa assunta rispetto alla richiesta delle minoranze di istituire una Commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia. Tale strumento, infatti, non deve essere visto come un’occasione per speculazioni politiche ma per accertare cosa non ha funzionato e perché, utilizzando così le informazioni raccolte per adottare i provvedimenti atti necessari per superare le criticità riscontrate''.
''In caso contrario - conclude Azione - ci riserviamo la possibilità di ricorrere a tutti gli strumenti disponibili, compreso il ricorso all’autorità giudiziaria, perché sia fatta chiarezza su una materia che riguarda la salute dei nostri cittadini e il futuro della nostra comunità''.