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''Un costoso cambio d'idea: quali sono i piani e le valutazioni per riqualificare l'ice rink di Pinè in vista delle Olimpiadi?'', i dubbi di Marini sull'investimento della Pat

Il consigliere provinciale del Movimento 5 stelle, Alex Marini: "Il mantenimento dell'opera appare in prospettiva complicato. Si è passati da un investimento di 50 milioni a quello da 180 milioni, ma quali sono le idee della Provincia?"

Di L.A. - 21 febbraio 2022 - 23:21

TRENTO. "E' necessario garantire la massima trasparenza sulle risorse pubbliche destinate alla riqualificazione dell'ice rink di Baselga di Pinè". A dirlo Alex Marini, consigliere provinciale del Movimento 5 stelle. "E un aspetto fondamentale è capire se esistano dei piani e delle valutazioni dettagliate sull'utilizzo delle infrastrutture una volta terminate le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 per comprendere la resa nel tempo delle opere che non si trasformino in costose e inutili cattedrali nel deserto i cui costi gestionali finiscano per essere scaricati sulla collettività".

 

Nelle scorse settimane è arrivata sul tavolo una proposta di Fincantieri Infrastructure, un piano giudicato molto interessante dall'amministrazione comunale di Baselga di Pinè. Il progetto, ora in valutazione al Navip verrebbe eventualmente assegnato con modalità di project financing per un investimento che si aggira sui 180 milioni di euro (Qui articolo). Una cifra più alta rispetto ai 50 milioni inizialmente previsti per la riqualificazione dell'impianto.

 

"Il presidente della Provincia nella nota trasmessa al Ministero nel novembre del 2019 indicava una spesa di 50 milioni entro il 2025 - dice Marini -  mentre nel novembre del 2021 l'assessore Failoni aveva confermato che la Giunta provinciale aveva definito i criteri per la concessione di un primo set di specifiche misure contributive per 15,5 milioni di euro, finalizzati alla realizzazione di interventi ritenuti urgenti e indifferibili anche per garantire la sicurezza e il funzionamento dell’infrastruttura". 

 

Poi eventuali e ulteriori implementazioni di ordine strutturale e funzionale sarebbero state definite in esito alle valutazioni che gli organismi di governance olimpica avrebbero operato per dare attuazione alla definitiva organizzazione delle Olimpiadi. "Il 25 gennaio scorso - aggiunge Marini - la ditta Fincantieri Infrastructure, capofila di una cordata con l’impresa Mak costruzioni, ha presentato alla Provincia una proposta di ampliamento e modifica dell’attuale stadio del ghiaccio di Baselga di Piné per trasformarlo in un impianto coperto per il pattinaggio di velocità dalla capienza prevista di 5 mila posti a sedere, con costi di gestione stimati tra i 500 mila e il milione euro all'anno".

 

Quella di Baselga di Pinè è tra i campi di gara più attenzionati per quanto riguarda la kermesse a Cinque cerchi. Molti i dubbi anche delle associazioni ambientaliste sulla sostenibilità dell'impianto (Qui articolo). Nei mesi scorsi anche il Cio avrebbe ipotizzato una nuova venue per le gare di pattinaggio.

 

"Nei fatti - aggiunge Marini - il pattinaggio di velocità rappresenta uno sport di nicchia, poco seguito a livello di pubblico e ancor meno praticato. E' facile presumere che il ritorno economico generato da una struttura come quella che ci si propone di andare a costruire a Baselga di Piné non potrà che essere modesto e che appaia del tutto improbabile che sia capace di garantire quella bistagonalità che nel 1985 portò a costruire l’attuale palazzetto del ghiaccio".

 

Il pentastellato guarda anche alle altre esperienze in termini di impianti realizzati o riqualificati per i Giochi olimpici invernali. "A Torino - spiega il consigliere provinciale del Movimento 5 stelle - è stato costruito l’Oval-Lingotto per l'edizione del 2006. In base a quanto riportato sulla scheda tecnica della struttura presentata dallo studio Zoppini Associati, questa opera è stata realizzata con una spesa di 40 milioni. Risulta inoltre che l’impianto sia rimasto funzionante per circa 4 anni, attualmente è utilizzato per ospitare eventi sportivi, fiere e congressi".

 

Poi il pentastellato prende in esame anche la Max Aicher Arena di Inzell in Germania. "Negli anni ‘50 è stata realizzata una pista lunga per competizioni sul laghetto situato a 5 chilometri dall’abitato. Nel 1963 invece è stata costruita una pista artificiale da 400 metri, la quale nel 1986 è stata dotata di un impianto di refrigerazione in modo da poter meglio ospitare competizioni di rilievo internazionale. Nel 2009 sono iniziati i lavori per le coperture della pista, completate nel 2011 con una spesa di 34 milioni, finanziati per 30 milioni dal Land della Baviera e per i restanti 4 milioni dal Comune di Inzell".

 

Il costo totale della gestione dell’impianto "è di 1 milione di euro all’anno (500 mila per la gestione del sistema di climatizzazione). Le entrate dell’impianto, garantite principalmente dagli atleti, ammontano a circa 500 mila euro annui dei quali circa 100 mila garantiti da un lascito ventennale da parte di un benefattore. A causa delle preminenti finalità sportive dell’impianto il suo utilizzo risulta limitato ai fini di ospitare manifestazioni di natura diversa da quelle connesse alla pratica del pattinaggio. Pur presentando costi di realizzazione assolutamente inferiori a quelli che Fincantieri pensa di spendere per l’impianto di Piné, la struttura tedesca dà comunque luogo a numerose criticità, il cui indotto non pare essere in grado di sostenerli economicamente richiedendo quindi un costante impegno da parte delle casse pubbliche".

 

Da qui la richiesta di chiarimenti da parte del consigliere provinciale del Movimento 5 stelle. "Queste considerazioni dovrebbero far riflettere qualsiasi amministratore coscienzioso rispetto all’opportunità di procedere con un progetto da 180 milioni di euro, con costi di gestione tra i 500 mila e il milione di euro, del quale si stentano a vedere possibili utilizzi alternativi e il cui indotto potenziale appare con ogni evidenza assai limitato", conclude Marini.

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