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Emergenza sfratti, l’allarme degli attivisti: “Almeno 5 famiglie rischiano di finire per strada. Anche minorenni e disabili fra le persone in difficoltà”
In soli 6 mesi si sono rivolti allo sportello ben 17 nuclei familiari, italiani e di origine straniera, per un totale di 79 persone fra cui 37 minori: “Se non hai soldi da parte per una fideiussione annuale per una famiglia non si trova quasi nulla, se poi hai un cognome ‘straniero’, nonostante la cittadinanza italiana, l’impresa diventa praticamente impossibile”

TRENTO. Lo “Sportello casa per tutti” si è costituito lo scorso giungo dopo un presidio solidale con una famiglia sotto sfratto che era stato convocato dal Centro sociale Bruno. L’obiettivo è quello di sostenere le famiglie in condizioni di emergenza e disagio abitativo attraverso la ricerca di soluzioni concrete, accompagnandole nel rapporto con le istituzioni e denunciando l’emergenza abitativa che riguarda il Trentino.
In soli 6 mesi si sono rivolti allo sportello ben 17 nuclei familiari, per un totale di 79 persone, fra queste ci sono: 37 minori, due persone con disabilità (di cui una minorenne) e una persona con un’invalidità al 75% e un’altra che sta lottando contro un tumore. Solo in due nuclei vi sono pensionati. “In tutte queste famiglie – spiegano gli attivisti – c’è almeno una persona che lavora, di solito stabilmente, anche se nei due anni passati hanno vissuto lunghi periodi di disoccupazione dovuti alla pandemia”. Riguardo alla provenienza su 17 nuclei 6 hanno cittadinanza italiana: 8 sono residenti nell’Alto Garda e 9 a Trento.
Solamente due famiglie hanno risolto la loro situazione in paniera positiva e grazie all’aiuto dello Sportello: “Si trattava di nuclei con minori molto piccoli (uno disabile al 100%), una sotto sfratto e l’altra già sfrattata con il marito costretto a vivere in un garage, mentre moglie e figli erano accolti all’Ostello della gioventù. Entrambe avevano ricevuto lo sfratto da privati per morosità. Nel primo caso siamo riusciti a far rimandare lo sfratto per i mesi necessari all’assegnazione d’urgenza di un alloggio Itea. Nel secondo caso il nucleo è stato ricomposto in ostello a spese dei servizi sociali dopo 3 mesi e ora gli è stato assegnato un alloggio d’urgenza”.
Delle restanti famiglie che si sono rivolte allo Sportello tre sono separate avendo trovato varie sistemazioni da amici e parenti o, nel peggiore dei casi, in auto. Tutte e tre le famiglie, specificano gli attivisti, hanno cittadinanza italiana e si trovano nell’Alto Garda, di queste in due sono state sfrattate da Itea quando è scaduta l’assegnazione dell’alloggio d’urgenza mentre l’altra era in affitto da privati. “Per altri 5 nuclei familiari è previsto lo sfratto tra dicembre 2022 e maggio 2023 – aggiungono – si tratta di 4 famiglie altogardesane con minori per cui è previsto lo sfratto per fine del contratto di locazione. L’altro nucleo è a Trento ed è composto da un anziano di 66 anni, in quest’ultimo caso lo sfratto è da parte di Itea per aver superato di poco il massimale Icef”. Per una famiglia di Trento con tre minori invece lo sfratto per la fine del contratto di locazione è previsto per l’ottobre 2023.
Infine altri 6 nuclei lamentano condizioni abitative inadeguate (5 sono a Trento e uno nell’Alto Garda). Appartamenti troppo piccoli per le dimensioni della famiglia e che almeno in due casi vedono la presenza di muffe. Tutti e sei i nuclei vedono hanno minori a carico. “Il padre di una delle famiglie di Trento si era recato all’estero per lavoro e lì gli è stato diagnosticato un tumore, ora non può tornare a casa per mancanza di una stanza sterile di cui necessità per la propria patologia”. Al momento un elenco con le generalità delle famiglie che si sono rivolte allo Sportello degli attivisti è stato consegnato all’assessora alla salute e alle politiche sociali Stefania Segnana.
“Le famiglie da noi incontrate finora e le loro vicende raccontano la gravità della situazione sia in Alto Garda che a Trento. Questo è dovuto al fatto che è più redditizio affittare a turisti sul lago e agli studenti a Trento”. I prezzi degli affitti per l’appunto sono saliti alle stelle. “Se non hai soldi da parte per una fideiussione annuale per una famiglia non si trova nulla neppure a Segonzano o Tione – concludono gli attivisti – se poi hai un cognome ‘straniero’, nonostante la cittadinanza italiana, l’impresa diventa praticamente impossibile”.